Secondo la classifica di “Italia Touristica” che elegge ogni anno il Territorio dell’Anno, il Salento si conferma in cima alla classifica per il secondo anno consecutivo.
Sulla scia di questi risultati più che positivi il Salento investe nella promozione e ha organizzato un educational stampa dal tema: “Investiamo nel vostro futuro: Puglia, mille e una emozione”, a cura di Carmen Mancarella, direttore della rivista “Spiagge” (www.mediterraneantourism.it), per conto della Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo e dell’ agenzia regionale del turismo,“Promozione Puglia.
In attesa dell’estate, perché non vivere a pieno i week end lunghi di primavera, facendo base per esempio ad Aradeo! Qui facilmente si raggiungono i due mari del Salento, lo Jonio e l’Adriatico, oltre ad andare in giro alla scoperta del meglio della Puglia. Le origini della città sono tanto antiche quanto contraddittorie, si passò dalla dominazione greca, a quella romana. I saraceni, poi, distrussero numerosi casali nei pressi delle cittadine di Nardò e Galatina e furono proprio gli esuli che arrivati nel vicino territorio salentino, libero dagli invasori, eressero un altare e questa potrebbe essere l’origine del nome Aradeo dal termine latino “ara”; ma il nome potrebbe rifarsi anche all’abbondanza di acqua per un terreno fertile solcato da torrenti. Per il sindaco di Aradeo, Daniele Perulli la cittadina ha scelto di presentarsi come capofila per il Bando Ospitalità dei fondi europei, attivato dalla Regione Puglia. «Stiamo lavorando – ha detto il primo cittadino – anche per favorire i progetti culturali, rendere sempre più attraenti le stagioni teatrali nel nostro teatro comunale, intitolato a Domenico Modugno». È da 28 anni che all’inizio di marzo si svolge ad Aradeo la gran festa del Carnevale, organizzata dall’Associazione “Oscar Tramacere”, presieduta da Ettore Greco, coadiuvato dalla vicepresidente Maria Rosaria Bruno, per mettere insieme antiche tradizioni, riti di purificazione e di propiziazione all’inizio del ciclo stagionale. L’ospitalità è di casa nell’ Agriturismo Tenuta Mezzana (www.tenutamezzana.it) di Cutrufiano, a pochi passi da Aradeo, dove tutta la giovane famiglia è impegnata, da Maria Casto, che si occupa della tenuta e della migliore accoglienza degli ospiti, al marito l’agronomo Giacomo Stifani, che ha deciso di ristrutturare una sua vecchia abitazione rurale, circondata da uliveti e viti, tra due canali. Annesso alle splendide stanze, dove una cosa sola è bandita: la televisione, è il ristorante a chilometro Zero, che si avvale della competenza dello chef Claudio Amato che, ispirandosi alla cucina mediterranea, prepara tante prelibatezze, dalle pittule di borragine, al maialino con le cicorie creste.
Intanto prima di scendere nel Salento una visita è d’obbligo alle Grotte di Castellana (www.grottedicastellana.it), in provincia di Bari, che regalano un crescendo di emozioni. In un tempo che percepiamo quasi infinito, la natura ha generato scenari di inimmaginabile bellezza. Sono opere uniche, modellate dalla forza dell’acqua e celate nelle grotte. Stalattiti, stalagmiti, concrezioni dalle forme più insolite e dalle suggestive sfumature di colore, si alternano e, ancora oggi, continuano a nutrire tanto splendore. I dati parlano chiaro: settantasei anni sono passati dalla scoperta delle Grotte, che risalgono a 90 milioni di anni fa, mentre tre chilometri è il percorso sotterraneo. Le Grotte di Castellana, gestite dalla società del Comune “Castellana Grotte srl”, presieduta da Domi Ciliberti, offrono la possibilità di assistere a concerti, eventi culturali, performance teatrali sapientemente scelti per amalgamare la spettacolare unicità di un luogo senza tempo alla creatività dell’uomo. A scoprirle fu Franco Anelli oggi ad accompagnare i turisti sono gli speleologi del Gruppo Puglia Grotte, che, come da tradizione, il 23 gennaio scendono nella caverna della Grave, calandosi dall’alto come un tempo dall’ ingoiatoio di 70 metri, chiamato anche “bocca dell’inferno”. Gli ambienti si succedono poi uno dopo l’altro, prendendo i nomi che furono dati dai primi esploratori: la Lupa, i Monumenti, la Civetta, la Madonnina, l’Altare, il Precipizio, il Corridoio del deserto, la Colonna rovesciata, il Corridoio Rosso, la Cupola. Si arriva poi all’ultima e più bella caverna del sistema sotterraneo, la Grotta Bianca, scoperta da Vito Matarrese, definita bianca per il suo splendore come scrigno di alabastro. È previsto anche un percorso attrezzato per i disabili che ha fatto sì che Castellana, con il suo sindaco Francesco Tricase, fosse premiata come destinazione italiana di eccellenza per il Progetto Eden 2013 per il turismo accessibile. Dal romanico al barocco, il tour ha portato poi a Nardò, città d’arte della provincia di Lecce. Qui è un vero trionfo della tipica pietra leccese, scolpita dai maestri scalpellini. Un esempio sono le chiese che impreziosiscono il centro storico. Dall’ariosa piazza Salandra, dominata dalla colonna dell’Immacolata, che ricorda quella di Piazza del Gesù a Napoli, si dipanano le vie del centro storico. Ma Nardò è da visitare anche per i panorami mozzafiato di Portoselvaggio, un parco regionale affacciato sul mare, a soli sei chilometri dalla città. «È anche città dell’accoglienza – ha ricordato l’assessore al turismo di Nardò, Maurizio Leuzzi – per la qual cosa è stata insignita della medaglia d’oro al valor civile dal presidente della Repubblica Ciampi per aver accolto più di 800mila ebrei, che erano stati liberati dai campi di concentramento dalle Forze Alleate e che vennero in quel tempo ospitati nelle case prima di raggiungere Israele.
Oria, in provincia di Brindisi, con il suo quartiere ebraico ed il castello di Federico II val bene una sosta. Infatti questo borgo medioevale, che affascinerà per le sue viuzze arrampicate sulla rocca, dove sorge il maestoso castello federiciano, ha dato i natali al medico farmacista, Donnolo, così famoso che a lui è stato dedicato il modernissimo ospedale di Tel Aviv. Gli ebrei arrivarono a Oria con la diaspora nel 70 e vi rimasero fino al 1300. Federico II scelse la città per attendere la sua sposa, Jolanda di Brienne, in viaggio dall’Oriente. I due si unirono in matrimonio nel 1225 nel Duomo di Brindisi, poco distante da Oria. Ma, naturalmente prima delle nozze, (che peraltro aveva già contratto per procura) l’imperatore si dava a feste di addio al celibato, cacciava nella foresta oritana e soprattutto rese il castello di Oria la sua degna dimora, ampliandolo e rendendolo quanto mai sfarzoso. Il castello dominava e domina ancora oggi i Due Mari essendo costruito su uno dei tre colli della città. Per ingannare il tempo l’imperatore indisse anche il Torneamento dei Rioni, che gli abitanti di Oria festeggiano ancora oggi il secondo week end di agosto con uno spettacolare corteo storico e il Palio in abiti medioevali che ricordano l’arrivo di Federico II. Il castello, di proprietà privata, è visitabile grazie agli alunni dell’Istituto per il turismo della città e dai volontari dell’associazione Legambiente (iter.oria@libero.it). Oria è anche una città dalla profonda spiritualità. In occasione della Settimana Santa la Statua di Cristo Morto, custodito nella chiesa delle suore benedettine, viene portata in spalla dagli iscritti dell’Arciconfraternita della Morte vestiti di nero, in una breve ma intensa processione che termina con l’ingresso di Gesù nella Cattedrale, poco distante. Il rito si ripete tutti i giovedì di marzo fino al Giovedì Santo. La domenica delle Palme i volontari del Gruppo di promozione umana portano in scena la Passione vivente. Di turismo religioso parla dal canto suo lo storico Pino Malva, entusiasta cultore delle tradizioni della sua terra, messapica, medioevale e seicentesca al tempo stesso. Ne è un esempio la grande festa arricchita da luminarie che si rinnova ogni quinto giovedì dopo Pasqua e che vede sfilare in processione migliaia di fedeli provenienti da tutta la Puglia, che seguono con devozione le statue dei Santi Medici orientali: Cosma, Damiano, Antimo, Leonzio ed Euprepio e del Patrono di Oria S. Barsanofio.
Harry di Prisco