A una quarantina di chilometri da Milano e a meno di quindici da Pavia, sorge un gioiello trecentesco, un “ Castrum zoiosum”, imponente residenza fortificata, edificata da Galeazzo II Visconti e dalla moglie Bianca di Savoia, per accogliere corte e ospiti invitati a battute di caccia nella circostante zona boscosa che, ricca di selvaggina, si estendeva a sud fino al Po e a nord-ovest fino al parco del castello di Pavia.

La struttura, atipica rispetto ai castelli di pianura viscontei, presenta la tipologia propria del castello-ricetto, cioè a pianta quadrangolare senza torri, racchiusa da alte cortine murarie con merlatura ghibellina, sui cui quattro lati si aprono altrettanti accessi, muniti di ponte levatoio, aggettanti sull’ampio fossato.Affreschi recentemente restaurati

Dotata di una “sala longa” e di altri ambienti di rappresentanza, atti ad accogliere la corte e i suoi ospiti durante le frequenti battute di caccia, diventò uno dei più rinomati luoghi di ritrovo sotto il dominio del loro figlio, primo duca di Milano, Gian Galeazzo (1347-1402) che oltre ad ampliare il castello e a renderlo più ameno fece anche realizzare una strada che collegava, appunto, Pavia a Belgioioso.Facciata interna del corpo trecentesco

Ora, mentre l’ala occidentale appare radicalmente trasformata in stile neoclassico con palazzo settecentesco, scuderie, serre e ampio giardino all’italiana, l’ala orientale, che conserva la tipologia originaria, recentemente restaurata, sarà illustrata, sabato 21 maggio, nell’ambito delle Giornate Nazionali dei Castelli 2016, dal Prof. Fabio Zucca, Assessore alla Cultura di Belgioioso, dall’arch. Pier Franco Dallera, delegato di Pavia e dall’arch. Gianfranco Rocculi, che illustrerà la simbologia dei reperti araldici ritornati a nuova vita, tra leoni galeati, biscioni, secchi e tizzoni ardenti. Una rigorosa chiave di lettura per penetrare in splendidi mondi tanto lontani e renderli orgoglioso oggetto della nostra cultura attuale.

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Testo e foto di Maria Luisa Bonivento

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