Idrija la città del mercurio e del merlettoImmersa nella vallata del fiume Idrijca, nella Slovenia nord occidentale, è ricchissima di bellezze naturali. L’Unesco ha riconosciuto l’incommensurabile valore dell’attività mineraria, svolta per  500 anni, inserendola nella Lista del Patrimonio Mondiale

 

Estrazione del mercurio e merletto fatto a mano col tombolo. Queste sono le due peculiarità che da mezzo millennio caratterizzano Idrija, una bella cittadina di circa 11 mila abitanti della Slovenia nord occidentale, a circa 60 chilometri da Gorizia ed a 90 da Trieste. Una realtà affascinante e misteriosa, ricolma di storia e cultura ed adagiata nella stretta valle del fiume Idrijca, dove il mondo prealpino incontra quello carsico.Idrija la città del mercurio e del merletto

Sembra un paradosso ma la miniera di mercurio e l’arte del ricamo sono legati a  “filo doppio”.

Il ricamo, infatti, si sviluppò di pari passo con l’ampliamento della miniera: le mogli dei minatori mentre i loro uomini erano intenti al lavoro nelle viscere della terra, oltre a seguire la casa e la famiglia, iniziarono a specializzarsi nel “klekljanje idrijske čipke”, il pizzo a tombolo, una attività che, all’epoca, rappresentava un’entrata ulteriore per la famiglia e che poi si è trasformata in un “must” assoluto di Idrija. Oggi le maestre merlettaie della città, depositarie di un’arte che si è tramandata, attraverso i secoli, di madre in figlia, riescono a preparare una gamma di prodotti straordinari che spaziano dai semplici centro tavola, ai tovaglioli, alle tovaglie, ai gioielli ed anche ai capi di abbigliamento. La loro alta professionalità nel muovere con grande velocità i fuselli ed intrecciare i fili, fissati da spilli, per dare vita ad opere d’arte è riconosciuta a livello europeo.
Inoltre ogni anno, all’inizio dell’estate, si svolge il famoso Festival internazionale del merletto: la prossima edizione, la 39esima, è in calendario dal 19 al 21 giugno di quest’anno.

Un centro storico piccolo ed interessante

La fortuna della cittadina slovena è da associare all’argento vivo, come veniva anticamente chiamato il mercurio. Un metallo che, secondo una vecchia leggenda, fu scoperto quasi per caso. Si narra infatti che un artigiano che produceva mastelli in legno, dopo averli immersi in un ruscello vicino all’Idrijca se li ritrovò pieni di un liquido color argento, scintillante a tal punto da sembrare acqua. Aveva scoperto il mercurio. In poco tempo la notizia si sparse e la valle si trasformò in un piccolo “eldorado”  attirando  personaggi di ogni tipo in cerca di fortuna e di occasioni di lavoro.

Da tale momento lo sviluppo di Idrija fu incessante. E mentre nel sottosuolo si scavavano pozzi e gallerie, in superficie si costruivano, strade, piazze, scuole, chiese e perfino castelli.  Il suo sviluppo urbano è raccolto attorno alle quattro piazze più importanti: Ahacijev Trg, quella più antica  dedicata a Sant’Acazio, il patrono dei minatori, Scopolijev Trg che porta il nome del medico ed illustre studioso di scienze naturali Janez Anton Scopoli, di origini tirolesi, che è stato anche il primo medico dei minatori di Idrija, Aumeški Trg, dedicata alla città francese di Aumetz, gemellata con Idrija e Mestni Trg la piazza principale.  Quest’ultima, è dominata dal Municipio in stile Liberty, costruito nel 1898 e  dalla prestigiosa Scuola di Merletto, ubicata nell’imponente edificio datato 1876 e che da allora si occupa dell’insegnamento, della conservazione e dello sviluppo di quest’arte tipica di Idrija, il cui valore universale è stato riconosciuto con l’inserimento nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco. Oggi la scuola è frequentata da circa 400 allievi di ambo i sessi che frequentano i corsi intensivi per imparare le basi di questa arte straordinaria.  Proseguendo si arriva al Centro Visitatori del Geoparco, un interessante percorso interattivo aperto alla fine di ottobre dell’anno scorso. I  pannelli informativi, collocati in modo ottimale nei vari spazi,  permettono di fare  un interessante viaggio nel passato geologico di questa terra e di conoscere le sue tante peculiarità turistiche e gastronomiche ed il suo ricco patrimonio naturale e culturale. Per conoscere al meglio quest’ultimo basta fare un giro, anche di pochi chilometri, nei dintorni di Idrija.

Nelle immediate vicinanze, al numero 9 di Prelovčeva Ulica, c’è il  Castello di Gewerkenegg (in tedesco Castello minerario) che domina il centro storico di Idrija. Costruito nella prima metà del XVI secolo veniva usato come sede amministrativa della miniera e per immagazzinare, nelle sue capaci cantine, le preziose scorte di mercurio prima della loro spedizione in ogni parte del mondo. Quando si entra nel cortile si rimane piacevolmente sorpresi dagli affreschi che impreziosiscono la facciata e rendono l’intera struttura ancora più bella ed interessante.

Da circa sessant’anni  ospita il Museo civico di Idrija, una ventina di sale disposte su due piani che ospitano varie mostre permanenti. Quelle più importanti, assolutamente da visitare, riguardano i “Cinque secoli della miniera di mercurio e della città di Idrija” e “Il merletto di Idrija, un storia scritta con il filo”. La prima, inaugurata nel 1995, è la mostra principale e si prefigge di rappresentare in modo esauriente, chiaro ed avvincente i cinque secoli della miniera cittadina. Al secondo piano si trova invece la mostra sull’antico merletto di Idrija.  Le otto sezioni tematiche, che espongono circa 8 mila oggetti,  danno merito alle generazioni di merlettaie che con il loro duro lavoro hanno contribuito a scrivere la storia del merletto di Idrija.

Altra tappa Ahacijev Trg, che gli abitanti chiamano “Stari Plac”, la Piazza Vecchia. È circondata da due storici edifici il Deposito del Grano (conosciuto come il “Magazin”) ed il Teatro minerario (Teater). Quest’ultimo è il più antico edificio teatrale in muratura presente in Slovenia. Il primo, invece è un edificio in stile barocco dove venivano conservate le derrate alimentari con cui venivano parzialmente retribuiti i minatori.

Nelle vicinanze anche il bel palazzo “Šelštev”, dove avveniva l’adunata mattutina dei minatori. Il corridoio d’entrata è dominato da una grande scritta: “Srečno” che in sloveno significa “Buona fortuna”. Così, ogni mattina si salutavano i minatori, prima di entrare in miniera, dalla Antonijev rov (Galleria di Antonio), per una dura e faticosa giornata di lavoro. Nient’altro che un semplice “Srečno”, sussurrato ai colleghi al momento di indossare il casco protettivo ed entrare nella miniera. Un saluto scaramantico che voleva essere di buon auspicio, per tornare sani e salvi in superficie dopo il turno massacrante nelle viscere della terra.

Visita alla miniera di mercurio

La miniera iniziò l’attività alla fine del ‘400 che continuò, a ritmo incessante, per 500 anni. In pochi anni si ampliò a tal punto da diventare la seconda miniera di mercurio più grande del mondo. Un labirinto di gallerie di 700 chilometri, disposte su 15 livelli, il più basso dei quali si trova  ad una profondità di quasi 400 metri nel sottosuolo della cittadina slovena. Nei cinque secoli di attività i minatori estrassero tre milioni di metricubi di minerale e di materiale inerte. Oggi l’intero complesso è chiuso e l’Unesco, nel 2012, l’ha inserito nell’elenco dei beni di valore universale.

Idrija la città del mercurio e del merletto

Solo una piccola parte è visitabile e sempre in compagnia di una guida. Il percorso inizia dalla Galleria Antonijev rov e dura circa un’ora e mezza. Indossati casco protettivo e giacca a vento (nella miniera la temperatura è di circa 11°C) forniti all’entrata, si entra in una bassa galleria che si snoda per un centinaio di metri. Al termine di questo primo cunicolo si trova la Cappella s.v.Troijca (della Santa Trinità) con le statue di Sant’Acazio e Santa Barbara, i santi  che gli “knapi” (i minatori) andavano a ringraziare per un nuovo giorno di vita. Da qui si inizia a scendere  nelle viscere della miniera, per andare alla scoperta di questo mondo senza luce, circondati da rocce che trasudano mercurio e con il sottofondo dei rumori  di trivelle, piccozze, scalpelli e martelli pneumatici che un tempo scandivano la giornata dei minatori. Ogni tanto, dove meno te l’aspetti, appaiono anche loro i protagonisti della vita in miniera, gli knapi, oggi non più in carne e ossa ma solo con perfette riproduzioni a grandezza naturale. Quasi al termine del percorso si incontra anche Perkmandlc, il leggendario folletto della miniera con il suo berretto rosso e la giubba verde che sembra quasi indicare la strada giusta per l’uscita. Ed infatti dopo poche decine di metri  si incontra la ripida scala, scavata nella roccia, che riporta davanti alla cappella della Santa Trinità.

Idrija la città del mercurio e del merletto

Dopo la visita alla miniera ci sono ancora tante cose da vedere legate al mondo minerario tra cui la pompa ad acqua (Kamšt) del 1790, con la grande ruota in legno del diametro di oltre 13 metri e mezzo, utilizzata per estrarre acqua dalle profondità della miniera. Assolutamente da vedere anche la ricca collezione di macchine e strumenti minerari restaurati, che si trovano all’entrata del pozzo minerario Jašek Frančiške,  tra cui l’imponente pompa Kley, il più grande degli impianti a vapore della Slovenia in funzione dal 1859.

Ultima tappa la “Hisa” cioè la casa del minatore con le suppellettili e gli ambienti caratteristici: la “kamra”, cioè la sala e la cucina, con focolare aperto, dove le mani esperte delle mogli dei minatori preparavano le pietanze di tutti i giorni. Cibi preparati principalmente con  gli ingredienti forniti dall’orto dietro casa. Fra questi un posto di eccellenza spetta agli “žlikrofi” – ravioli a forma di mezzaluna con un saporito ripieno – che  hanno rappresentato il piatto principale per le schiere di minatori che si sono guadagnati da vivere lavorando tutti i giorni nell’oscurità delle viscere della terra. Oggi questa pietanza, dalla bontà sopraffina, è diventata quella più caratteristica della cucina idriana, il suo biglietto da visita gastronomico che la UE nel 2010, ha iscritto nel Registro delle specialità tradizionali garantite e tutelate a livello europeo. Una pietanza che non manca mai sulle tavole delle famiglie idriane, soprattutto nei giorni di festa.

Ulteriori informazioni: www.visit-idrija.si/it

Tiziano Argazzi

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