Il suo nome può trarre in inganno, ma la Baja California non ha davvero nulla a che vedere con le star di Hollywood o il Golden Gate, qui l’unico prodigio è ad opera di una sola mano, quella di Madre Natura e l’uomo, spettatore passivo, non può che ammirare la forza pura e incontrastata delle sue creature.
Lontani, quindi dal Mar dei Caraibi e da quel caos un po’ pittoresco che caratterizza la parte meridionale, meta più conosciuta e praticata, del Messico.
In Baja California regna, infatti, il silenzio e gli unici suoni che vale la pena di ascoltare sono quelli della natura: il rumore del mare che s’infrange contro maestosi massicci rocciosi o il leggero sibilo del vento che accarezza lunghissime distese di sabbia bianca, ma senza dubbio il suono più caldo e indimenticabile è quello dei leoni marini, dei delfini e delle balene grigie che popolano indisturbati le tiepide acque della penisola.La prima sensazione che si prova entrando in contatto con questa realtà, fuori dal mondo e degli schemi tradizionali, è quella di essere nel far west. Deserto, cactus, il cielo sempre limpido di un azzurro quasi abbagliante e il mare, protagonista incontrastato, con le sue mille sfumature e i suoi orizzonti lontani.Tutto sembra immobile, il tempo non scorre o forse scorre troppo velocemente, senza però scalfire le sue tracce. Sì, perché la Baja California ha anche una propria storia, rappresentata in particolar modo dai resti delle antiche missioni di monaci francescani e gesuiti, tra le quali quella del gesuita San Francisco Javier, nel cuore della Sierra de la Giganta, la missione di Nuestra Senora di Loreto, o quella di Santa Rosalia di Mulegè, solo per citarne alcune. I monaci raggiunsero la Baja California nel XVII e XVIII secolo con lo scopo di evangelizzare i popoli primitivi.Gli stessi popoli realizzarono affascinanti e spettacolari pitture rupestri, ancora oggi ammirabili ad esempio nel famoso sito della Sierra de San Francisco.
Le balene grigie migrano ogni anno, da gennaio a marzo, dall’Artico fino alle calde e accoglienti acque della Baja California per riprodursi e per accudire i propri cuccioli.
Avere la fortuna di osservare e interagire con questi splendidi cetacei, in una condizione di estrema naturalezza e quotidianità, è un privilegio senza prezzo.
Le balene grigie conoscono l’uomo e non temono la sua figura, ecco perché chi frequenta alcune lagune e baie come quella di San Ignacio o di Isla Magdalena sa che lo spettacolo di spruzzi e giochi a pelo d’acqua, con qualche coccola annessa, sono una routine che accompagna visitatori, mamme e cuccioli di balena.
Proprio a San Ignacio, una baia abbracciata dal deserto che si affaccia sull’Oceano Pacifico, si ritrova ogni anno un’equipe di biologi marini che da tempo studiano il comportamento dei cetacei per poterli aiutare a sopravvivere.
Dall’uomo dipende, infatti, il loro futuro, sia in termini di estinzione, a causa della caccia spietata a questi animali, sia per quel che concerne la loro protezione e tutela in un habitat diverso da quello originario. Nel 1993 la Laguna di San Ignacio è entrata a far parte dei Patrimoni Unesco, in quanto parte dell’El Vizcano Whale Sanctuary, un vero e proprio santuario composto da diverse lagune costiere, importanti per lo svernamento delle balene grigie, dei leoni marini della California, delle foche e di quattro specie in via d’estinzione di tartarughe marine.Nel 2005, anche le circa 244 isole e buona parte delle lagune che compongono il golfo del Mar di Cortez sono state raggruppate in un unico sito Patrimonio Naturale dell’Umanità. Il Golfo è conosciuto come “l’acquario del mondo” per le sue innumerevoli specie di fauna selvatica, in particolare pesci tropicali, mammiferi marini, rettili endemici e gli uccelli migratori.
La più nota tra le isole del sito è Isla Espiritu Santo nella Baja California Sur. Un’oasi completamente disabitata, dove è impossibile resistere al richiamo del silenzio e della tranquillità.
Che dire. La Baja California non è un viaggio per tutti.
E’ un’esperienza che richiede una capacità superiore di apertura verso il mondo e le meraviglie della natura.
Significa lasciarsi guidare dai suoni e dai colori di una terra che sa il fatto suo e che non ha bisogno dell’intervento dell’uomo per trovare il proprio equilibrio. L’uomo qui è spettatore, un auditore attento e silenzioso che, carico di emozione e curiosità, si libera del controllo e dei limiti della propria routine quotidiana per lasciare spazio a quanto più di spettacolare e meraviglioso la sua mente possa anche solo immaginare.
Circondata da due altipiani e affacciata sul Mar di Cortez, si riconosce soprattutto per la sua tipica architettura coloniale francese.
Nel 1880 s’insediarono nella città i francesi della Compagnia del Boleo, società impegnata nell’estrazione di minerali, e le tracce della loro presenza si respirano ancora oggi soprattutto nel quartiere residenziale di Mesa Francia, oppure ammirando l’Iglesia Santa Barbara: chiesa in ferro progettata da Gustave Eiffel per la Fiera Mondiale di Parigi del 1889.
La moneta è il Peso Messicano, con una stabilità molto oscillante rispetto al dollaro USA o all’Euro. Il dollaro USA è comunemente accettato per tutti i pagamenti, ma a condizioni di cambio inferiori a quelle bancarie.
L’Euro invece non è ancora molto conosciuto, specialmente nei piccoli centri, per cui è consigliabile cambiarlo presso la sede principale della banca Banamex, sita nel centro di La Paz, nella Calle Esquerro. In quasi tutti i maggiori centri si trovano banche dotate di POS e le carte di credito sono accettate dappertutto, sempre ovviamente nei centri abitati principali.