diarrea del viaggiatoreSi avvicina il periodo classico delle vacanze, gli italiani si preparano a fare le valigie, anche per mete esotiche, e trascorrere senza pensieri un periodo di meritato riposo.

Purtroppo però, troppo spesso, un i primi giorni di relax rischiano di essere rovinati da disturbi fastidiosi.

E’ per questo che una cosa che non può mai mancare in viaggio sono i medicinali, e quelli da ricordarsi sempre sono quelli per la pancia.

Anche il viaggiatore più esperto può soffrire del cambio di abitudini, di orari, di clima e di cibo, e sa bene che uno dei fastidi più insidiosi è la cosiddetta “diarrea del viaggiatore”. 

La diarrea del viaggiatore è il quadro clinico più frequente tra le patologie legate ai viaggi internazionali e interessa circa il 20-50% dei soggetti che effettuano un viaggio, con differenti frequenze che variano in base alla destinazione.

La comparsa di questo disturbo dipende dall’ingestione di acqua e cibi contaminati da virus, batteri o parassiti: circa l’80% dei casi è attribuibile ad alcuni ceppi batterici come Escherichia Coli, Campylobacter Spp, Shigella Spp e Salmonella Spp.

La diarrea del viaggiatore ha diffusione ubiquitaria, con un’incidenza che può variare in base alle diverse aree geografiche. Di solito, si presenta più frequentemente nelle aree tropicali e in paesi con condizioni igienico-sanitarie precarie; si è stimato un rischio fino al 90% di contrarre diarrea in un viaggiatore che si sposta da un paese industrializzato come l’Italia a una nazione in via di sviluppo”. – sottolinea il Prof. Giancarlo Icardi, Direttore del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova – “Esistono alcuni fattori di rischio che aumentano la possibilità di contrarre la malattia diarroica come l’età del viaggiatore, in quanto si evidenzia un maggiore rischio di infezione in bambini ed anziani, ma anche altre situazioni predisponenti, ad esempio la presenza di patologie che causano immunodepressione ed espongono il viaggiatore a presentare più facilmente questo quadro clinico.

 Tra le cause riconosciute, rivestono un ruolo importante l’elevata differenza tra le condizioni igienico-sanitarie del paese di provenienza rispetto a quello di destinazione e lo stress correlato al viaggio, che possono esacerbare una diarrea infettiva pre-esistente o far emergere una patologia intestinale quiescente”.

Risulta allora evidente l’importanza di prevenire questa patologia.

Poche semplici norme igieniche e regole alimentari aiutano a ridurne l’insorgenza e la diffusione:

  • nei paesi a rischio va sempre evitato il consumo di acqua corrente e di altre bevande di dubbia provenienza che non siano sterilizzate o contenute in bottiglie sigillate, o ancora che contengano  ghiaccio al loro interno, spesso pre­parato con acqua contami­nata;
  • inoltre, è consigliabile evitare i cibi a maggior rischio di contaminazione batterica, come frutti di mare, molluschi, carne cruda o poco cotta, verdure crude, frutta fresca che non può essere personalmente sbucciata o ben lavata, cibi conservati al caldo, piatti a base di uova crude, latte e derivati.

“Unitamente a queste semplici norme igieniche, vi sono evidenze scientifiche a supporto delle  proprietà benefiche di particolari ceppi di fermenti lattici per il be­nessere dell’intestino e il riequilibrio della flora batterica che vi risiede.” – conclude il prof. Icardi – “Un’adeguata integrazione probiotica può, quindi, costituire un utile ausilio quale strategia preventiva al fine di ridurre il rischio di contrarre la diarrea del viaggiatore”.

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