Turismo green in crescita, meta di vacanze per il 7,2% dei turisti, soprattutto stranieri (9,4%; italiani, 5,4%). Al 38,3% di turisti che sono motivati dal patrimonio naturalistico si alternano: gli amanti del wellness: riposo (33,2%), sport (17,5%) e spa (2,4%); i turisti che cercano l’approfondimento culturale e sono attratti dai patrimoni immateriali: interessi enogastronomici (10,1%), usi e costumi tradizionali (5,6%) ed eventi folkloristici (2,7%), arte e monumenti (5,3%); shopping (3,6%); i turisti “attenti al portafogli”: prezzi convenienti (16,3%), possesso di una casa nella destinazione di vacanza (5,7%) e possibilità di essere ospitati da amici e parenti (5,5%), vicinanza (5%) e buoni collegamenti (3,6%). Aumentano anche i consumi del turista verde, in media si sono spesi 38 euro per l’alloggio contro i 26 euro spesi nel 2011, 111 euro per il viaggio (+12 euro) e 69 euro per tutte le altre spese sul territorio (+19 euro).  Info www.isnart.it

L’appeal, raddoppiato tra il 2011 e il 2012 il peso è raddoppiato), tuttavia, non si dimostra sufficiente ad ammortizzare gli effetti prodotti dalle risposte della domanda alle problematiche occupazionali ed economiche. Il riflesso è evidente nella dinamiche di vendita del comparto ricettivo, tanto che nel corso dell’anno si sono superati i – 8 punti percentuali di contrazione nei tassi di occupazione, soprattutto nei mesi invernali, mentre in autunno il gap negativo è sembrato ridursi. Motivati dalla necessità di accrescere le attività di promo-commercializzazione e di intercettare nuovi mercati, gli operatori cercano riparo sotto l’ombrello degli intermediari. Come sta accadendo anche per gli altri prodotti turistici, si registra un ritorno decisivo agli accordi con gli intermediari tradizionali, e si passa da una percentuale del 27,9% del 2011 al 44,6% nel 2012 di imprese di turismo naturalistico che si rivolgono a TO e AdV per promuovere e vendere la propria offerta. La scelta si mostra azzeccata, tanto che nel 2012 la quota di turisti organizzati è del 14,3% (+4,5% rispetto all’anno precedente). Parallelamente, il connubio web & natura sembra farsi più articolato, e l’86,8% di imprese sono online (dato in crescita di +10 punti percentuali rispetto al 2011 – ma ancora da migliorare), il 57,1% sono prenotabili direttamente dal sito di proprietà o dai grandi portali e ben il 43% sono presenti sui social network (l’anno precedente erano il 28,5%: +14,5 p.p.). Anche in questo caso, domanda e offerta sembrano seguire le stesse orbite, e il 44,5% di turisti arriva alle imprese direttamente dall’online (+5 p.p.). Del resto, la necessità per gli operatori di essere effettivamente presenti sulla rete viene rimarcata dall’impatto che il web ha sulle scelte dei turisti: insieme al passaparola (42,9%) e alle esperienze personali (22,8%), Internet pesa per il 27,3% come principale canale di influenza sulle scelte di vacanza. L’indiscussa bellezza e ricchezza del patrimonio naturalistico del nostro Paese è da sempre motivazione principale per spendere una vacanza in una delle tante destinazioni turistiche italiane; ma quando si parla di turismo naturalistico, la consapevolezza che quello verde è un prodotto-motivazione che possiede enormi potenzialità di sviluppo per il turismo italiano risulta ancora più evidente, principalmente per la sua grande capacità di attrarre flussi di matrice internazionale. Tra tutti, “lampeggia” il dato che vede il 13,7% della domanda (il 15,9% tra quella straniera) scegliere le località naturalistiche del nostro Paese perché mossa dal desiderio di vedere posti mai visti e considerati esclusivi (4%). Nelle percezioni dei turisti, il prodotto natura integra ulteriori motivazioni di respiro culturale (arte & tradizioni) e di ben-essere che ben si intrecciano alle necessità di ordine pratico e di convenienza. Superata quella di pianificazione, nella fase di esperienza vera e propria, i turisti confermano le originarie motivazioni, dedicandosi in primis alle attività sportive (54,3%), alla visita del territorio (47,6%) alla scoperta delle tradizioni enogastronomiche (27,3%) e culturali locali (acquisto di prodotti tipici, 16,5%; partecipazione ad eventi enogastronomici, 10,5% e folkloristici, 9%; pratica delle attività agricole, 2%), alla visita di monumenti (14,7%) e di mostre e musei (12,1%). Lo shopping coinvolge il 17,3% della domanda, soprattutto gli italiani (19,9%). Il livello di soddisfazione raggiunto dai turisti nelle nostre località di turismo verde è positivo (8 su 10), ma una certa perdita di aderenza rispetto alle aspettative della domanda – e ai più alti valori dell’anno precedente – si rileva in quelli che sono considerati gli asset principali di competitività del nostro Paese e che, pertanto, possono essere di sicuro migliorati: offerta enogastronomica (8,2; nel 2011 era 8,6) e capacità di accoglienza (8,1, nel 2011 pari a 8,4) e professionalità e cura nelle strutture di alloggio. Da potenziare risultano anche gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale e all’effettiva fruibilità delle località naturalistiche (organizzazione del territorio e informazioni turistiche, 7,3).

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