Una delle località più scenografiche d’Egitto è scenario di un fenomeno suggestivo tra scienza e magia.

Uno degli esempi più incredibili di questo legame fra architettura e astrologia è ad Abu Simbel, località dell’alto Egitto, dove da migliaia di anni due volte l’anno avviene il “miracolo del sole”; da una piccola porta incastonata tra le colossali statue, i raggi di luce penetrano nell’oscurità del tempio illuminando l’effige del faraone.
Questo fenomeno si verifica il 22 febbraio e il 22 ottobre.  

Scoperto nel 1813 dall’archeologo svizzero Johann Ludwig Burckhardt (però il primo ad entrarvi fu l’italiano Giovanni Battista Belzoni nel 1817), Abu Simbel è un complesso archeologico fatto costruire da Ramses II nel XIII secolo a.C, .

Il complesso di Abu Simbel è composto da due templi scavati nella roccia: il più grande dedicato a Ramses II, il secondo, più piccolo, a sua moglie Nefertari. Grazie all’orientamento del tempio, i raggi del sole entrano due volte l’anno nel santuario del tempio di Ramses, andando a colpire un punto preciso per ben 20 minuti: il volto della statua del faraone.

Nel corso dell’anno vengono illuminate anche altre divinità sedute nel Santuario insieme a Ramses II deificato: Amon-Ra (padre di tutti gli dei e dio del solei) e Ra (dio del sole).
Così la storia afferma che il 22 febbraio sia il giorno in cui nacque il Faraone Ramses ed il 22 ottobre quello dell’incoronazione e che per questo furono scelte queste date come importanti nella vita del Regno. Archeologi invece sostengono che il 22 Ottobre fosse la data della fine della piena del Nilo e il 22 Febbraio la data della raccolta.

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