La cornice senza tempo delle millenarie piramidi nella necropoli reale di Meroe, nella regione settentrionale del Sudan nota con il nome di Nubia, di recente riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità per la sua rilevanza storica e archeologica, costituiranno il palcoscenico naturale per un concerto di musica sinfonica “Echi dal deserto” in programma il 6 e 8 dicembre 2013.  Ad eseguirlo sarà il Florentia Quartet – due violini (Pino Tedeschi e Simone Butini), una viola (Valentina Berzi) e un violoncello (Nicolò Degli Innocenti) –  un apprezzato ensemble di strumentisti gravitanti attorno al Conservatorio e ad altri enti musicali fiorentini, attivo dal 2006, specializzato in un vasto repertorio che spazia dalla musica classica fino a quella moderna, con esperienze concertistiche o di solisti in tutto il mondo e collaboratori con alcune delle più importanti orchestre sinfoniche italiane, che per la straordinaria e irripetibile occasione accompagneranno nelle sue evoluzioni corporee la nota ballerina solista Livia Ghizzoni.  In programma composizioni di autori classici come J.S. Bach (Aria dalla suite n. 4 e Adagio dal concerto 1043), P.I. Tchaikovsky (Serenata per archi), G.F. Handel (Largo), e P. Mascagni (Intermezzo da Cavalleria rusticana), ma anche di meno noti e contemporanei quali il gallese K. Jenkins (Allegro dal concerto Palladio), l’americano S. Barber (Adagio per archi), il russo Borodin (Andante dal quartetto n. 2)  e il franco-armeno C. Aznavour (She). Ad organizzarlo, tramite il proprio land operator locale The Italian Tourism Co., l’operatore turistico milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com), unico in Italia con il proprio catalogo “Alla scoperta dell’insolito” specializzato da 30 anni in viaggi e spedizioni nei deserti di tutto il mondo, che nel cuore della Nubia sudanese  gestisce le uniche strutture turistiche ricettive del paese, il safari camp di Meroe e la Nubian rest house di Karima L’iniziativa ha un intento benefico: parte dei proventi verranno infatti destinati alla creazione di un polo scolastico per tre piccoli villaggi presso Meroe, tramite la onlus Friends of Sudan.

Unica possibilità in Italia per assistere a questo evento eccezionale di estrema suggestione, per la straordinaria ambientazione tra le rosse dune di sabbia, le svettanti piramidi meroitiche e un’incredibile volta stellata, è di partecipare ad uno degli itinerari in fuoristrada tra i tesori archeologici nascosti nel deserto nubiano predisposti da Viaggi Levi in quel periodo. Si può scegliere tra Il regno dei Faraoni Neri, tour di 9 giorni con pernottamenti in rest house e campo tendato fisso in partenza il 6 dicembre (quote da 2.850 euro in doppia), e Magica terra millenaria, tour di 16 giorni tutto in tenda con partenza il 24 novembre (quote da 3.120 euro).

Meroe, una delle più importanti città antiche dell’Africa sahariana, fu la capitale meridionale del regno di Kush tra l’ 800 e il 350 a.C., e poi capitale del regno omonimo, esteso dall’Etiopia all’Egitto, fino al 300 d.C. Ubicata nel deserto nubiano nell’ansa formata tra la quinta e la sesta cateratta del Nilo, 100 km a nord dell’attuale capitale sudanese Khartoum, dovette la sua fortuna economica all’avanzata metallurgia ed all’intenso commercio tra Mediterraneo, Africa nera, penisola arabica e Asia. La sua necropoli reale, attiva per 600 anni, conta alcune centinaia di piramidi, la maggior concentrazione al mondo di questo tipo di monumento funerario (l’Egitto arriva in tutto a 120), parecchie decine giunte fino a noi in buono o discreto stato di conservazione, nonostante le depredazioni antiche o recenti subite da parte di cercatori di tesori.  Le piramidi meroitiche divergono parecchio dalle più famose consorelle egizie: assai più recenti, parecchio più piccole (alte non più di 10-20 m) ma anche più aguzze e svettanti, con pareti inclinate di 70° (contro i 40-50° delle egiziane), e ancora in costruzione quando quelle egizie erano già in rovina.  Inoltre quelle nubiane non contengono al loro interno la camera funeraria, perché  faraoni, regine (le potenti Candaci) e principi venivano sepolti al di sotto con i loro ricchi corredi e a volte in compagnia di concubine, dignitari, schiavi e animali, mentre sul davanti presentano un tempietto quadrato con le pareti istoriate da bassorilievi narranti le gesta del defunto.

Info:  www.viaggilevi.com

Giulio Badini

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