Piena liberalizzazione dei servizi ferroviari in Europa e reciprocità effettiva tra i Paesi: questi gli argomenti che FS Italiane ha sostenuto nell’ambito della discussione globale sulla Direttiva Recast e sul Quarto Pacchetto Ferroviario, ribaditi il 12 maggio nel corso del workshop “Il futuro della governance ferroviaria”, organizzato insieme alla Community of European Railway and Infrastructure Companies (CER).

L’evento, che si è svolto nel Conference Centre di Expo Milano 2015, è stato aperto da Michele Mario Elia, AD del Gruppo FS Italiane, e ha visto tra i relatori Christian Kern, Presidente CER, Maurizio Gentile, AD di Rete Ferroviaria Italiana, Andrea Camanzi, Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, Jocelyn Fajardo, Membro del Gabinetto del Commissario ai Trasporti Europeo.

La Direttiva Recast – ha sottolineato Michele Mario Elia, AD FS Italiane è un testo legislativo di grande importanza che garantisce una solida base normativa comune in tutt’Europa, chiarendo i ruoli dei Governi, delle imprese ferroviarie, dei gestori dell’infrastruttura, degli organismi di regolazione nazionali e della stessa Commissione. Il Piano Industriale 2014-2017 di FS Italiane guarda all’Europa come naturale terreno di sviluppo. Per tagliare questo traguardo, è necessaria la nascita di un unico mercato ferroviario europeo, davvero liberalizzato, che non ponga restrizioni all’accesso alle reti di ciascun paese e che non sia asimmetrico, rispettando i principi di reciprocità. Un mercato che, magari grazie anche all’istituzione di un regolatore unico europeo, non abbia più le barriere tecniche e amministrative che spesso impediscono di fatto il processo di liberalizzazione”.

Basti pensare che il nuovo Frecciarossa 1000 (in servizio dal 14 giugno, interoperabile e capace di raggiungere i 400 km/h) dovrà essere omologato in ogni singolo Stato europeo in cui Trenitalia vorrà farlo viaggiare, con procedure spesso lente, ripetitive e costose.

FS Italiane sostiene perciò la proposta del Parlamento Europeo, che prevede la piena liberalizzazione di tutti i servizi dal 2019, con una clausola di reciprocità che impedisca alle imprese provenienti da mercati chiusi di competere in quelli liberalizzati. Sostiene anche la proposta dell’Europarlamento in tema di governance, con un modello di impresa a holding che assicuri la trasparenza dei flussi finanziari tra le diverse società controllate e l’indipendenza del Gestore dell’infrastruttura.

Tale modello è sufficientemente flessibile per adattarsi alle diverse realtà ferroviarie europee e favorisce anche la tipologia di percorso verso la privatizzazione del Gruppo FS Italiane prevista dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano, con l’entrata in borsa di una quotazione minoritaria nel corso del 2016. Si tratterà del primo caso di quotazione di un gruppo integrato: una modalità che permetterà la valorizzazione dei risultati raggiunti negli ultimi anni, dell’efficienza del gruppo e della capacità di innovare e creare valore. Per  completare questo ambizioso progetto, è importante che anche le regole europee costituiscano un conforto per gli investitori nell’azienda, che si aspettano una giusta remunerazione dei capitali investiti.

La direttiva Recast, sui cui i vari relatori del workshop sono intervenuti, pone basi più forti per permettere a tutte le imprese ferroviarie di competere, servendo al meglio la domanda di trasporto passeggeri e merci. Chiama inoltre i gestori dell’infrastruttura ad una profonda riorganizzazione industriale, contabile e economica-finanziaria: le nuove norme mirano a rendere, in tutti i Paesi dell’Unione Europea, i gestori più autonomi dai singoli stati, attraverso una chiara determinazione dei costi a carico delle imprese ferroviarie, con grandi benefici in termini di efficienza. Grande attenzione, all’interno della discussione, è stata data anche all’introduzione dei regolatori ferroviari in tutti i Paesi UE, per la definizione chiara delle competenze, delle funzioni e dei poteri di controllo.

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