Nell’edizione 2017 della Bit di Milano gli operatori hanno potuto approfondire alcune tematiche relative ad una delle nicchie più promettenti nel settore turistico, parliamo del turismo LGBT (Lesbian/Gay/Bisex/Transex) che sempre di più riesce ad affermarsi  fuori dagli usuali luoghi comuni o stereotipi.

La ricerca dell’Università Bocconi “Il turismo LGBT in Europa: un’analisi dei portali di promozione turistica dei 28 paesi dell’Unione Europea” è stato  organizzata in collaborazione con Sonders & Beach (Tour operator  Italo-americano)  e presentata da Marianna di Salle (Coordinatore Master in Economia del Turismo Università Bocconi).

Durante il workshop sono stati commentati con l’amministratore delegato di Sonders & Beach, Alessio Virgili ,  i dati della ricerca fatta  in collaborazione con l’Associazione Italiana Turismo Gay & Lesbian , sul turismo LGTB ed i parametri comportamentali  di questo segmento di mercato.
E’ emerso che i turisti LGTB internazionali e italiani sono persone con forte propensione a viaggiare, lo fanno più volte l’anno e hanno un reddito medio alto che permette loro di partire più spesso.
Essi amano la tecnologia e fanno abbondante uso degli strumenti  della “sharing economy” .
Il turista LGTB internazionale spesso ha una laurea specialistica, occupa una posizione dirigenziale, soprattutto all’estero (16% contro un 9% degli italiani).
Un altro aspetto è l’estrema propensione a socializzare on line: il 93% degli stranieri e il 91% degli italiani LGBT fa uso di almeno un social network.  Facebook regna sovrano incontrastato nell’85% dei casi insieme nel caso italiano a WhatsApp.
Se da un lato la legge Cirinnà sulle unioni civili in Italia ha dato maggiore apertura al turismo LGBT siamo ancora molto lontani dalla percezione che i turisti hanno del Belpaese , infatti solo il 37 %  dei turisti interessati lo ritengono un paese gay-friendly, e Roma è solo al 17esimo posto nella graduatoria delle meta preferite  da parte degli stranieri.
Come evidenziato dalla ricerca, il valore economico del turismo LGBT viene stimato a livello mondiale tra i 195  i 211 miliardi di dollari l’anno. In particolare l’indagine LGBT2030, condotta nel 2016 da Out Now sulle spese in viaggi di un campione di 130 mila persone LGBT residenti in 18 Paesi, rivela che la spesa è aumentata rispetto ai 3 anni precedenti in quasi tutti i Paesi considerati e soprattutto in India (+5,7%), Colombia (+4,7%) e Turchia (+3,4%).
E’ ancora altamente concentrato, infatti le spese in viaggi realizzate da residenti LGBT dei tre mercati principali (Stati Uniti, Brasile e Giappone) rappresentano oltre la metà (51%) della quota di mercato mondiale.
Secondo il 21° Rapporto Annuale sul Turismo e l’Ospitalità LGBT negli Stati Uniti pubblicato dalla società di consulenza americana CMI (Community Marketing & Insights) a dicembre 2016, le strategie di comunicazione on-line degli enti del turismo – con particolare riferimento ai portali di promozione turistica – possono giocare un ruolo importante nella capacità di attrarre turisti LGBT.
Su 29 portali (Il Belgio ha due siti)  analizzati a gennaio 2017, 16 (55%) hanno una sezione o una pagina dedicata ai viaggiatori LGBT. Dei 13 portali (45%) che non dispongono di sezioni specifiche, in 5 non è presente alcun cenno ai viaggiatori LGBT, mentre in 8 è possibile trovare qualche riferimento facendo una ricerca per parola chiave nel motore interno al portale.
Non fanno alcun riferimento specifico soltanto Bulgaria, Cipro, Croazia, Italia e Romania.
Sul fronte di cosa si cerca nelle strutture ricettive al primo posto c’è accoglienza e benessere a dimostrazione del fatto che è un turista che premia la qualità.
Eventi, locali e enogastronomia non sono  gli unici fattori su cui puntano gli enti del turismo per attrarre i turisti LGBT. Anche se in misura minore,fra gli elementi di appeal più citati nelle diverse destinazioni compaiono in ordine decrescente: le attrazioni culturali, lo shopping, il patrimonio storico, la presenza di quartieri a forte connotazione gay, le saune gay, il paesaggio naturale, l’architettura e il design, gli spettacoli, la possibilità di fare tour tematici alla scoperta del volto gay della destinazione e le attività outdoor.
Colpisce, invece, come – nonostante le recenti evoluzioni normative sul tema dei matrimoni e delle unioni civili – solo due portali si presentino come possibili mete per lune di miele e/o luoghi dove celebrare matrimoni. Ancora molto sporadici i riferimenti al target delle famiglie LGBT o a quello dei nonni LGBT che viaggiano con i nipoti.

Monica Basile

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