Un libro Indispensabile per chi vuole conoscere le “Terre di Toscana”

La valle del Serchio, sta vivendo una stagione di riscoperta ed è raccontata in una edizione che rivela tutti i segreti e i riferimenti del luogo,

E’ stato presentato a Milano “Terre di Toscana: la valle del Serchio”, il racconto di un museo a cielo aperto con i suoi borghi, le sue chiese, i suoi palazzi storici, che per il suo fascino ha attirato artisti di ogni genere.

Il volume con le sue 200 pagine è non solo un annuale storico garfagnanae naturalistico, ma anche una guida turistica nella quale sono indicati i singolo borghi con le loro peculiarità  e che da una visione globale e unitaria delle bellezze che la valle offre.

Il libro, edito da PubliEd e stampato in una storica tipografia di Lucca, la Tipografia Tommasi, raccoglie i testi di Gilberto Bedini accompagnati dalle immagini del fotografo Alessandro Puccinelli; è stato curato da Alessandro Stefani, che insieme a FullSix ne ha declinato il tema e l’immagine anche sul sito de Il Ciocco Tenuta e Parco www.ciocco.it,  rendendolo un progetto multimediale di ampio respiro.

Il curatore dell’opera ci racconta che il lavoro di documentazione di tutta la valle nelle sue stagioni è durato circa due anni, L’obiettivo è stato quello illustrare la poesia di una terra che è riuscita a conservare la sua originalità senza perdere lo slancio per l’innovazione. Con foto e testi si accompagna il lettore alla scoperta delle tante particolarità di questi luoghi. L’auspicio è quello di invitare alla riflessione e allo stesso tempo al viaggio, stati d’animo che qui trovano la loro collocazione ideale.

Tra le tante storie raccolte nel libro, infatti, un capitolo è dedicato proprio a Il Ciocco Tenuta e Parco, il grande complesso turistico fondato alla fine degli anni ‘60, con il racconto inedito della famiglia Marcucci, a partire dall’emigrazione negli Stati Uniti agli albori del ‘900 di Luigi (padre di Guelfo, fondatore del resort), che a Chicago costruì coi familiari una vera e propria impresa nel settore della panificazione.

Stretta tra le Alpi Apuane e l’Appennino, la valle prende il nome dal fiume Serchio che l’attraversa per tutta la sua lunghezza e con i suoi mille torrenti crea profonde gole e fenomeni carsici.

Nella valle i piccoli borghi racchiudono storia e fascino, e offrono ai visitatori quel giusto mix di cultura, natura, arte, storia, gastronomia e avventura che la rende una destinazione ideale per un weekend o una vacanza da vivere in coppia, in famiglia o tra amici.

Molte le attività naturalistiche il territorio offre: rafting e torrentismo, escursioni a cavallo, percorsi in mountain bike o a piedi, speleologia e attività sportive di ogni tipo, infatti, non si corre mai il rischio di annoiarsi o di cedere alla pigrizia.

Le cittadine sono incantevoli e offrono spunti culturali come Barga, al centro della valle, terra d’adozione del poeta Giovanni Pascoli, che ispirò molte sue opere;  a Castelvecchio Pascoli c’è ancora la sua casa museo, che merita senz’altro una visita insieme al Duomo. Da vedere Borgo a Mozzano e il Ponte della Maddalena, meglio noto come Ponte del Diavolo, fatto costruire nel XIV secolo da Matilde di Canossa, che attraversa il Serchio con tre arcate asimmetriche, oppure Bagni di Lucca, con la sua sorgente termale già conosciuta dai romani. La cittadina, molto frequentata nel Rinascimento, ebbe un grande sviluppo nell’Ottocento diventando meta di ospiti illustri come Carducci, Montale, Dumas, Byron, Shelley, Puccini.

Una curiosità: il Teatrino del Fai a Vetriano: costruito nel 1890, misura solo 71 mq, (tanto da essere stato incluso nel “Guinness dei primati” nel 1997 come il più piccolo teatro storico pubblico del mondo), ma è completo di tutto quanto si richieda a una sala teatrale in piena regola.

Il tour continua a Castelnuovo Garfagnana con i suoi storici “rioni” e la Rocca Ariostesca, simbolo della città, il Teatro Comunale Vittorio Alfieri e la Fortezza di Mont’Alfonso. Meritano una visita anche la Fortezza delle Verrucole a San Romano, considerata la più importante vestigia medievale della zona e, grazie alla sua posizione su un rilievo di circa 600 metri d’altezza, domina le Alpi Apuane, gli Appennini e gran parte del fondovalle; il piccolo borgo medievale di Ghivizzano, uno dei pochi a mantenere quasi integra la sua struttura medievale, da non perdere il Castello con la Torre e la Casermetta di Castruccio e l’antica chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo.

 

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