Fumare fuori dalla finestra della camera, rubare asciugamani e cibo o ospitare un’altra persona sono tra i divieti che gli italiani infrangono di più in albergo secondo Hotelscan.com
In piena estate, nelle settimane più calde, la maggior parte delle persone si gode le vacanze e sono milioni quelle che hanno scelto di soggiornare in un albergo. Il relax e le giornate senza pensieri, però, non dovrebbero far dimenticare la buona educazione e le norme da rispettare; invece, secondo il motore di ricerca e comparazione prezzi per hotel e altri tipi di alloggi, hotelscan.com, gli italiani sono tra quelli che infrangono più regole durante le ferie, secondi in Europa soltanto agli spagnoli.
Il dato è frutto di un sondaggio condotto dal team di hotelscan.com tra i turisti europei che sono stati in vacanza almeno una volta negli ultimi due anni. Come prima domanda gli è stato chiesto se avessero mai fatto qualcosa di proibito in un hotel e ben l’87% degli italiani ha risposto in modo affermativo. Poi, a tutti è stato domandato quali fossero le regole che erano state violate durante la permanenza in albergo e queste sono state le risposte.
I divieti più violati dagli italiani negli hotel:
– Rubare del cibo dalla prima colazione per mangiarlo più tardi (72%)
– Fumare fuori dalla finestra delle camere per non fumatori (55%)
– Rubare asciugamani e/o accappatoi (44%)
– Bere le bottigliette del frigobar e poi riempirle con acqua o succhi (35%)
– Lasciare gli asciugamani sui lettini della piscina tutto il giorno (21%)
– Fare il bagno in piscina quando è chiusa (16%)
– Ospitare una persona in più in camera (11%)
La cosa che sembra meno grave e su cui si può chiudere un occhio è il fatto di prendere qualcosa in più dal buffet della prima colazione, un po’ di frutta o uno spuntino da fare a metà mattina, anche se nella maggior parte degli alberghi è vietato. Meno, invece, il fatto di fumare alla finestra nelle aree in cui è rigorosamente proibito e la maggior parte dei fumatori spesso lo fa comunque in albergo, correndo il rischio di essere “pizzicati” dai dispositivi che rilevano il fumo nelle camere. Molti hotel, inoltre, mettono in conto che i loro accappatoi o asciugamani possano essere presi dagli ospiti, anche se ormai, soprattutto quelli di un certo livello, ne indicano il prezzo, qualora si volessero acquistare, o usano dei microchip che suonano se vengono portati all’esterno della struttura, facendo vergognare chi prova a metterli in valigia per portali a casa come souvenir. Ma il dato più curioso di tutti è che il 35% degli italiani ha ammesso di finire le bottigliette del frigobar e di ricaricarle con altri liquidi.
Volendo approfondire un po’ i trucchetti dei “ladri di alcol”, a tutti coloro che hanno risposto di aver finito i drink della camera è stato poi domandato che tipo di alcolici avessero consumato e con cosa avessero sostituito il contenuto e i drink più gettonati sono risultati quelli trasparenti, tipo gin, rum o vodka, che poi sono stati riempiti con acqua, seguiti dal whisky che invece è stato sostituito con succo di mela o tè. Infine, gli è chiesto se avevano già orchestrato il metodo a casa o ci avevano pensato lì per lì in albergo, e il 67% ha ammesso di aver pianificato molto prima la strategia, mentre il 33% ha detto di aver improvvisato. Il 77% ha anche affermato di aver preso spunto dal racconto di amici o familiari che l’avevano già fatto in precedenza.
A livello europeo, gli italiani sono risultati il secondo popolo più portato a contravvenire le regole negli alberghi:
Spagnoli: 90%
Italiani: 87%
Portoghesi: 82%
Inglesi: 78%
Francesi: 67%.
Francesco Sala, Direttore di Hotelscan, ha dichiarato: “Le vacanze sono giorni di meritato riposo, relax e divertimento dopo un lungo anno di impegni e lavoro e non vale la pena rovinarseli facendosi richiamare per aver infranto qualche regola in albergo o aver rubato qualcosa di poco conto come un asciugamano, un accappatoio o una bottiglietta dal minibar, più per capriccio che per necessità, con il rischio, inoltre, di trovarseli addebitati una volta tornati a casa sulla propria carta di credito”.