La luce infuocata del tramonto che si rispecchia sulle ferme acque palustri, filtrando tra i rami degli alberi sugli argini rievoca quei paesaggi africani dove la natura è regina. Di questa opinione sembrano esserne convinti anche i bellissimi fenicotteri e cicogne che nella loro migrazione si fermano nelle terre emergenti dalle acque ricche di canali e canneti dove il silenzio è sacro. Con le zampe a mollo in cerca di cibo oppure in volo radente a fior d’acqua, sgarze ciuffetto e aironi, martin pescatori e anatre riempiono di vita questo territorio incantato facendone un’oasi naturale di grande valore ecologico. Luogo magico e misterioso il Delta del Po, qui  l’uomo nei secoli ha cercato di controllare la natura in una lotta per la sopravvivenza, ma spesso questa ha avuto il sopravvento.2

Il grande Po muore nell’Adriatico dopo essersi lasciato alle spalle braccia d’acqua, canali, valli dolci o salmastre, gorghi, boschi, chiuse. In questi luoghi evanescenti dove le acque scorrono senza soluzione di continuità la terra è in continua evoluzione, si tratta di un territorio complesso difficile da vivere ma di intatta bellezza. Dorsali di lingue di terra emersa come schiene di dinosauri fra ciuffi d’erba e canneti, si appostano immobili su specchi d’acqua lacustri e paludose tra fitte boscaglie: questo sono le Valli di Argenta. Un territorio che è stato modificato nel tempo: là dove c’era l’acqua bisognava controllarla per evitare l’inondazione dei campi e delle case; una lotta impari contro una drammatica tracimazione della rete intricata di fiumi e canali che la natura scatenava fin troppo di frequente. Con pazienza, costanza e impegno sono state realizzate una serie di opere di bonifica fino a ottenere la convivenza in equilibrio con una natura egemone. Le valli di acqua dolce di Argenta create dal Reno e note come Oasi di Campotto sono una riserva di zone umide di importanza internazionale. Nel Museo delle Valli sono riportate una serie di testimonianze storiche che rappresentano il centro di documentazione dell’Ecomuseo di Argenta composto anche dal Museo della Bonifica, il Museo Civico di Argenta e l’Oasi di Campotto (www.vallidiargenta.org)

1A Saiarino un valido esempio di archeologia industriale è rappresentato dal Museo della Bonifica, che ospita una idrovora ancora in attività, a cui si collegano le casse di espansione di Campotto e Valle Santa. La sua storia risale al 1909 con la nascita del Consorzio Renano, costituito per realizzare la sistemazione definitiva di tutto il territorio racchiuso tra i fiumi Reno e Sillaro. Una incessante opera di bonifica vide un brulichio di uomini “scarriolare” ettari di terreno nell’ambizioso progetto di dividere il territorio in terre alte con scolo naturale nelle acque nel Reno e in terre basse a scolo meccanico con idrovore. Nel 1925 l’impianto venne inaugurato alla presenza di Vittorio  Emanuele  III. Oggi ci troviamo di fronte ad un complesso di grande interesse e fascino. L’imponente idrovora solleva le acque del canale immissario che provengono dai terreni bassi, le convoglia in un bacino da dove attraverso delle paratie verranno fatte defluire in un canale emissario. La grande sala delle pompe idrauliche è di una bellezza inaspettata: lo stile liberty si esprime nei fregi, nei marmi, nelle balaustre in ferro battuto e colpiscono per la loro eleganza i lampadari perfettamente conservati. Le sei gigantesche e lustrissime calotte che rivestono le pompe sembrano degli immensi sofà scuri pronti ad accogliere gli ospiti, concedendo all’ambiente un’atmosfera d’antan certamente inusuale per una “sala macchine”. In un edificio adiacente è riproposto un percorso didattico e informativo sul funzionamento elettrico della centrale che serviva per la trasformazione della corrente, con l’esposizione di apparecchiature, turbine, alternatori e caldaie. Molto interessante la sezione che illustra come prima della bonifica fosse faticoso muoversi in questi terreni insidiosi. Uomini, cavalli e carri erano messi a dura prova dalle insidie di canali, paludi, fiumi che si intrecciavano a non finire. Solo dopo l’intervento della bonifica finalmente si è potuto realizzare un sistema viario adeguato alle necessità del viaggiatore.

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Sicurezza idraulica e gestione ottimale e sostenibile delle risorse idriche sono gli obiettivi primari della Bonifica Renana, oltre ad essere sempre pronta a proteggere il territorio dalle emergenze in caso di piena per salvaguardare il terreno agricolo e urbano della pianura bolognese (www.bonificarenana.it)

Argenta, come i riflessi delle acque del suo vasto territorio è una cittadina dalle antiche origini. Conosciuta fina dall’epoca romana quando sorgeva su un territorio palustre, nel Medioevo conobbe le sue migliori fortune legate al porto fluviale. Ducato Estense nel 1598 passò sotto il controllo dello Stato Pontificio; dopo un periodo di decadenza fu solo con l’Unità d’Italia che visse un momento di grandi passioni politiche. Teatro dell’avanzata dell’Armata Britannica, durante la Seconda Guerra Mondiale subì gravi distruzioni. Oggi è una cittadina dinamica, laboriosa e piena di iniziative volte alla conservazione e valorizzazione del territorio.

6La Fiera di Argenta è un evento che ogni anno nella seconda settimana di settembre porta per quattro giorni una ventata di festa e di socialità che coinvolge tutto il territorio. Spettacoli, manifestazioni sportive, il luna park, la musica e le mostre d’arte si alternano alla sfilata di stand che invadono le vie cittadine con prodotti locali. Una particolare attenzione è riservata all’Oro di Argenta, un grande palcoscenico dei prodotti della gastronomia locale, rivisitata da grandi chef in spettacolari cooking show che esaltano i sapori e colori di questa cucina ricchissima di alimenti genuini e pregiati. Nell’ambito della manifestazione, ormai da quattro anni, si svolge un workshop di rilievo internazionale dove sono invitati ecomusei di tutto il mondo per confrontarsi e trasmettere le proprie esperienze. L’intento è quello di sviluppare la cultura attorno all’Ecomuseo, una realtà che pone al centro della sua attività il patrimonio del territorio circostante che comprende non solo l’ambiente naturale da salvaguardare e proteggere ma anche lo sviluppo delle attività umane che con esso si integrano. La realizzazione di un percorso composto da più itinerari che conducono ai vari punti di interesse storico, artistico e culturale è l’obiettivo primario per una riscoperta dei valori e delle tradizioni da trasmetterli alle generazioni future.

Consigli di viaggio:

Una fantastica gita in barca è l’occasione giusta per andare alla scoperta delle vaste praterie di ninfee nella Cassa Campotto ed immergersi in un habitat di eccezionale valore naturalistico ricco di specie animali e vegetali (www.vallidiargenta.org/vallidiargenta.jsp?lin=ITA&pagina=bassarone)9

Per gli appassionati di birdwatching niente di meglio che una escursione alla penisola di Boscoforte all’interno delle Valli di Comacchio. Un ambiente che vede la presenza di acqua dolce e acqua salmastra, ricco di canneti, barene, dossi sabbiosi e caralli è presente un’avifauna particolarmente ricca di esemplari che vi sostano e nidificano. Stupendi i cavalli selvaggi della Camargue che vi vivono in piena libertà (www.vallidiargenta.org/vallidiargenta.jsp?lin=ITA&pagina=boscoforte)

Merita una visita la Tenuta Garusola per la magnifica produzione agricola di alta qualità biologica. Si possono assaggiare ed acquistare i pregiati vini e prodotti della terra (www.tenutagarusola.it)

Un soggiorno indimenticabile nel cuore dell’oasi naturale di Campotto è nell’Agriturismo Valle Santa, un’ azienda agricola a conduzione familiare dove si può godere sia dei prodotti tipici della zona attraverso la sua cucina, come del silenzio naturale della valle nelle sue accoglienti stanze (www.agriturismovallesanta.com/#sthash.3c9ZJ7k4.dpuf)

Gustosi piatti tradizionali nella trattoria “L’Oasi” situata nella località Campotto. Spartana ma accogliente offre tipicità come le rane in umido o anguille ai ferri oltre ad una vasta scelta di tortellini accompagnati da ottimo vino della casa.

Testo e foto di Stefania Mezzetti

 

Foto di copertina di Sergio Stignani

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