Nell’ala sud del secondo piano del Castello di Pavia, da poco aperta al pubblico, apparati multimediali di ultima generazione fanno da time gate a un evento avvenuto a pochi passi, lungo le acque del Ticino, ben 490 anni fa. Nell’infilata di sale, grandi retroproiezioni dinamiche in 3D, allestimenti informatici resi interattivi da appositi touch screen, permettono anche a chi non sia particolarmente attratto da tecniche guerresche, di entrare in prima persona nelle atmosfere del mondo di un tempo rigorosamente documentate nel grandioso ciclo di arazzi fiamminghi realizzati ad arte a pochi anni dall’avvenimento e ora conservati nel Museo di Capodimonte. Innumerevoli scene, scansite su più piani prospettici, mettono in risalto, all’occhio attento, minute descrizioni di panorami architettonici e paesaggistici, raffigurazioni di aspetti della realtà quotidiana e fintanto particolari con nature morte, atti a far comprendere mode e abitudini del tempo, sfondo alla dinamica della battaglia dominata da crudeltà e tragedia, eroismo e paura. Avvincente rappresentazione emblematica di un momento epocale come può esserlo il passaggio da un’era a un’altra, in cui appare la fine inesorabile degli ideali di un mondo al tramonto, quello degli aristocratici guerrieri francesi che, coperti da pesanti armature, vengono massacrati senza pietà dalla fanteria spagnola, arruolata per pochi scudi, ma dotata degli allora avveniristici archibugi.

 

La battaglia di Pavia.

Tragica ma inesorabile conclusione dell’eroica epoca della Cavalleria, tanto cara a Don Chisciotte, cui la vigorosa resa plastica delle figure e la grandiosa scenografia sembrano tributare un glorioso ultimo omaggio. Quando già ci si sente totalmente coinvolti dal viaggio nel tempo, alla fine del percorso, oltrepassata la porta che si apre nella Torre Sud-Ovest del Castello Visconteo, ci si trova di fronte, intessuto in lana, seta e fili d’oro, l’ultimo dei sette arazzi “Sortita degli assediati e la rotta degli Svizzeri che annegano in gran numero in Ticino”. Sullo sfondo la città di Pavia che, appunto, dà il nome alla Battaglia.

 

La mostra, da non perdere, è nell’ambito di ESPERIENZA PAVESE che si avvale del patrocinio di EXPO 2015.

 

Per informazioni 0382 399770   www.esperienzapavese.it    www.visitpavia.com

 

Testo e foto di Maria Luisa Bonivento.

 

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