Perfetta per approfondire la conoscenza dell’anima della Corea, prima di programmarvi un viaggio, è la visita alla mostra, free entrance, allestita nelle sale espositive al piano terreno di Palazzo Morando, spazi dedicati a Costume e Moda, Immagine, sempre più aperti nel cuore di Milano, all’accoglienza di eventi internazionali. Il tema questa volta è “Connecting Borders: Hanguel x Fashion Art”.
Fil rouge ispiratore negli abiti scultura esposti come personaggi in una scena teatrale fuori dal tempo, è il linguaggio grafico di scrittura coreano Hanguel che, creato nel XV secolo, presenta caratteri e background filosofici quanto mai futuristici, anche per le sue incredibili connessioni con il nostro linguaggio digitale. Le consonanti sono ben 19 e le vocali 21, di cui 10 basiche, nate da combinazioni di linee orizzontali e verticali, secondo le filosofie orientali che tuttora riconoscono quali elementi fondamentali di tutto l’esistere, il cielo, la terra e l’umanità. Qui è stato studiato da 73 artisti della moda appartenenti al mondo accademico e industriale, provenienti da cinque paesi oltreoceano, tra cui molti designers emergenti e membri dell’Associazione Culturale e di Moda Coreana, The Korea Fashion & Culture Association fondata nel 1995 e presieduta dalla professoressa di Fashion Design presso la Ewha Womans University, Sunhee Park, che, avvalendosi della preziosa collaborazione del National Hangeul Museum, ha curato questa 19esima International Art Exhibition ora a Milano.
Il viaggio all’interno della mostra si articola in tre atti. Il primo, dedicato a “Form and Structure”, è dominato da opere o bianche o nere, il secondo “Styles and Writing” ospita pezzi realizzati in vari materiali e attraverso il contrasto di luminosità del bianco e del nero accostati, riflettono i vari stili di Hangeul svilupatisi nei secoli, il terzo “Shape and Graphic”, concentrandosi su elementi quali il punto, la linea e la superfice, allarga il proprio range cromatico ai quattro colori base, rosso, blu, nero e bianco, con accenni alla bellezza sensuale e al divertissement.
Quest’anno cade non solo il centesimo anniversario dell’indipendenza del popolo coreano dall’Impero Giapponese, ma il 135esimo delle relazioni diplomatiche tra Italia e Corea. Il progetto della mostra promosso dal Comune di Milano, rientra quindi nella volontà di favorire connessione e comunicazione tra i due popoli. Connecting Borders, appunto. L’arte ne è un mezzo efficace. Non a caso a presentare l’evento alla stampa è stato Claudio M. Salsi, direttore Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici, orgoglioso di annunciare un evento internazionale che dà lustro alla città.
Testo e foto di Maria Luisa Bonivento.