Evaneos e i dieci anni di attività in Italia

Evaneos festeggia i dieci anni del mercato italiano: era infatti il 2009 – 4 anni dopo la fondazione dell’azienda – quando il network del turismo sostenibile sbarcava nel mercato italiano. Questi dieci anni di attività nel nostro paese raccontano di oltre 124 milioni di euro di vendite, di cui 105 milioni nelle economie delle comunità locali di destinazione. Il fatturato del primo semestre 2023 segna un +15% rispetto ai primi sei mesi del 2019. I nuovi agenti entrati nel network sono stati 70, solo nel 2023.

Dati interessanti sono quelli che definiscono il profilo dei clienti Evaneos legati all’Italia: gli italiani che decidono di affidarsi al network  scelgono destinazioni come Indonesia, Thailandia, Giordania e Marocco, con una netta preferenza per le attività culturali ( oltre il 65% dei casi) e  spendono in media 1.951 euro a pacchetto e rimanendo nella destinazione scelta per 11 giorni.

Dall’altra parte, i viaggiatori stranieri che scelgono l’Italia attraverso Evaneos spendono in media 1.400 euro per viaggio con una durata media di 9 giorni: Spagna e Francia sono i paesi di provenienza della maggior parte dei viaggiatori stranieri che visitano la nostra Penisola con Evaneos. L’Italia, assieme alla Grecia, è tra le poche destinazioni di stampo “turistico” presenti nel catalogo Evaneos, ma le attività proposte ai viaggiatori esulano sempre dal turismo di massa e propongono destinazioni e soluzioni altamente sostenibili ed orientate al mercato locale.

Il mercato del turismo italiano, sempre più orientato alla sostenibilità

La sostenibilità è sempre più un valore fondamentale nelle scelte del turista moderno, come confermato anche dai dati di un recente sondaggio condotto da Kairos su un campione di 1.010 intervistati 18+, con il metodo C.A.W.I. e su tutto il territorio nazionale.

Il quadro che emerge dall’indagine è quella di un turista italiano che ha voglia di viaggiare in maniera responsabile –  anche se questo comporta una spesa superiore  – ma spesso incontra difficoltà nel concretizzare questo suo desiderio: pesano sulle scelte soprattutto la rigidità dei calendari scolastici e lavorativi.

«In dieci anni il mercato turistico è cambiato moltissimo – commenta Viola Migliori, country manager Southern Europe – con l’emersione di una sensibilità sempre maggiore dei viaggiatori verso il tema della sostenibilità. Al tempo stesso sono diventati sempre più evidenti quelle criticità (overtourism, inquinamento, sperequazione di genere all’interno dell’industria) contro cui Evaneos agisce nel concreto sin dal 2009. Il bilancio del mercato italiano che emerge è positivo, sia per crescita di fatturato sia per il forte interesse che vediamo nelle agenzie a entrare nel nostro network: segno che la proposta distintiva Evaneos interessa ed è fonte di crescita economica per quelle agenzie che scommettono sul nostro modello.”

L’84% degli intervistati infatti ha dichiarato di voler ridurre il proprio impatto ambientale, e in particolare le emissioni di C0₂, durante il prossimo viaggio, mentre il 61% si dichiara disposto anche ad incrementare il proprio budget per raggiungere l’obiettivo e viaggiare in modo più responsabile.
Il sondaggio ha poi cercato di individuare i principali ostacoli alla transizione sostenibile dei comportamenti di viaggio. L’85% degli intervistati vede nei prezzi in aumento l’ostacolo principale, ma anche la rigidità dei calendari scolastici e lavorativi pesa in modo rilevante.

Viaggiare è educativo, stimola interesse e curiosità: ma non sempre è facile partire

Gli italiani attribuiscono al viaggio un indiscutibile ruolo educativo per i bambini e i ragazzi. In particolare gli attribuiscono la capacità di generare vantaggi per l’apprendimento: il 94% ritiene che viaggiare stimoli la curiosità dei bambini e il 77% ritiene addirittura che i bambini imparino di più scoprendo il mondo e viaggiando piuttosto che stando seduti in classe.

Però, non è tutto facile: per l’89% dei genitori italiani che lavorano è arduo conciliare ferie con il calendario delle vacanze scolastiche.

Il 76% degli italiani intervistati crede che una settimana lavorativa organizzata su 4 giorni incentiverebbe la scelta di mezzi di spostamento più ecologici, anche se più lenti come il treno, permettendo di bilanciare la minor velocità di spostamento con un maggior tempo a disposizione.
Un valore più elevato di quello rilevato in Francia (60%).

Ancor più evidente è la differenza dalla Francia quando si parla di ferie: il 24% degli italiani intervistati vorrebbe viaggiare per almeno 4 settimane in estate, ma il datore di lavoro non lo consente, contro il 12% dei francesi e il 22% degli spagnoli.

Il 50% afferma, inoltre, che i datori di lavoro dovrebbero accogliere richieste di ferie in qualunque periodo dell’anno, indipendentemente dall’attività svolta dal collaboratore all’interno dell’impresa (in Francia e Spagna si registrano invece valori del 40%).
Una maggiore flessibilità dei calendari permetterebbe di viaggiare maggiormente off season, con positive conseguenze sulle comunità locali più vulnerabili e con una diminuzione dei prezzi per i viaggiatori.

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