E’ boom per il turismo dell’azzardo

Nella classifica delle cento città più visitate nel corso del 2017, l’americana Las Vegas si permette di guardare dall’alto le nostre Milano, Venezia, Firenze…

Merito soprattutto della “strip”, un viale di quasi sette chilometri sul quale si affacciano alcuni dei più famosi casinò, in grado di richiamare oltre 6 milioni di turisti da ogni angolo del pianeta, in teoria tutti quegli italiani che nell’arco degli ultimi dodici mesi hanno giocato online su NetBet e gli altri portali autorizzati.

Si tratta del cosiddetto turismo dell’azzardo.

Un fenomeno che, se mai ce ne fosse bisogno, trova conferma già nelle primissime posizioni della graduatoria comunicata al World Travel Market di Londra. Perché sul gradino più alto del podio si piazza Honk Kong con ben 25,6 milioni di arrivi, mentre in quinta posizione c’è Macao con 16,2 milioni di visitatori. Vale a dire le due nuove capitali mondiali del gambling.

Cosa raccontano invece le statistiche del Belpaese?

A questo punto è d’obbligo una premessa: il turismo dell’azzardo in Italia non sembrerebbe esistere. 

Piuttosto, quando nel corso del Novecento furono rilasciati i permessi per l’apertura di ulteriori sale da gioco (era già in funzione dal 1638 quella di Venezia), le autorità scelsero di puntare su zone di frontiera (pensiamo a Sanremo e Saint-Vincent), se non addirittura oltre confine (l’exclave di Campione d’Italia). Quasi certamente l’intento fu quello di stoppare i flussi dei giocatori diretti al di là delle Alpi e, al tempo stesso, promuovere lo sviluppo in queste particolari aree del Paese.

Così al turismo italiano non restò (e resta tutt’ora) che puntare sulle bellezze naturali e i tesori architettonici.

Mica poco!

Tornando alla lista diffusa al World Travel Market, scopriamo pertanto che la nostra città più visitata nel 2017 è Roma, la capitale, con 9,5 milioni di turisti. Un valore che non le permette però di entrare nella top ten, piazzandosi in dodicesima posizione.

Alle spalle della Città Eterna ecco Milano, ventisettesima, con 6,8 milioni; quindi Venezia, trentottesima, con 5,2 milioni; infine, fra le prime cinquanta del mondo, Firenze, quarantaquattresima, con 4,8 milioni.

Numeri che per certi versi stridono se pensiamo al fatto di essere il Paese col maggior numero di siti UNESCO: ben 54 al momento in cui stiamo scrivendo queste righe, fra cui i centri storici di Firenze e Roma, Venezia e la laguna, la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano che custodisce il Cenacolo di Leonardo da Vinci.

A questo punto e in attesa dei numeri dello scorso anno, che sembrerebbero comunque col segno più, possiamo consolarci con i dati relativi al 2017 pubblicati nello studio firmato WTTC, acronimo inglese che sta per World Travel Tourism & Council. 

L’attività turistica ha, infatti, prodotto un giro d’affari pari a 223,2 miliardi di euro, il 13% del prodotto interno lordo. Mantenendo così quel trend di crescita già esibito negli ultimi anni. Ha generato, in maniera diretta e indiretta, 3,4 milioni di nuovi posti di lavoro, cifra che vale il 14,7% dell’occupazione totale del Paese. 

Percentuali superiori a quelle della media europea.

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