Fuoriporta ha intervistato l’Assessore al turismo della Regione Lombardia Lara Magoni. Quale sarà il futuro di 68mila strutture turistiche della regione…
Ripartiamo, ma cosa significa ripartire in Lombardia? Dopo la guerra bisognava ricostruire, ora bisogna riaprire, ma sarà sufficiente per incentivare il turismo nella vostra regione?
“La Lombardia è una terra vocata al turismo. I dati prima di questa maledetta pandemia lo certificano: gli arrivi nel 2019 hanno toccato quota 18 milioni, le presenze sono state oltre 43 milioni. Numeri che avevano certificato un vero e proprio boom del turismo lombardo, visto che rispetto al 2018 gli arrivi sono cresciuti del 4,6% e le presenze addirittura del 5,1%. Ma non solo: La Lombardia era la prima regione italiana per spesa turistica da parte dei turisti internazionali. Con 813 milioni di euro, la nostra regione raccoglieva più del 55% della spesa turistica totale degli stranieri nel Bel Paese per acquisti e shopping. Ora dobbiamo ripartire, consci delle difficoltà ma allo stesso tempo consapevoli di avere a disposizione un tesoro artistico, culturale e naturalistico impareggiabile. E dovremo ripartire con un turismo di prossimità, facendo riscoprire le bellezze della Lombardia ai lombardi”.
Quali sono le idee e le strategie della Regione Lombardia per promuovere il turismo e dare un sostegno alle strutture ricettive?
“Il turismo lombardo rischia il collasso. Nei giorni scorsi ho sollecitato il Ministro Franceschini affinché il turismo abbia la centralità che merita. La politica italiana deve dimostrare con fatti concreti se il turismo è davvero importante. Per la Lombardia è fondamentale. Albergatori, imprenditori del settore e in generale gli operatori lombardi del mondo del turismo stanno vivendo una crisi inimmaginabile fino a pochi mesi fa. Un settore vitale per l’economia nazionale e territoriale. E’ necessario dunque prevedere interventi immediati e urgenti, sotto forma di liquidità, per il sistema. In Lombardia parliamo di numeri enormi: oltre 56 mila pubblici esercizi, quasi 3 mila alberghi, più di 2 mila agenzie di viaggio e oltre e oltre 7 mila strutture ricettive non alberghiere, alle quali si aggiungono le numerose soluzioni abitative per soggiorni turistici brevi”.
Gli eventi, come volano del turismo nei borghi della vostra regione, quando e come potranno riprendere? Quando auspica che si possano riprendere a fare gli eventi di piazza? Sagre, infiorate, rievocazioni, riusciremo a fare i presepi viventi ne 2020?
“Adesso è difficile dirlo. Mi piace sempre parlare di date quando gli scenari abbiano una più solida definizione.
Sicuramente, per gli eventi legati al turismo, ci sarà un totale cambiamento. Oggi è il momento di lavorare tutti insieme. Dal primo giorno ho scelto come strategia l’ascolto dei territori, il confronto con tutta la filiera. Più che a una ripresa, io credo che si debba parlare di rinascita. Una sfida immensa che si può vincere solo insieme”.
Si parla di turismo di prossimità, cosa potrebbe fare la Regione per incentivarlo?
“La Lombardia è una terra ricca di eccellenze e che può offrire al turista una vasta scelta: laghi, città d’arte, paesaggi incantevoli, storia, cultura e tradizioni, l’enogastronomia. E soprattutto, le nostre splendide montagne. In tal senso, il coinvolgimento dei territori e la formazione degli operatori saranno i capisaldi della ripartenza che nei prossimi mesi vedrà protagonista il mercato domestico. Le montagne avranno un ruolo fondamentale: saranno un luogo riabilitativo ‘naturale’ per ritemprare il fisico e il morale dopo la malattia. Ecco: il ‘turismo active’ risponde perfettamente anche alla necessità di ‘distanziamento sociale’ con cui dovremo convivere nel futuro”.
Il turista post-covid ha bisogno di sicurezza, di sapere che l’emergenza sanitaria nel luogo in cui vuol andare in vacanza è sotto controllo. Cosa farà la regione per “confortare” il turista e spingerlo ad andare in vacanza in Lombardia?
“Dobbiamo ripartire da queste due parole: “fiducia” e “sicurezza”. Stiamo lavorando ad una campagna straordinaria di comunicazione e promozione per il riposizionamento di Regione Lombardia come destinazione turistica e insieme ad ENIT realizzeremo una campagna per il rilancio internazionale del Sistema Italia”.
L’ultima domanda, quale è il suo borgo del cuore e perchè.
“La Lombardia è ricca di piccoli borghi, veri e propri tesori artistici, culturali e storici che meritano di essere scoperti e valorizzati. Ho impegnato tutte le mie forze di assessore per dare nuova luce ad un turismo diverso, che portasse i visitatori ad apprezzare le tante perle, magari meno conosciute, che arricchiscono la nostra Lombardia. Oggi il turismo è cambiato: l’utente vuole conoscere luoghi nuovi, vivere esperienze indimenticabili, da ricordare. Ecco, la Lombardia può offrire tutto questo, grazie ad un culto delle tradizioni e del bello che si abbinano perfettamente ad itinerari enogastronomici di indubbio valore. I piccoli borghi, il loro fascino e i loro misteri, potranno essere un volano formidabile per far ripartire il turismo lombardo”.