La settima città più popolosa del Perù, capitale storica dell’Impero Inca dal XIII secolo fino alla conquista spagnola del XV I e Patrimonio dell’Umanità Unesco. Un capoluogo ideale per andare alla scoperta della cultura andina

Mentre giunge la notizia che il grande aeroporto di Istanbul viene dichiarato Covid safe, sono tantissimi i viaggiatori che smaniano per ripartire e cominciano già a scegliere le prossime destinazioni. È ragionevole pensare che saranno in molti ad orientarsi verso il turismo all’aria aperta, andando ad esplorare antichi gioielli delle Ande come la città di  Cuzco.

Cuzco gioiello delle Ande 

In altitudine nella cordigliera delle Ande peruviane si trova Cuzco, un tempo il centro dell’Impero Inca. È, ovviamente, il punto di partenza per la celeberrima e misteriosa Machu Picchu – la più grande attrazione turistica del Perù – ma la città merita una visita, per ambientarsi e sperimentare il mix di influenze inca e spagnole che la definiscono.

Il cuore pulsante della città: Plaza de Armas

La Plaza de Armas di Cuzco è il centro culturale della città. Lungo la piazza ci sono ristoranti, bar e caffetterie – molti con una splendida vista sulla skyline cittadino – perfetti per trascorrere un pomeriggio osservando la gente e acclimatandosi all’altitudine. Nel cuore della piazza si trova un giardino ben curato e una statua del sovrano Inca Pachacuti.
Coloro che desiderano avventurarsi dalle panchine soleggiate apprezzeranno un tour della imponente cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, risalente al XVI sec. in un magnifico stile barocco rinascimentale, completo di un viaggio nelle cripte. La cattedrale, simbolo della conquista spagnola, ospita una replica dell’Ultima Cena di Leonardo: la particolarità tutta peruviana e la presenza di un porcellino d’India (cuy) su uno dei piatti.

Cibo e folklore al mercato San Pedro

Il mercato di San Pedro è molto rappresentativo e suggestivo, pieno di bancarelle di frutta, verdura e carne, oltre a decine di venditori che servono succhi di frutta appena spremuti. Sono proprio i mercati a dare una delle migliori rappresentazioni della cultura locale, anche attraverso il cibo con tanti frutti della terra a noi sconosciuti: radice di maca che dà energia, ferro e vitamina B, già nota in epoca preincaica, il tamarillo o “pomodoro d’albero” per gli Inca e la famosa chicha fermentata (una sorta di birra di mais).
A pranzo, il mercato ospita una serie di venditori di empanada e tamale, oltre a bancarelle di cibo che servono a un prezzo molto ragionevole. Se risenti dell’altitudine, prendi un sacchetto di foglie di coca da masticare.

C’era una volta il tempio

Non particolarmente ricca in decorazioni, ma certamente merita una visita la Chiesa di Santo Domingo, che venne costruita nel sito usando le fondazioni del Tempio del Sole incaico distrutto dagli spagnoli nel XVII secolo; è un esempio di architettura dove il lavoro Inca è stato incorporato nella struttura di un complesso coloniale.
È qui che si possono osservare gli incantevoli dipinti degli arcangeli raffigurati come bambini in jeans e T-shirt in stile andino (o “meticcio”), che proprio nella città di Cuzco ha la sua massima espressione con la più importante scuola pittorica di questo stile di tutta l’America latina. Chiaramente si rifà ai più celebri pittori spagnoli dell’epoca colonialista.

 

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