La riqualificazione di locali pubblici per “Naturalmente Capodimonte” grazie al Centro Assistenza Tecnica Sviluppo Imprese di Viterbo

“Abbiamo  fatto di tutto per valorizzare  il turismo e in questi anni ci siamo riusciti.  Abbiamo realizzato un porto turistico per 400 posti barca e un campeggio  per 1000 persone sul  lungolago dove vi sono platani secolari.  Abbiamo incrementato anche l’agricoltura  che è un settore trainante per Capodimonte, con la  pastorizia e la coltivazione di tipicità del luogo, come i cereali,  la vite e le olive che sono proprio della  nostra zona collinare  tufacea.
” Questa la presentazione del ridente comune sul lago di Bolsena da parte del Sindaco di Capodimonte Mario  Fanelli. Nei giorni scorsi si è discusso di comunicazione e marketing, innovazione tecnologica e commerciale: sono state queste le macro aree comuni dei progetti messi in atto dalle quattro ”Reti d’Impresa su Strada”, costituitesi grazie al finanziamento ottenuto dalla Regione Lazio a seguito di Avviso Pubblico e presentate  nel corso di un più grande contenitore che è “VisiTuscia”, la Borsa del Turismo e dell’Enogastronomia della provincia di Viterbo, organizzato dal CAT, Centro Assistenza Tecnica Sviluppo Imprese di Viterbo.

Capodimonte: uno per tutti, tutti per uno

Mario Fanelli

”Abbiamo riattato la  vecchia Cascina – dice il sindaco Fanelli –  che fu una Scuderia del 500 adiacente alla  Rocca Farnese. Capodimonte è grata a Vincenzo Peperello  Presidente del CAT che ci ha consentito di fruire dei finanziamenti della regione tramite la rete, viviamo infatti un momento difficile per il paesino che ha come principale risorsa il turismo e riusciremo certamente con questi aiuti ad incrementare e a valorizzare quanto disponiamo. Abbiamo realizzato in tal modo un progetto significativo. Siamo gli attori principali e di conseguenza tutta la rete e le attività dall’ artigianato  al commercio ci darà quel valore in più che mancava a Capodimonte”.

I vari comuni vicini partecipano  anche loro al progetto regionale  e hanno anche loro in animo di realizzare interventi  simili anche se diversi, come evitare la concorrenza fra i vari luoghi del lago di Bolsena e come riuscirete  ad  amalgamare  il tutto ?

Capodimonte: uno per tutti, tutti per uno

Francesca Ferri

Francesca Ferri, vicepresidente della rete risponde:”  Allora c’è una sfida nuova,  l’uno e il due settembre abbiamo deciso d’intesa con le due reti di Marta e di Capodimonte,  paesi limitrofi ad un chilometro di distanza, separati da un piccolo promontorio,  di fare finalmente un evento insieme. A Marta rievocheremo il Trecento e  a Capodimonte il Cinquecento dei Farnese con delle navette che metteranno in collegamento i due Borghi. Siamo riusciti a concludere questo accordo proprio pochi giorni fa con  Susanna Cherchi che è la  Presidente della Rete di Imprese di VisitMarta,  quindi riusciremo finalmente a mettere in collegamento e  a fare un primo ponte tra quello che sarà secondo me in futuro una collaborazione continua”.

Gli fa eco in sindaco Mario Fanelli: “Sono diversi anni che ormai abbiamo eliminato il campanilismo e stiamo portando avanti un certo tipo di progetto perché ormai è finito il tempo che  un comune singolo porta avanti le sue idee, dobbiamo lavorare  per il territorio e questa è stata per me una grossa soddisfazione perché sono riuscito  a portare a termine un progetto che abbiamo fatto insieme con tutti i comuni. Ad esempio  la pista ciclabile  è in cantiere ed  è già in stato di avanzamento. Verranno  create delle strutture intorno al lago dove verranno realizzati punti per  la degustazione di prodotti tipici. La nostra zona non è stata deturpata negli anni 60-70 con il cemento e oggi  è il verde l’attore principale,  questa sarà una nostra risorsa e cercheremo di puntare tutto  per valorizzare ancora di più questo territorio. Sono diversi anni che lavoriamo tutti  insieme per salvaguardare  il lago di Bolsena perché tutti i comuni rivieraschi  sono uniti da questo anello e abbiamo l’impegno di  non effettuare  sversamenti  nell’acqua perché oggi sicuramente l’acqua è un bene che ha il maggior  valore. La risorsa idrica è importante non solo per i comuni della provincia di Viterbo ma anche  per Roma perché  dobbiamo salvaguardare questo bene e sono convinto  che si dovrebbe avviare un intervento per  eliminare  definitivamente l’arsenico perché è inutile che ogni anno si cambiano i filtri che  hanno dei costi, il problema ci unisce tutti proprio per  la salvaguardia  di tutti i comuni che intorno al lago vivono di turismo. Come Sindaco  sono al mio secondo mandato e da diversi anni che lavoro  per Capodimonte, abbiamo realizzato la messa in sicurezza del promontorio con pilastri di 20-30 metri collocati nel terreno molto friabile  e abbiamo valorizzato  il lungolago. E’ la natura  che ci ha dato la fortuna di avere questo bene di Dio che non è nostro ma è di tutti noi  che lo dobbiamo solamente salvaguardare e conservare, noi facciamo di tutto e oggi grazie anche alla rete d’impresa riusciamo a valorizzare i nostri progetti che  stiamo portando avanti da anni”.

Capodimonte: uno per tutti, tutti per uno

tipicità locali di Capodimonte

Ma come vive in concreto la realtà della rete d’imprese, risponde Francesca Ferri: “Sono una delle responsabili della rete e mi hanno nominato vicepresidente. Sono romana naturalizzata da 15 anni in questo luogo meraviglioso. Ho una piccola attività commerciale sul lungolago, un piccolo chiosco e sono innamorata di Capodimonte per cui mi do da fare a livello di organizzazione. Lo strumento della rete ci  ha dato la possibilità a tutti  noi commercianti e imprenditori  di cominciare ad andare d’accordo e  siamo riusciti ad aggregare  56 soggetti.  Questa è la vera sfida e secondo me la rete ha questa funzione principale,  di creare unità dove comunque spesso regna il conflitto,  nei piccoli luoghi c’è conflittualità diffusa e invece grazie a questo nuovo strumento stiamo cercando di creare fiducia reciproca e fare qualche cosa  insieme perché questa è l’unica e grande sfida per piccoli centri che sono si belli e ricchi  di amenità,  ma hanno bisogno di una comunità territoriale che possa fare da volano a queste bellezze naturali”.

Harry di Prisco

 

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