Il Presepe vivente di San Donato di Vignacastrisi, tra i più antichi della zona, organizzato da don Donato ed i volontari della cooperativa “Parabola a Sud”  con le sue scene suggestive ambientate nelle antiche case a corte del centro storico, è stato un vero successo di visitatori per l’anno da poco conclusosi.

Nell’ occasione è stato riaperto il forno del paese che ha prodotto calde pagnotte fragranti e pittule e intanto sono rispuntati antichi mestieri: come il fabbro inventore, che non è altro che Nunzio Casciaro, già noto per aver inventato “l’uovo di Colombo” o l’altro interessante marchingegno “alzati e cammina”; le ricamatrici; le lavandaie; i maestri casari. Il presepe vivente di Vignacastrisi inizia come è di abitudini  è iniziata con una scena molto originale: una coppia di sposi del paese, che attendono realmente un bimbo, bussano la sera del 24 alle case di Vignacastrisi per cercare alloggio, ma vengono cacciati, proprio come accadde duemila anni fa a Maria e Giuseppe.

Il palazzo antico “Guglielmo”, in particolare, fa da location ideale  per la migliore realizzazione del presepe vivente. Il palazzo, in passato appartenuto ad una delle famiglie più potenti e ricche del paese: i Guglielmo, dopo essere stato per decenni abbandonato, è stato ristrutturato dai nuovi proprietari ed oggi è nuovamente abitato ed in parte utilizzato come struttura ricettiva. A proposito di strutture ricettive l’Associazione Operatori Turistici di Vignacastrisi promuovono il territorio dal punto di vista turistico attraverso i propri bed & breakfast e proprio dall’etimologia del nome della cittadina “Vigna – Castrisi”, che sarebbe poi “campagna fortificata”,si può tranquillamente risalire agli abitanti che per molti decenni nelle case del borgo lavoravano  come braccianti o “massari”.

All’epoca appunto dei nobili di un tempo l’economia del Casale si basava sui possedimenti di queste famiglie e sui loro raccolti. Ma a tutt’oggi l’associazione (www.vignacastrisi.it) guarda con interesse al prodotto turistico forti di una cortesia innata negli abitanti e quindi nei soci che possono contare su tanta genuinità dei prodotti locali e tanta tranquillità a cui purtroppo nelle grandi città non siamo più abituati a trovare. Per non dimenticare queste peculiarità ci hanno pensato Vito de “Le Chianchie – Casa Vacanze”(www.lechianchie.org) e AnnaPina de “ Il Corallo del Salento” (www.ilcorallo1.com). Si tratta di strutture a gestione familiare dove la cordialità ed il servizio sono di casa  per l’innata passione che i padroni di casa trasfondono al fine di apprezzare meglio tutto quello che può offrire di bello il territorio. Ed è sul mare Adriatico che si affaccia la città di Ortelle, divenuta famosa per il maialino, che, allevato secondo disciplinari tradizionali, viene servito arrosto durante la Fiera di San Vito, la terza domenica di ottobre. Sono questi i punti di forza di un nuovo pacchetto turistico, che è stato presentato nel Salento nel corso di un incontro con la stampa per promuovere il turismo anche in pieno inverno. «L’obiettivo – ha detto il sindaco di Ortelle, Francesco Maria Rausa – è di destagionalizzare il turismo e promuovere la nostra meravigliosa terra anche in pieno inverno, proponendo esperienze ed emozioni».

La Regione  Puglia  con l’ Assessorato al turismo, guidato da Silvia Godelli, ha promosso un pacchetto turistico insieme all’ agenzia Pugliapromozione, presieduta da Giancarlo Piccirillo e dai sindaci Francesco Maria Rausa (Ortelle, comune capofila), Cosimo Pomarico (Oria), Salvatore Albano con l’assessore Pietro Falli (Porto Cesareo), Oscar Marzo Vetrugno (Novoli), Fernando Leone (Guagnano), dall’Associazione degli operatori turistici di Vignacastrisi (www.vignacastrisi.it), presieduta da Sergio Positano e dalla rivista di turismo e cultura del Salento. A seguire l’evento è stato l’Ufficio turismo  della Regione pugliese, diretto dalla dottoressa Tonia Riccio e composto da Antonella Pische, Egidia Grieco, Annamaria Maiellaro e Antonio Marani.

Intanto tra sacro e profano tornerà a bruciare la “Fòcara” il 16 gennaio alla vigilia della festa dedicata al Patrono Sant’Antonio Abate. Si tratta del fuoco più grande del bacino del Mediterraneo, alimentato da migliaia di fascine di tralci di vite secchi provenienti dai vitigni del Negroamaro. Alto 25 metri per 20 metri di diametro viene acceso a Novoli nel cuore del Salento, come da tradizione, con tecniche che si tramandano di padre in figlio. La festa racconta l’identità culturale di questa terra che si muove tra sacro e profano. Si balla infatti tutta la notte a ritmo di suoni del Mediterraneo e di pizzica. Non a caso la Fòcara è stata inserita tra i beni della cultura immateriale della Regione Puglia e partecipa alla catalogazione ministeriale per il riconoscimento dell’UNESCO quale patrimonio intangibile dell’umanità.

La costruzione di questa pira inizia un mese prima, il 15 dicembre, con la tradizionale sfilata dei carretti carichi di tralci di vite accompagnati dagli sbandieratori dei quattro rioni di Oria. All’anteprima della Fòcara hanno partecipato, come peraltro faranno il 16 gennaio, i sindaci di Oria e Novoli, rispettivamente Cosimo Pomarico e Oscar Marzo Vetrugno, nonché è intervenuto il vicesindaco di Castellana Grotte, Giovanni Bianco con l’assessore al turismo, Maurizio Tommaso Pace. Ad interpretare quest’anno la focara sarà l’artista cosmopolita Hidetoshi Nagasawa, mentre in mostra ci saranno le immagini di Letizia Battaglia, che narrano l’edizione precedente della festa, mentre per il 2014 le immagini saranno narrate dal fotografo salernitano, Peppe Avallone a cui verrà consegnato il “Premio Fòcara Fotografia 2014”.

Il cuore della focara risiede nelle vaste distese di vigneti di negroamaro, che caratterizzano soprattutto il territorio di Guagnano, un centro a pochi chilometri da Novoli, dove l’attività principale è la viticoltura. Ci sono sei grandi cantine che esportano vino di Negroamaro in tutto il mondo e tra i pionieri l’Azienda Leone de Castris di Salice Salentino. Quest’anno il Comune di Guagnano con il suo sindaco, Fernando Leone, ha deciso di conferire un meritato riconoscimento a Piernicola Leone De Castris, per i primi 70 anni del “Five Roses”, il primo vino del Salento che venne esportato negli Stati Uniti.

A proposito della cittadina di Oria, in provincia di Brindisi, che attraverso il meticoloso lavoro del Sindaco Pomarico, porta avanti varie iniziative di interscambio con altri comuni del Salento, val la pena visitare la sua rocca che si eleva il castello ampliato nel ‘200 da Federico II, che domina lo Jonio e l’Adriatico, da cui è equidistante. Ai suoi piedi si snoda un centro storico di incomparabile bellezza con il caratteristico quartiere ebraico dove visse Donnolo, un famoso medico farmacista al quale, peraltro, è dedicato l’ospedale di Tel Aviv. Tutti gli anni, nella prima decade di agosto, per ricordare l’arrivo di Federico II in città, la Pro Loco organizza il Torneo dei rioni, che coinvolge più di ottocento personaggi. «Quest’anno sarà annunciata – ha detto Pino Malva, già assessore al Turismo del Comune di Oria – l’importante iniziativa “Oritani nel mondo”, che mira a fare degli emigrati di Oria i primi ambasciatori della bellezza della città nei luoghi in cui vivono».

Non è certamente l’ultimo per importanza il Comune di Porto Cesareo con le sue meravigliose spiagge belle da vivere anche in inverno. Tra Puntaprosciutto dalle alte dune e Torre Lapillo, fino ad arrivare al lungomare di Porto Cesareo, c’è solo l’imbarazzo della scelta. In pieno inverno poi non c’è niente di meglio che fare una passeggiata lungo la via delle pescherie, unica al mondo per la varietà di pesce che viene offerto direttamente dagli oltre 100 pescatori artigianali, che formano tutti assieme la più grande marineria d’Italia. Tra le tappe golose da effettuare nelle città salentine: il ristorante Mustafà,  l’ AziendaAgrituristica     l’Aia(www.agriturismolaia.it),   l’Agriturismo   Le More,    l’Agriturismo Montenachiro(www.agriturismomontenachiro.it), tutti situati in Vignacastrisi; l’Orecchietta di Guagnano (www.lorecchietta.com), il ristorante Grand’Italia di Porto Cesareo.  «Il Salento, famosa per il suo mare e le sue splendide coste, si conferma una terra da vivere tutto l’anno», parola di  Carmen Mancarella direttore di “Spiagge” (www.mediterraneantourism.it), vera cultrice delle tradizioni salentine.

Harry di Prisco

 

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