Attraversata da corsi d’acqua che scorrono tra eccellenze storiche, artistiche e culturali, il delta del Po Emilia-Romagna è un’area di straordinario valore ambientale, naturalistico e paesaggistico fra le più ricche di biodiversità del nostro Paese.

Lontano dalla frenesia delle città congestionate dal traffico, questo suggestivo territorio  sta diventando un’importante meta dove cogliere opportunità di svago e di turismo. Grazie all’utilizzo dei diversi mezzi a percorribilità “lenta” che vedono l’alternarsi di momenti in ecobus, in bicicletta, a piedi, in barca, in canoa e a cavallo, e alla promozione del concetto di intermodalità, innovativo in Italia a livello turistico, si potrà conoscere il territorio in maniera diversa, con ritmi più lenti che ne permetteranno una scoperta più approfondita e affascinante.

All’interno del programma di eventi della Primavera Slow – coordinato dal GAL Delta 2000 –ha preso il via una serie di nuovi itinerari inseriti nel progetto Itineradelta, finanziato dall’asse 4 Leader Delta emiliano-romagnolo. Si tratta di tre itinerari innovativi soprattutto dal punto di vista delle modalità di fruizione, realizzati per far conoscere le peculiarità territoriali attraverso i mezzi di trasporto più adatti a valorizzarne i vari aspetti.

Il territorio coinvolto dai tre itinerari – intitolati rispettivamente “Comacchio e le sue Valli”, “La Pineta, le Punte e la Pialassa” e “Seguendo l’asta del fiume Reno” – coinvolge quattro Comuni dell’area Leader, ovvero Comacchio, Argenta, Alfonsine e Ravenna, a rappresentanza del Delta emiliano-romagnolo.

Nel dettaglio, l’itinerario “Comacchio e le sue Valli” visiterà il regno dell’anguilla e il tradizionale habitat dei lavoranti che saranno visitati alternando bici, trekking, canoa, barca, ecobus. Si parte dalla Manifattura dei Marinati di Comacchio, complesso manifatturiero dei primi del ‘900 fondato con l’intento di unificare le produzioni di anguilla e oggi museo/laboratorio in cui l’anguilla trova la sua celebrazione gastronomica sotto l’egida di Slow Food. Si prosegue percorrendo lo storico Loggiato dei Cappuccini attraverso il centro storico di Comacchio per raggiungere poi Stazione Foce, passando per la Salina, entrambi luoghi produttivi rispettivamente di pesca e produzione del sale. Di qui la visita al lavoriero e l’escursione in barca ai Casoni di Valle, con rientro quindi a Comacchio.

Centro storico di Comacchio

Comacchio, la cui fondazione è attribuita agli Etruschi, è, sotto l’aspetto paesaggistico e storico, uno dei centri maggiori del delta del Po. Sorta sull’unione di tredici piccole isole (cordoni dunosi litoranei) formatisi dall’intersecarsi della foce del Po di Primaro col mare, ha dovuto orientare il proprio sviluppo, sul piano dell’urbanistica e dell’economia, sull’elemento acqua. Conosciuta con l’appellativo di “piccola Venezia”, Comacchio conserva intatta la caratteristica di città lagunare, con le acque che la percorrono in lungo e in largo e per un certo tratto la cingono come un tempo, quando la si poteva raggiungere solo navigando. La città ha da sempre intessuto la sua storia con le attività legate sia all’utilizzo degli estesi specchi vallivi che la circondavano che alle produttive saline. Le vicende storiche vedono la città passare dalla Chiesa agli Estensi (1325) e da questi di nuovo alla Santa Sede nel 1598. La rinascita urbanistica della città si deve agli interventi idrici e architettonici eseguiti nella seconda metà del ‘600 per volere della Camera Apostolica. Dal ponte dei Trepponti, architettura simbolo della rinascita urbanistica secentesca, si distribuiscono le vie d’acqua interne per mezzo di una fitta rete di canali. Dal Trepponti si scorgono in perfetta simmetria le case basse e variopinte della città che si riflettono sui canali, caratteristiche “vie d’acqua” attraversate da ponti in cotto.

Manifattura dei Marinati

La Manifattura dei Marinati raccoglie la tradizione e la cultura di Comacchio, città che da sempre ha uno stretto legame con le sue Valli. Nel periodo autunnale è possibile vedere l’intero ciclo di lavorazione di acciughe, acquadelle e soprattutto anguille, con la preparazione che viene fatta nella Sala Fuochi e prevede quattro fasi principali: il taglio, la spiedatura, la cottura ed il confezionamento. Interessanti audiovisivi mostrano com’era la città e il territorio circostante e raccontano la vita nelle valli del passato. Un patrimonio oramai storico è legato alle numerose “Maròte” presenti nel Centro Visite, tipiche imbarcazioni vivai a fondo piatto, caratterizzate da fori e fessure sul fondo e lungo le fiancate. Oggi è rinnovata sede del Laboratorio del Presidio Slow Food dell’ “Anguilla marinata tradizionale delle Valli di Comacchio”, oltre che centro visita tematico del Parco del delta del Po, per il quale il Parco ha vinto il “Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa 2010/2011”.

Le Valli di Comacchio

Le valli di Comacchio costituiscono il più vasto complesso di zone umide salmastre della regione Emilia–Romagna. I principali bacini sono quelli delle valli Fossa di Porto, Lido di Magnavacca, Valle Cona e bacini limitrofi, Valle Campo, Sottolido e i bacini delle Saline di Comacchio, Valle Fattibello e Spavola, Valle Capre, Valle Furlana. A questi si aggiungono relitti di valli non in comunicazione con le precedenti: Valle Molino, Valle Zavelea (detta anche Oasi Fossa di Porto), Vene di Bellocchio e Sacca di Bellocchio. La vegetazione è costituita da comunità alofile e alotolleranti tipiche. La fauna vede la presenza di specie ornitiche di importanza internazionale (le grandi colonie di laridi e sternidi nidificanti nei dossi interni delle valli) e nazionale.

L’itinerario “La Pineta, le Punte e la Pialassa”, partendo in ecobus da Comacchio, porterà a Punte Alberete per il trekking nella foresta allagata. Si prosegue per la Fattoria Guiccioli, luogo di testimonianza storica rappresentando una delle ultime tappe della fuga di Giuseppe Garibaldi nonché luogo in cui morì la moglie Anita. Si prosegue in bicicletta o a cavallo verso la Pialassa Baiona. Sarà possibile una escursione in barca nel cuore della valle oppure a cavallo. L’itinerario si chiude con il trekking sulla duna relitta che collega Marina Romea a Casal Borsetti, tornando in ecobus a Comacchio.

Foresta allagata di Punte Alberete

Punte Alberete si presenta come una foresta allagata di Salice, Frassino, Pioppo, Olmo, Farnia, Frangola ed Ontano, inframmezzata, nelle bassure, da ampi specchi d’acqua all’interno dei quali si trovano rare piante palustri, pesci, rettili, anfibi, insetti, molluschi e rare specie di uccelli, compreso l’Ibis mignataio, simbolo dell’Oasi.

Fattoria Guiccioli

La Fattoria Guiccioli rappresenta la testimonianza di un’epoca molto importante per tutti gli Italiani: quella del Risorgimento, periodo in cui prevalsero gli ideali italiani e venne così fatta l’unificazione dello Stato. La Fattoria Guiccioli rappresenta una delle tante tappe di Giuseppe Garibaldi durante la sua fuga dagli Austriaci, i quali lo intercettarono nel corso del viaggio da Cesenatico a Venezia. Dopo vari spostamenti in Romagna, Garibaldi giunse ad un certo punto alla fattoria Guiccioli, dove i proprietari gli offrirono ospitalità ed alloggio (aspetto tipico dei romagnoli). Proprio in questa fattoria, il 4 agosto del 1849, stremata dalla malattia e dalla fuga, morì la moglie di Garibaldi, Anita. Qui sono esposti vari quadri ritraenti Anita e Giuseppe, oggetti appartenenti a quell’epoca e il letto sul quale morì la moglie del patriota italiano.

Pialassa Baiona

La laguna è caratterizzata da ampi specchi d’acqua aperti con presenza di prati salmastri e comunità vegetali alofile, alternati a canali artificiali e chiari salati o salmastri, con abbondante deposito di sedimenti e vaste distese limose intertidali. Le acque dei chiari hanno bassa profondità, con fondali melmosi o sabbiosi, parzialmente affioranti durante le basse maree. Sono presenti dossi emergenti all’interno dei chiari più vasti, sia di origine naturale, sia creati per la nidificazione dei Caradriformi, i dossi sono coperti di vegetazione alofila. Le aree marginali sono occupate da   praterie igrofile su suoli salmastri. Di rilievo si segnala la presenza, all’interno del sito, di un habitat di estrema importanza naturalistica, il prato umido salmastro denominato “barenicolo”. La distribuzione delle comunità vegetali nei chiari della Pialassa e sugli argini è influenzata principalmente dalla variabilità del livello idrico e dal periodo di sommersione. E’ importante sito di nidificazione e di alimentazione per specie di avifauna di grande rilievo.

Le dune

Dune “vive” relitte si trovano tra gli abitati di Punta Marina e Marina di Ravenna. I nuclei di maggiore interesse si trovano a Marina di Ravenna e Porto Corsini, oggi Riserva Naturale dello Stato. La vegetazione presente è quella tipica delle dune vive, con comunità di specie perenni. Il complesso dunoso risulta purtroppo compromesso nella sua integrità e naturalità da attività ricreative e turistiche.

Infine, l’itinerario “Seguendo l’asta del fiume Reno” parte dall’Ecomuseo delle Valli di Argenta con possibilità di visita al Museo delle Valli e all’Idrovoro Saiarino, sede del Museo della Bonifica, escursione in barca nelle valli e visita delle caratteristiche naturalistiche, storiche e culturali del territorio di Alfonsine: la Riserva Naturale Orientata, la Casa‐Museo che diede i natali a Vincenzo Monti, il Museo della Battaglia del Senio e la Casa dell’Agnese, set del film L’Agnese va a morire (Giuliano Montaldo, 1976). Si prosegue quindi nel ravennate, a Sant’Alberto con la visita al Centro Visita del Parco del Delta del Po E‐R nonché Museo Ornitologico NatuRA e, attraversato con lo storico traghetto il fiume Reno, con una passeggiata a cavallo o con l’escursione a piedi alla suggestiva Penisola di Boscoforte, lingua di terra di 6 km che si insinua nel cuore delle Valli di Comacchio.

Museo delle valli di Argenta

Il Museo delle Valli di Argenta, nel Casino di Campotto, documenta l’evoluzione dell’ambiente naturale e gli interventi dell’uomo in un’area caratterizzata dalle acque. Il Museo è inoltre il centro organizzativo di tutto l’Ecomuseo di Argenta, per servizi, informazioni, eventi, attività educative e prenotazioni visite. Completamente rinnovato nel 2007, il Museo ha recepito le innovazioni apportate dal Life natura di Campotto (Programma Life UE), sui quattro habitat dominanti il paesaggio naturale: lamineto, canneto, bosco igrofilo e prato umido; ambienti naturali che ospitano il misterioso mondo degli insetti e una magnifica ornitofauna stanziale e migratoria, legata alle rotte tra Europa e il continente africano. Nell’atelier è possibile approfondire le tematiche mediante i laboratori naturalistici e le attività esperienziali e artigianali, come impagliare sedie e produrre manufatti mediante l’intreccio della canna comune, abilità che sapienti mani hanno ereditato dalla tradizione vallante. La sezione antropologica propone il tema del lavoro e della presenza dell’uomo nel millenario rapporto con la Valle: lo scariolante con la carriola e la vanga; il paraduro estense impiegato nella bonifica per scolo naturale; il vallarolo con gli arnesi per la raccolta delle erbe palustri e del legno igrofilo; la barca col “paradello” e il “tramaglio” per la pesca; gli utensili domestici e per la produzione dei manufatti in canna palustre, inclusi quelli per i tetti delle capanne. L’evoluzione geomorfologia del territorio tramite cartografie e plastici introduce le tecniche della bonifica, fino all’avvento delle draghe, della meccanica e delle grandi pompe.

Museo della Bonifica

Esempio di archeologia industriale e, al contempo, di cantiere di lavoro attivo, il museo è stato completato nel 2002 con l’inclusione delle centrali storiche che originariamente azionavano gli impianti idrovori. Il percorso si snoda dentro lo stabilimento della Bonifica Meccanica con cui il Consorzio di Bonifica Renana controlla e presidia il vasto sistema di canali, casse di espansione, chiaviche e porte vinciane disseminati in un vasto territorio compreso tra l’Appennino bolognese e il mare Adriatico, di cui Argenta è il polo nevralgico nel governo delle acque. Si parte dalla chiavica emissaria sul canale Lorgana, passando per la passeggiata archeologica delle macchine utilizzate nelle grandi escavazioni, prosciugamenti inalveazioni eseguiti fino alla prima metà del XX secolo; si continua poi con la visita alla sala delle pompe in stile liberty dove 6 imponenti idrovore, originali del 1925, sono ancora in funzione pur essendo attivate oggi non più mediante il ciclo termico‐vapore ed elettricità, bensì con i più avanzati sistemi dell’automazione meccanica. Si arriva infine alle grandi centrali storiche, termica con le caldaie, turbina per il vapore, elettrica e alternatori soppiantati da moderni generatori.

Casa Museo Vincenzo Monti

Alla periferia di Alfonsine si trova la settecentesca casa rurale in cui nacque e trascorse la prima infanzia il poeta neoclassico Vincenzo Monti. Interessante “casa della memoria” con decorazioni, mobili e cimeli del tempo, ospita il Centro di Educazione Ambientale, che si prefigge di diffondere una nuova sensibilità nei confronti dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, e il Centro Visita della Riserva Naturale Speciale di Alfonsine che, pur non facendo parte del territorio del Parco del Delta del Po, si presenta come un ambiente di particolare pregio, collocato nelle immediate vicinanze di alcuni punti di eccellenza dell’area protetta.

Museo della Battaglia del Senio

Istituito per documentare la fase finale dell’attacco alla “Linea Gotica”, il Museo del Senio è diventato ben presto  un museo del territorio romagnolo durante il periodo dell’ultimo conflitto, intrecciando fatti d’arme con la storia delle popolazioni e dei paesi segnati da quegli eventi. Al suo interno sono previsti due percorsi relativi al passaggio degli Eserciti Alleati ed alla Resistenza romagnola. Le collezioni presenti riguardano gli armamenti e le uniformi, le bandiere, gli oggetti più caratteristici che da militari furono riconvertiti per usi civili, nell’indigenza totale che la guerra aveva prodotto in queste zone. Ricca la documentazione fotografica ed audiovisiva sulla Guerra in Italia, con particolare riferimento alla dimensione regionale fino all’immediato dopoguerra.

Casa dell’Agnese

Tipica casa colonica della fine ’800, la Casa dell’Agnese è intatta nelle strutture principali (muri di mattoni e malta, solai in canne e tavelle ecc.), visitabile solo al piano terra. Nella stalla alcuni spazi sono dedicati ai vecchi arnesi utilizzati per la lavorazione del terreno, dei prodotti e per l’attività domestica. Il cortile è circondato dal magazzino e dal vecchio stalletto col forno. Questa casa nel 1975 fu scelta dal regista Giuliano Montaldo per la realizzazione del film ‘L’Agnese va a morire’ ed ora in estate è cornice di suggestivi spettacoli.

Museo NatuRA

All’interno del Palazzone si trovano il Centro Visite del Parco, Stazione “Pineta di S. Vitale e Pialasse di Ravenna” e il Museo Ravennate di Scienze Naturali. L’ampio allestimento ornitologico è affiancato da collezioni di anfibi e rettili locali ed esotici; fossili; conchiglie del Mare Adriatico; insetti e aracnidi, tra cui una sezione dedicata alle farfalle più originali delle foreste pluviali e una raccolta di farfalle diurne e notturne d’Italia. Da qui partono numerose escursioni libere o guidate nel Parco del Delta. Presso il Centro si trova anche un servizio per il noleggio di bici e binocoli.

Boscoforte

La Penisola di Boscoforte rappresenta uno dei più suggestivi e incontaminati ambienti dell’intero territorio del Parco del Delta del Po. Formato da un cordone dunoso di epoca etrusca, Boscoforte si spinge dall’argine del fiume Reno, per circa 6 chilometri, all’interno delle Valli di Comacchio. L’area è caratterizzata da una notevole varietà di ambienti, legati alla contemporanea presenza di acqua dolce e di acqua salmastra: canneti, salicorneti, barene, dossi sabbiosi e canali. Per le sue caratteristiche, la Penisola di Boscoforte richiama un’avifauna particolarmente ricca ed è un luogo privilegiato per la sosta e la nidificazione di volpoche, avocette, spatole e fenicotteri. È zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Rientra nelle aree designate come Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) della Rete Natura 2000.

Riserva Naturale di Alfonsine

Localizzata in provincia di Ravenna, la Riserva naturale speciale di Alfonsine si compone di tre piccole stazioni separate: una zona umida d’acqua dolce , un boschetto idrofilo e una fascia boscata ripariale. Lo Stagno della Fornace Violani è una zona umida di acqua dolce dotata di un osservatorio e numerose paratie di osservazione lungo il percorso da cui è possibile fare birdwatching e osservare una ricca avifauna. Grazie anche a diverse passerelle in legno si ha la possibilità di scendere fino alle sponde dello stagno. Lungo il sentiero è possibile osservare le specie vegetali che caratterizzano le siepi. Lo Stagno è un bacino di origine artificiale formatosi a seguito dell’estrazione di argilla necessaria all’adiacente omonima fornace (ora demolita). Attualmente occupa una superficie di circa 5 ettari.

Per informazioni: www.deltaduemila.net – tel. 0533-57693/4 – deltaduemila@tin.it  –  www.parcodeltapo.it

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