Chi dice Piemonte, pensa subito al paesaggio collinare esteso a sud del Tanaro, sogna anzitutto una ghiotta cucina che ne esprima il sentimento; e quando alla finestra la nebbia vela il paesaggio, sente i profumi del tartufo e del mosto, sogna di essere sull’alto colle di Neive a guardare la distesa immensa delle colline e, giù in fondo, le montagne innevate, dal Monte Rosa al Monviso. A questo punto l’afferra una gran voglia di agnolotti e brasato, di carne e tartufo, di polenta e spezzatino. Allora dice alle montagne: “state lì e aspettate” ed entra nella locanda di Tonino e Claudia ove il sogno diventa realtà.”
Questo incantevole pensiero fu scritto tanti anni fa da Giovanni Goria, celebre gastronomo e scrittore astigiano, un avvocato legato alla terra e all’agricoltura delle colline. Quando lui entrava a far parte dell’Accademia Italiana della Cucina io nascevo: era il 1962. Nella sua lunga carriera ha ricoperto innumerevoli cariche legate al settore della buona tavola, ha scritto e raccontato con maestria e passione il lavoro della gente, le tradizioni, i sapori e il buon gusto.
Io in quella locanda di Neive, conosciuta ed amata dai migliori gourmet professionisti e dai tantissimi clienti, ci sono stato in più occasioni ed ogni volta è stata un’emozione. L’eleganza dei locali storici di un antico palazzo, dove i camerieri ti servivano con i guanti bianchi, la straordinaria cucina tipica di Claudia Francalanci e il gran cuore di Tonino Verro l’avevano resa meta indiscutibile per i palati più raffinati. Era “La Contea”, era la locanda dove ti sentivi veramente bene: per la tavola e per l’amicizia.
A Neive, splendido borgo annoverato tra i più belli d’Italia, dove cresce persino il cappero sugli storici muraglioni, ci sono tornato con piacere per conoscere una deliziosa soluzione per il soggiorno. Si chiama “small hotel” Al Palazzo Rosso.
Il piccolo hotel è ambientato all’interno di un palazzo del XVII secolo, completamente ristrutturato nel 2016, e offre al turista quattro camere matrimoniali, tre standard e una più spaziosa. Ogni stanza è dotata di bagno privato, aria condizionata e cassetta di sicurezza, inoltre nelle tre standard gli ambienti sono impreziositi da un caminetto.
Nella ristrutturazione del palazzo sono stati mantenuti in originale alcuni particolari: soffitti in legno, porte, pavimenti e scale. Le camere si affacciano sulla piazza principale del borgo antico, un luogo delizioso in tutte le stagioni dell’anno, ricco di ristoranti, bar, enoteche e dalla terrazza posizionata all’ultimo piano si può godere di una gradevole vista sulle colline circostanti; quelle colline patrimonio UNESCO dal 2014 e tanto amate da Giovanni Goria.
Al piano terra del palazzo è stato allestito un piccolo negozietto dove si possono acquistare i vini della cantina Cà Barun e oggetti di interior design, inoltre spesso vengono organizzate degustazioni ed eventi d’arte.
Ho menzionato con un pizzico di timore e la dovuta riverenza Giovanni Goria perché anche la titolare del Palazzo Rosso è astigiana, si chiama Benedetta Bona, una gentilissima padrona di casa, e come il maestro gastronomo di Neive ne è decisamente innamorata. L’antica dimora è stata acquistata con il compagno di vita, Peter Thomsen, un simpaticissimo danese che ama produrre vino a pochi chilometri di distanza: Cà Barun è la sua cantina, ma questa è un’altra storia che vi racconterò in un’altra occasione.
Che bello ricordare Claudia e Tonino, i pranzi e le cene consumate in loro compagnia, ricordare “La Contea” e allo stesso tempo, citando due astigiani, scrivere del piccolo hotel, lo “small hotel” di Benedetta e Peter. Se raggiungete quelle magiche colline, quel borgo incantevole, se avete voglia di sentire quei profumi di cose buone fatelo e soggiornate Al Palazzo Rosso: al risveglio la colazione avrà un sapore ancora più intenso.
Fabrizio Salce