Alla festa medievale Federicus sfilano 1120 figuranti “Le donne e ‘ cavalier, li affanni e li agi che ne ‘nvogliava amore e cortesia là dove i cuor son fatti sì malvagi” questi i versi con cui si esprimono gli invidiosi nel quattordicesimo canto del Purgatorio di Dante. Questo è stato il tema della sesta dizione 2017 di Federicus, la festa medievale che ha coinvolto l’intera città di Altamura dal 29 aprile al primo maggio. La città tutta è stata chiamata a vivere un momento di aggregazione, in cui ogni cittadino si è sentito protagonista per dare il suo piccolo ma importante contributo.
La scelta del tema è stata ispirata dai versi in cui il Poeta rimpiange Le Donne e Cavalier, li Affanni e li Agi di un mondo, ormai sulla via del tramonto, fatto di amore, gentilezza, coraggio e cortesia. La figura del cavaliere incarna non più e non soltanto virtù militari e guerresche come la prodezza, l’onore e la fedeltà, ma anche virtù civili quali liberalità, magnanimità e misura. La nobiltà è quella del cuore e non del sangue. La donna diventa il simbolo e il soggetto intorno a cui ruota questo nuovo sistema, la fonte da cui dipartono e si originano i comportamenti più alti e gentili. Su questi temi si sono tenuti ad Altamura vari convegni ed eventi, nonché giostre e tornei.
E’ occorso intero anno per la preparazione dell’evento, a cui hanno preso parte 1120 figuranti alla sfilata dell’Imperatore di Domenica 30 e 960 fanciulli a quella del giorno prima, a loro dedicata.
Il gruppo FORTIS MURGIA, presieduto dal Dr. Gianni Moramarco, ed il GAL TERRE di MURGIA sin dallo scorso luglio hanno organizzato nei minimi dettagli l’evento. La sera, dopo il lavoro, una volta alla settimana i responsabili dei gruppi si sono incontrati per coordinare i tanti volontari. Grafici, costumisti, attori, coreografi, consulenti storici e musicali, sotto la regia di Antonello Arpaia, hanno dato vita ad una squadra imponente che si è occupata di arredo urbano, logistica, costumi, attività ludiche, servizi ristoro, ospitalità, turismo, cultura, storia. Anche i segnali stradali del centro antico sono stati coperti per riportare la città indietro nel tempo. E poi tante iniziative degli stessi partecipanti: un bimbo ha ricoperto gli occhiali di spago ! I commercianti hanno trasformato i loro negozi in botteghe medievali sostituendo le insegne e vestendo splendidi costumi.
Bellissimi i giochi di epoca federiciana che hanno richiamato l’attenzione delle centinaia di migliaia (ma poi chi li ha potuti contare !) di turisti accorsi da ogni dove.
Le varie mostre hanno completato il programma. La festa, perché di questo si è trattato, ha richiamare l’interesse su Altamura da parte di visitatori e turisti, che hanno portato con sé, oltre ai prodotti tipici, un po’ di storia e di cultura murgiana. Fra le tipicità note ovunque un posto di riguardo lo merita il famoso pane D.O.P. prodotto tradizionalmente in grandi pezzature, era impastato prevalentemente in casa dalle donne e portato a cuocere in forni pubblici. Per evitare che le pagnotte si confondessero, il fornaio procedeva a marchiarle con le iniziali del proprietario con un timbro di ferro.
La principale caratteristica del pane era la durevolezza, per assicurare il sostentamento di contadini e pastori nelle settimane che trascorrevano lontano da casa. La principale caratteristica ancora oggi del “pane di Altamura”, unitamente al suo sapore e digeribilità, è la sua capacità di potersi mangiare per due tre giorni da quando viene sfornato, ma anche di più. Altro souvenir da acquistare è l’amaro “Padre Peppe”. Inventato nell’800 dal frate cappuccino Giuseppe Ronchi, un elisir che cura “l’anima ed il corpo dalle fredde noti d’inverno e dalle infuocate calure estive”. La visita della cittadina non può prescindere da quella ai “claustri”: piazzette delimitate dalle abitazioni che vi si affacciano, che si aprono sulle vie principali del nucleo storico con al centro un cortile inclinato per la raccolta delle acque piovane nelle sottostanti cisterne. La vista alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, voluta dall’Imperatore Federico II di Svevia nel 1232, con un’architettura sacra Romanico – Pugliese, lascerà senza parole il visitatore per i tesori che racchiude. Il tour prosegue con un’ escursione lungo le Mura Megalitiche risalenti alla civiltà Peuceta e alla visita al Museo Archeologico Nazionale, in cui si può visitare la riproduzione estremamente reale di un uomo vissuto tra i 170 mila e i 130 mila anni fa detto: “Uomo di Altamura”,
il cui scheletro fu ritrovato nella grotta di Lamalunga, un fossile unico e di inestimabile valore scientifico, essendo l’esemplare di Neanderthal più antico e completo di cui si possieda. Un’ultima raccomandazione: non dimenticate di acquistare le celebri “orecchiette” in un laboratorio artigianale associato al “Club delle Orecchiette”.
Harry di Prisco