Il festival italiano è un unicum inimitabile, se ne è parlato a Bari il 18 maggio nell’Officina degli esordi

 

E’ stata una tavola rotonda molto partecipata quella tenutasi venerd’ 18 nei locali dell’Officina degli Enotri in Bari. Introdotti e moderati da Augusto Masiello, presidente del consorzio Teatri di Bari e socio Italiafestival, i lavori di avvicinamento al convegno che oggi 19 maggio si terrà a Matera, ha approfondito, con gli addetti ai lavori, festival e istituzioni, gli aspetti legati all’internazionalizzazione dei festival.

Le piccole e le grandi realtà pugliesi si sono confrontate con soci di Italiafestival provenienti dalla Lombardia, Emilia Romagna, Friuli, Toscana, Campania, Calabria, e gran parte dell’intero Paese.

Italiafestival e la fondazione di Matera 2019 hanno scelto di organizzare un convegno per chiedersi e provare a dare risposte su quale dovrà essere il ruolo dell’Europa nel mondo dei festival che veicolano la cultura italiana.

Tra i tanti, sono intervenuti Silvio Maselli, assessore alla cultura e al turismo del comune di Bari, che ha testimoniato quanto delicato sia il ruolo ricoperto istituzionalmente per fare da tramite con i festival che insistono sui territori. “Sono felice che abbiate deciso di convergere su Bari i vostri lavori – ha dichiarato Maselli – il laboratorio che ci ospita da quasi cinque anni è il volano della cultura cittadina. Bari e la sua provincia assorbono quasi il 55% dei fondi destinati alla cultura per tutta la regione. Di Matera bisogna fare un fatto nazionale – continua l’assessore – ho il timore che Matera 2019 ancora non abbia questa eco, penso che Matera sia però un fatto nazionale soprattutto perché è l’emblema della lotta a ogni stereotipo, a ogni pregiudizio. E’ quindi importante che ci sia questo legame tra chi fa festival sul nostro territorio e chi lo fa nel resto d’Italia”.

Franco Belletti, Ravenna festival e vice presidente di Italiafestival, ha esortato a lavorare sullo straordinario, “osare e osare anche in luoghi nuovi, in luoghi strani – ha dichiarato Belletti – finalmente abbiamo aperto un canale con la direzione generale del turismo del Mibact ma non nascondiamo il timore che questo rapporto possa interrompersi con le notizie che giungono da Roma”.

Tra i presenti, Elisabetta Cassizzi, presidente confcooperative, il dott. D’Amico, dirigente del comune di Monopoli, Vincenzo Bellini, il sindaco del comune di Canosa di Puglia, il presidente distretto produttivo Puglia, i rappresentanti dei festival di Napoli, Ravenna, Mittelfest, Emilia Romagna festival, festival di Primavera, Merano festival Milano musica, Santarcangelo dei teatri, Armonie d’Arte festival, festival di Tagliacozzo, Maggio all’infanzia di Bari, e altri.Il festival italiano è un unicum inimitabile

Il presidente di Italiafestival, Francesco Maria Perrotta ha illustrato l’operazione di apertura dell’associazione ad altre realtà festivaliere, “dai soli spettacoli dal vivo Italiafestival ha effettuato una modifica statutaria allargandosi alle reti di festival e a festival di altra natura – ha dichiarato Perrotta – un distretto multidisciplinare siciliano ha appena aderito come anche un festival di letteratura”. Il tema del rapporto con le istituzioni è molto importante perché non sempre i festival riescono a interloquire con i comuni che li ospitano. Altro elemento sul quale vorremmo riflettere tutti insieme è l’internazionalizzazione dei festival. “Non a caso è presente il vice presidente dell’Efa, European festival association, io sono un consigliere del nuovo board – conclude Perrotta – e quindi Italiafestiva è già aperta al mondo dei festival europei. “Un’associazione come italiafestival che ha come punti di forza, l’essere presenti su tutto il territorio, l’eterogeneità dei festival associati, dai più piccoli e neo nati ai festival più blasonati e storici. La nostra intenzione è portare tutti allo stesso livello – continua Perrotta – quindi far crescere i piccoli. Ringrazio il consorzio teatri uniti di Basilicata e la presidente Francesca Lisbona per averci voluti qui a parlare di cultura veicolata dai festival”. Perrotta registra che, anche alla luce di lavori del 18 a Bari, “c’è la necessità di fare rete più di prima e aprirci a nuove e diverse realtà. Nonostante le difficoltà di risorse, nonostante i problemi infrastrutturali, nonostante tutto, continuiamo a produrre livelli culturali altissimi, a dare risposte che nessuno o pochi riescono a dare. Il festival italiano è un unicum inimitabile – conclude Perrotta – “.

 

 

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