Karnataka e Andhra Pradesh: l'India sconosciuta del Sud

Lo stato del Karnataka, situato nel sud-ovest della penisola e grande due terzi dell’Italia (ma con uguale numero di abitanti e un’elevata densità di 319 ab/km2), si estende dall’altopiano centrale del Deccan alla costa sul Mare Arabico.

 

Sebbene sconosciuto al turismo di massa, la sua antica storia e il suo ingente patrimonio artistico consentono di organizzarvi uno degli itinerari culturali più interessanti di tutto il sub-continente indiano.
Infatti, nonostante sia soltanto ottavo tra gli stati indiani per superficie, possiede ben 507 monumenti statali protetti, su un totale di 3.600. Inoltre annovera 21 santuari faunistici e 5 parchi nazionali, con la maggior concentrazione di elefanti asiatici e bufali. Il paesaggio si presenta estremamente vario: alla costa bassa e dritta, priva di approdi naturali, segue una stretta pianura punteggiata da palme da cocco e risaie; proseguendo verso l’internano si incontra la catena dei Ghati occidentali, con cime che sfiorano i 2.000 m, ricoperte da foreste e solcata da profonde vallate che danno origine a numerose e suggestive cascate (compresa la più alta dell’India), quindi il vasto altopiano centrale del Deccan, dal quale nascono tutti i fiumi del Karnataka, la cui maggioranza si versa ad est nel lontano golfo del Bengala.
Questo altopiano di per sé sarebbe arido, ma le intense piogge monsoniche assieme ad una rete di canali e di bacini artificiali lo hanno resto fertile e produttivo; verso sud si sfrangia in una serie di picchi, ricoperti da fitta vegetazione di foresta cedua, che ospita elefanti, tigri, leopardi e bufali. In queste foreste crescono gli alberi di sandalo, di cui l’India è la maggior esportatrice, per quantità e qualità. Vicino a Mysore stanno tentando la non facile impresa di coltivare il sandalo, pianta del tutto selvatica e parassita, che arriva a produrre il prezioso olio essenziale, usato in medicina e in profumeria per il suo odore penetrante e le proprietà antisettiche, soltanto dopo 40-50 anni di vita. E questa è stata anche la terra natia e di insegnamento del guru indiano più famoso in Occidente (e con parecchi seguaci anche in Italia), Sai Baba, autore di incredibili prodigi e messaggero di pace e amore universale.
Lo stato è nato nel 1947 con l’adesione alla confederazione indiana del regno di Mysore, che nel 1973 ha assunto il nome odierno con l’intento di riunire tutti i popoli di lingua kannada, di ceppo dravidico; nonostante ciò esistono quattro minoranze che parlano altre lingue. La religione prevalente è l’induismo shivaista.

karna18vm uomoAssai più ampio in superficie e popolazione del Karnataka, lo stato meridionale confinante di sud-est dell’Andhra Pradesh (grande quanto l’Italia) è occupato per 2/3 dalla parte centrale dell’altopiano del Deccan, con a nord pianure ad elevata produzione agricola, che diventa montagnosa a sud coperta da foreste, per degradare infine verso est in un’ampia pianura costiera con risaie affacciate per mille km sul golfo del Bengala. Stato plurietnico e multilingue, con enormi ricchezze minerarie ancora da sfruttare – a parte i favolosi diamanti di un tempo – è anche uno dei  più poveri e arretrati, nonostante sia stato per secoli la patria degli uomini più ricchi della terra, i nababbi di feudataria memoria.  Nonostante la stragrande maggioranza della popolazione attuale professi la fede induista, la varietà etnica si riflette nella notevole varietà artistica e culturale; dopo un debutto buddhista, la cultura dravidica del sud qui si è incrociata con l’islam proveniente dal nord.  Non a caso risulta assai più visitata dai pellegrini indiani che non da turisti occidentali.

Un ipotetico itinerario parte con la visita di Mumbai, la vecchia Bombay degli inglesi capoluogo del Maharashtra e in particolare il sito Unesco delle grotte di Elephanta, e raggiunge in aereo Hyderabad, sesta città indiana capoluogo dell’Andhra Pradesh e epicentro del software indiano, dove l’induismo si fonde con l’islam, per visitare l’imponente forte trecentesco Golconda e una moschea capace di contenere diecimila fedeli. Dopo le grotte di Belum e Vijayanagar, capitale nel XIV sec. di uno dei più potenti imperi hindu, ecco Hampi, centro sacro noto per il particolare stile indo-saraceno dei suoi edifici,  e poi gli otto santuari rupestri e i templi dravidici di Badami, con pregevoli sculture delle divinità del pantheon hindu. Escursione a Pattadakal e Aihole, veri e propri gioielli dell’arte dell’India centro-meridionale che influenzarono  l’architettura religiosa dei secoli successivi. La zona archeologica di Pattadakal comprende bellissimi templi per gran parte costruiti tra VII e VIII sec., ma ve ne sono anche di più antichi. La vicina Aihole, con più di cento santuari, fu una sorta di laboratorio dove furono sperimentate e sviluppate nuove tecniche costruttive e varie correnti artistiche che più tardi avrebbero trovato ulteriori sviluppi a Pattadakal. E’ poi la volta di Bijapur, sede di meravigliosi esempi dell’architettura musulmana del XV-XVII sec., per concludere l’itinerario a Gulbarga, prima capitale dei Bahmani nel 1300, tra i cui monumenti figura una moschea eretta ad imitazione di quella spagnola di Cordova.

L’operatore urbinate “Apatam Viaggi” (tel. 0722 32 94 88, www.apatam.it), dal 1980 specializzato in percorsi culturali con accompagnamento qualificato in ogni parte del mondo con un ottimo rapporto prezzo/qualità, propone un itinerario di 14 giorni attraverso il meglio dell’architettura e dell’arte di Karnataka e Andhra Padesh, nell’India del sud.  Uniche partenze di gruppo con voli di linea da Roma via Istanbul il 24 ottobre e 26 dicembre 2016, pernottamenti in hotel a 3 e 4 stelle con mezza pensione, accompagnatore dall’Italia e guida locale di lingua italiana, quote da 2.990.00 euro in doppia tutto compreso.

Giulio Badini

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