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Chi va in  Sudafrica si aspetta di visitare un paese ricco di  risorse naturali – dalle  montagne, ai deserti, alle distese del bush, ai parchi ricchi di biodiversità, fino alle le savane, ai big five, alle scogliere, alle spiagge -,  ma il volto nuovo del Sudafrica, quello che non ci si aspetta, è quello offerto dalle città, in continua e rapida evoluzione.

Johannesburg, con i suoi 10 milioni di abitanti, fino a pochi anni fa era fuori dai circuiti turistici, perché considerata violenta e insicura. Oggi Jozi o Joburg (come viene chiamata dai suoi abitanti) propone un contesto urbano ricco di sollecitazioni: dall’edilizia innovativa al design, dai parchi ai musei, dalla cucina alle manifestazioni culturali, dal recupero architettonico di aree industriali e commerciali dismesse a nuovi “laboratori” sociali.

Nel corso del tempo neri di ogni etnia, boeri, inglesi, indiani, cinesi, italiani sono arrivati a Johannesburg, alla ricerca di lavoro e di una vita migliore. E qui l’apartheid si è manifestato nelle sue forme più dure ed è stato combattuto con rivolte sanguinose: dopo il ’94 (l’anno degli scontri tra l’ African National Congress –Anc- e il partito Inkatha zulu), i bianchi si rifugiarono nei quartieri satellite, mentre la Soweto di Nelson Mandela bruciava.

Adesso Soweto, città esclusivamente nera, vede una povertà estrema convivere con la nuova ricchezza dei ‘black diamond’, i ricchi neri con ville sontuose e automobili di lusso. Ma la popolazione è aperta all’ incontro e allo scambio con i turisti, anche solo magari per una fotografia.

Da vedere poi le aree industriali recuperate, come quella di Arts Of Maine, dove si trovano gallerie d’arte, stamperie, ristoranti alla moda e Love Jozi, negozio e marchio di abbigliamento che è diventato un “caso” di marketing e di “democratic fashion”. Love Jozi , dopo aver creato una linea di t-shirt con lo skyline di Johannesburg, ne ha realizzato anche una versione di qualità inferiore, Luv’Jozi, venduta nei mercatini, sulle bancarelle e agli incroci delle strade. Alcuni blog hanno sollevato il caso, alimentando discussioni sui forum, nelle community e sui media tradizionali, così oggi entrambe le linee di prodotto sono vendute e distribuite. Un video su YouTube racconta la storia del creativo che imita sé stesso, per raggiungere tutto il suo pubblico. Ma sarà successo davvero, o ancora una volta è solo marketing?

E ancora la Inner-city, che nel 1986 venne dichiarata “zona grigia”, cioè legalmente abitabile sia dai bianchi che dai neri. Ci fu un crollo dei prezzi e uffici, negozi, banche e alberghi si spostarono verso la periferia, in zone più rappresentative. Persino il più famoso hotel di Johannesburg, il Carlton, era stato chiuso. Nel 1999 l’amministrazione comunale lanciò un programma che finanziava il riassetto dei quartieri di Newtown, Constitution Hill, Braamfontein, Greater Ellis Park, Jeppestown, High Court Precinct, l’area dell’ufficio postale e quello chiamato ora Fashion District tra Commissioner e Von Veilligh Street, con aziende e atelier di stilisti.

I risultati della riqualificazione sono da vedere. Magari dal 50° piano del Carlton Centre, che domina la zona del Central Business District, dove si trova Top of Africa, una piattaforma d’osservazione che offre una veduta sulla città, in continua espansione. Oppure girando a piedi, in Gandhi Square, zona dedicata al Mahatma che visse e lavorò a Johannesburg dal 1903 al 1914: il suo studio era in un palazzo sulla piazza. O nell’area di Marshalltown, con strade pedonali e arte contemporanea, un distretto dedicato al business e alla storia delle miniere d’oro, con la Chambers of Mines, la Standard Bank e il museo del Gold Rush.

Riguardo ai musei, si può scegliere tra il Children Museum e l’Africa Museum su Mary Fitzgerald Square; l’Absa Museum di Commissioner Street dedicato a oro e monete; la Johannesburg Art Gallery su Klein and King George Street allo Joubert Park, con arte del Novecento, il Wits Arts Museum di Jorrissen Street specializzato in arte africana.
E poi l’Apartheid Museum sulla Northern Parkway: gli allestimenti modernissimi rimandano a un racconto della storia recente del paese che nulla concede alla propaganda, ma indica un percorso praticabile, difficile ma possibile. Perché “A history forgotten is a future lost”.

ClupViaggi con il catalogo“Africa Australe”, dedicato a Sudafrica, Namibia, Zambia & Zimbabwe, Botswana, Mozambico, offre molte opportunità di viaggio per conoscere Johannesburg.

http://www.clupviaggi.it/fileclup/File/Cataloghi/Catalogo_Africa_Australe.pdf,

In particolare, con l’itinerario “Sweet&Wonder”  é possibile approfondire la visita della città in tutti i suoi aspetti più accattivanti.

Per informazioni e approfondimenti:   www.clupviaggi.it

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