Un piccolo paese perso tra le colline toscane a nord ovest di Siena, tra S. Miniato e San Giminiano, a una cinquantina di chilometri da Firenze, Pisa o Lucca.

Il suo nome, Montaione, rispecchia la sua posizione sopraelevata con vista su filari di vitigni, argentei oliveti, zone boschive ricche di tartufi, aree argillose e macchia mediterranea orlata da cipressi.

Un borgo medievale con tanto di campanile, palazzetti arroccati e antiche mura che, avulso dal mondo industriale sviluppatosi a valle, ha concentrato le proprie energie nell’agricoltura non intensiva e nell’artigianato di pregio.

Un territorio sano e incontaminato che insieme a ben conservati reperti storici e artistici ha finito per diventare una preziosa attrazione per un turismo raffinato, prevalentemente straniero.

La scelta condivisa operata quasi per necessità, ha in realtà proiettato l’economia locale dal passato direttamente nel futuro.

E in tempi di crisi non è poco. Amore per le tradizioni locali e insieme entusiasmo per il creare con le proprie mani, si possono sperimentare in prima persona durante la lezione di cucina di tre ore organizzata da UNA nell’ambito del soggiorno a Palazzo Mannaioni, il raffinato resort nel cuore del borgo.

I giovani, ma esperti chefs, Telemaco Fenu e Fatyon Goga, contagiati dall’incontenibile entusiasmo del loro ispiratore Loris Mozzini, toscano doc che dirige con eleganza e passione l’orchestrazione, vi coinvolgeranno nel loro mondo, fatto di gnocchi di patate viola con fonduta di porro e confettura di pomodori verdi, piuttosto che di tortini di carciofi violetti e dressing di basilico o soufflé di fagioli cannellini con salsa all’uccelletto e salvia, menù vegetariani e non, tutto a “chilometro zero”.

Ne vale la pena, con “le mani in pasta” si fa  scuola di vita oltre che di cucina, peraltro superba.

 

www.visitmontaione.com

www.unahotels.it

 

Foto e testo di Maria Luisa Bonivento

 

 

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