La montagna italiana fuori stagione conquista sempre più viaggiatori: secondo i dati interni di Airbnb, nel 2024 sono state prenotate oltre 1,2 milioni di notti fuori dai periodi tradizionali, segnando una crescita del 20% rispetto al 2022. Un trend in continua espansione che conferma il valore strategico del turismo in montagna fuori stagione come leva di sviluppo economico sostenibile per i territori alpini.

Le destinazioni crescono anche in primavera e autunno

Il fenomeno riguarda tutte le principali aree montane del Paese. In particolare:

  • Il Trentino-Alto Adige si conferma leader assoluto con oltre 650.000 notti prenotate.

  • Il Veneto registra un incremento del 17% rispetto al 2023.

  • La Lombardia segue con una crescita dell’11%, insieme a Piemonte e Valle d’Aosta.

Questi numeri raccontano una nuova stagione del turismo alpino: non più vincolato solo all’inverno e all’estate, ma sempre più attivo nei mesi di media e bassa stagione, grazie a un’offerta turistica che si evolve e si adatta alle nuove esigenze dei viaggiatori.

Un turismo sostenibile e redditizio

L’effetto economico della destagionalizzazione è significativo. Le comunità locali e i proprietari di seconde case vedono crescere i benefici anche lontano dai picchi stagionali. Le tariffe medie giornaliere degli alloggi nelle zone montane parlano chiaro:

  • Nel Veneto si superano i 205 euro al giorno.

  • In Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, la media è oltre i 168 euro.

Secondo Airbnb, affittare una casa nella montagna italiana anche in primavera o autunno si sta rivelando una scelta vincente, sia in termini economici che ambientali, perché distribuisce meglio i flussi e riduce la pressione nei periodi di alta stagione.

Chi sceglie la montagna fuori stagione?

Il profilo del viaggiatore è sempre più variegato: aumentano le prenotazioni da parte di nuclei familiari ridotti e viaggiatori singoli, alla ricerca di esperienze autentiche, relax e attività all’aria aperta. In Trentino-Alto Adige, queste categorie hanno segnato un aumento del 17% nel 2024.

Anche i turisti stranieri rispondono positivamente al richiamo della montagna italiana fuori stagione. In cima alla lista troviamo:

  • Germania, Francia e Stati Uniti

  • Seguono Regno Unito, Paesi Bassi, Svizzera, Spagna, Polonia e Australia

Dal mercato domestico, le prenotazioni arrivano soprattutto da Milano, Roma e dalle regioni del Nord Italia come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

L’impatto positivo degli host e della rete di co-host

“L’ospitalità diffusa è diventata una risorsa fondamentale per sostenere il territorio anche lontano dalle stagioni di punta,” spiega Luca de Zanna, host e referente del Mountain Host Club. “Ospitare significa alimentare l’economia locale, mantenere vivi i borghi e offrire un’accoglienza più autentica e continua.”

Per i proprietari che non vivono in prossimità delle loro case, Airbnb ha sviluppato la Rete di Co-Host, una soluzione che mette in contatto host e co-host locali, fornendo supporto nella gestione dell’alloggio: dalla creazione dell’annuncio alla comunicazione con gli ospiti.

Olimpiadi 2026: opportunità concreta per il turismo montano

Con l’avvicinarsi delle Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, il turismo in montagna fuori stagione acquisisce un valore ancora più strategico. “La domanda sta crescendo anche in aree meno battute dal turismo internazionale,” osserva Emanuela Seppi, Co-Host Airbnb. “È il momento giusto per prepararsi: dotare le strutture di comfort per sportivi, informazioni logistiche chiare e strategie di prezzo efficaci sarà cruciale.”

Secondo Seppi, le Olimpiadi rappresentano un’occasione irripetibile per accendere i riflettori su tutta la filiera turistica alpina, attivando un circolo virtuoso di visibilità, investimenti e crescita destinato a durare nel tempo.

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