Il momento è molto difficile, ma non c’è dubbio che, prima o poi, l’hashtag passerà da #iorestoacasa a #iotornoaviaggiare, e una delle più affascinanti mete che potrà essere oggetto dei primi viaggi alla fine dell’emergenza è l’antica capitale giapponese di Kyoto.

L’origine di Kyoto risale a oltre 1200 anni fa, e la cultura unica dell’antica capitale nipponica è sopravvissuta a una lunga storia segnata da guerre, disastri naturali, incendi e infine, al trasferimento della sede del governo a Tokyo. In tutti i suoi anni di vita Tokyo è stata culla di raffinate forme di artigianato tramandate di generazione in generazione, come ad esempio è il caso di due artigiani, che hanno trovato la strada dell’innovazione pur restando fedeli a secoli di tecniche tramandate.

fratelli Uenaka sono figli di un artigiano del kimono. Il figlio maggiore, Akihiro, utilizza sottili lamine d’oro per decorare non solo kimono, ma anche stoviglie in ceramica e persino tessuti in denim, impreziositi da eleganti design in brillante foglia d’oro. Così, antiche abilità apprese dalle precedenti generazioni, vengono utilizzate per realizzare oggetti entrati a far parte della nostra quotidianità, come portafogli e borse, tazze e piatti. 

Il fratello minore di Akihiro, Masashige, è un artigiano Kyo-Yuzen, una tecnica pittorica giapponese su tessuto, che prevede un meticoloso processo costituito da 20 passaggi. Per la realizzazione delle immagini viene utilizzata una colla, che arginando i colori, permette un’altissima definizione delle immagini. Trattandosi di una tecnica molto laboriosa, generalmente i diversi passaggi vengono distribuiti tra più artigiani, ma nel caso di Masashige, è lui stesso ad occuparsi di tutto il procedimento. 

Masashige ha applicato le tecniche tradizionali e la sensibilità della tintura Kyo-Yuzen originariamente utilizzata per il kimono, a sciarpe e abiti di foggia occidentale. Oltre ai tessuti, applica la tecnica anche ad altri materiali come la pelle, producendo braccialetti e porta biglietti da visita. 

Le lanterne a Kyoto sono parte integrante del paesaggio urbano, oltre che protagoniste dei matsuri, i festival tradizionali. La famiglia Kojima le produce da 10 generazioni, ovvero circa 200 anni. I fratelli Kojima oggi continuano a gestire il laboratorio artigianale, il Kojima Shoten, ma alle tecniche tramandate dai loro avi, hanno aggiunto un tocco personale, incorporando allo scheletro tradizionale della lanterna, nuovi design e accorgimenti direttamente richiesti dalla clientela, realizzando oggetti moderni, ma nati da quell’originale unico pezzo di bambù suddiviso in 150 parti più piccole.

 

Attualmente ci sono 74 industrie tradizionali a Kyoto. Sono una varietà diversificata di imprese, molte realizzano artigianato tradizionale, facendosi custodi di un patrimonio importante non solo per la città di Kyoto, ma per tutto il Giappone.

Il 14 marzo scorso, ha riaperto in un clima generale purtroppo difficile, il Museo dell’artigianato tradizionale di Kyoto (noto come Fureaikan, ), originariamente inaugurato nel 1996. Qui tutte le 74 aziende tradizionali di Kyoto sono rappresentate con oggetti del passato e reinterpretazioni più contemporanee, in un percorso che attraversa secoli di arte e artigianato, cultura e storia della città.

Più ampie informazioni su Tokyo sono su https://prev.kyoto.travel/it

Ugo Dell’Arciprete

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