La Tunisia costituisce il paese più piccolo (metà dell’Italia) e più occidentalizzato del Nord Africa, soprattutto nelle città e lungo i 1.400 km della sua costa mediterranea, dove si trovano stupende spiagge note al turismo balneare con i nomi di Tabarka, Hamamet, Sfax e Djerba. Indipendente senza spargimento di sangue dalla Francia dal 1956, che vi esercitò un colonialismo più blando che altrove, si presenta come una nazione islamica laica e moderata, con relativa prosperità dovuta in buona parte al turismo, un governo stabile e all’apparenza democratico, con una parità tra uomini e donne che non trova eguali nel mondo arabo, dove le donne sono libere di portare o meno il velo, di indossare jeans e magliette attillate oppure il lungo abito nero, e gli uomini di bere alcolici. Una libertà in realtà più apparente che reale, in quanto i giovani tendono ad emigrare per l’elevata disoccupazione, nessuno osa criticare apertamente il governo, la stampa si autocensura e il radicamento alle antiche tradizioni nella vita sociale e di tutti i giorni risulta ancora piuttosto forte, soprattutto nelle classi sociali meno abbienti, nei villaggi e nelle oasi del sud, dove si incontra il volto più vero e genuino del paese. La rivolta popolare di fine 2010, da cui sarebbe nata la primavera araba estesa a parecchi paesi del Maghreb e della penisola arabica, oltre ad immani speranze ha portato alla caduta della rapace oligarchia, ma anche lasciato instabilità politica, tensioni sociali e problemi economici per il crollo del turismo. . Una terra dalla storia lunga e gloriosa, dal tempo dei primi empori fenici lungo la costa, al potere mediterraneo di Cartagine, alla prosperità agricola dei Romani (fu definita il granaio di Roma) e poi via via i Bizantini e l’Islam, i Turchi ottomani e i Francesi, fino all’indipendenza odierna in un abile barcamenarsi tra Oriente e Occidente. Un paese di sicuro fascino e di paesaggi piuttosto vari in relazione alle modeste dimensioni, capaci di spaziare delle verdi foreste sulle montagne del nord, ultime propaggini orientali dell’Atlante alte non oltre 1.500 m, alle brulle pianure del centro disseminate da chott, vasti paleolaghi ora trasformati in distese riarse di sale, sede di miraggi e di curiosi effetti ottici, dalle colline berbere disseminate di villaggi di fango in abbandono e di suggestivi ksour, ingegnose fortezze primitive erette su erti cucuzzoli a protezione dei granai collettivi, dove proteggere dalle incursioni dei nemici le riserve alimentari di queste povere popolazioni, fino all’esuberanza delle palme, produttrici di squisiti datteri, delle oasi dell’estremo sud, ai margini dello sconfinato deserto di dune del grande Sahara. Un paese che un tempo ospitava normalmente leoni, ghepardi ed elefanti, cugini un po’ più piccoli di quelli africani, gli stessi utilizzati da Annibale per spaventare i soldati romani.

Un itinerario originale nel sud della Tunisia, ove cogliere il volto più peculiare del paese e immergersi nella magia del deserto, parte dall’isola di Djerba, perla del turismo balneare tunisino e l’antica terra dei lotofagi dell’Odissea, per inoltrarsi tra lagune con fenicotteri , palme da dattero e ulivi millenari verso le montagne dell’interno fino a raggiungere Ksar Oued Soltane, stupendo e monumentale granaio fortificato berbero del XV sec., composto da un agglomerato di 300 vani a volta a più piani raggiunti da scale aeree. Questo magico contesto ha fatto da set per il film Guerre stellari. Poco distante lo scenografico villaggio berbero troglodita di Chenini, formato da un granaio fortificato del XII sec. ancora in funzione, un abitato scavato nella roccia e la candida moschea dei Sette Dormienti, che si rifà ad un racconto del Corano. Ksar Ghilane, una delle più belle oasi sorte attorno ad un forte romano (da cui si controllava il commercio transahariano) e poi ad un fortino della Legione Straniera, bagnata da una sorgente termale calda, costituisce la porta di accesso al Grande Erg Orientale, una delle grandi distese di dune tra Tunisia, Algeria e Libia; ospita un elegante campo di 60 tende climatizzate con bagno privato e piscina, una macchia di verde tra il giallo delle dune. Il difficile raggiungimento dell’oasi di Ain Ouadette, nel cuore dell’erg, obbliga ad un percorso di montagne russe tra dune altissime. Il parco nazionale Djebil, il maggiore del paese, è sorto nel 1994 per tutelare la fauna autoctona dell’erg tunisino.  Si passa quindi allo Chott El Jerid, un’enorme depressione salina di 500 kmq sotto il livello del mare, con i cristalli di sale che brillano al sole, e infine alle oasi di montagna al confine con l’Algeria di Tamerza, con un’insospettabile cascata, alla panoramica Chebika  ed a Miles con un enorme canyon. Questi villaggi oggi spettrali sono stati abbandonati nel 1969, a seguito di prolungate piogge che hanno distrutto gran parte delle abitazioni. Dall’oasi di Tozuer, l’antica Thozorus romana e poi importante nodo carovaniero, in aereo si raggiungono Tunisi e Milano.

L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com), specializzato da 30 anni in spedizioni nei deserti di tutto il mondo, propone come novità un facile itinerario di 9 giorni di approccio al Sahara attraverso le oasi del sud tunisino. Partenze di gruppo con voli di linea da Milano il 20 aprile, 11 maggio, e poi 5 e 26 ottobre 2014, pernottamenti in hotel, campo tendato di lusso e tenda, accompagnatore dall’Italia, quote da 1.780 euro in doppia con pensione completa.

 Giulio Badini

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