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L’Egitto è una destinazione strategica per il mercato italiano e per il gruppo Alpitour, che rafforza la presenza nel Paese con i suoi marchi (Alpitour, Francorosso, Villaggi Bravo, Karambola) e raddoppia gli investimenti in uomini e organizzazione in alcune località. A Sharm El Sheikh – dove da maggio aprirà un nuovo resort – a Hurgada, Marsa Matruh, Marsa Alam o lungo il Nilo, con in programmazione una nuova crociera.

”Una scelta dettata dal mercato, ovvero gli agenti di viaggio e la clientela”, spiega Giancarlo Macchia, responsabile dei brand del gruppo Alpitour. Scelte, prosegue, adottate circa un anno e mezzo dopo la rivoluzione del 25 gennaio 2011. Per il gruppo Alpitour, il mercato egiziano rappresenta insieme alla Tunisia una quota di circa il 35% del proprio fatturato; e non pensa di disinvestire per timori dell’instabilità politica ancora in atto, ”L’Egitto – rimarca Macchia – è troppo importante. Competitività del prezzo e bellezza dei luoghi rendono il Paese una meta irrinunciabile dove è possibile lavorare 360 giorni l’anno”. Anche per l’Egitto, fa notare, è impossibile fare a meno del mercato italiano. ”Con questi nuovi investimenti abbiamo puntato sull’italianità del prodotto che offriamo e la qualità dei nostri servizi. Per il brand Bravo (a Sharm el Sheikh e a Mars Alam), per esempio, abbiamo raddoppiato i nostri investimenti, per rendere i nostri villaggi al 100% italiani”. Un’eventuale chiusura del Paese al turismo occidentale certo preoccupa. ”Gli orientamenti politici ci impensieriscono, certo, e seguiamo l’evoluzione della situazione politica costantemente”, replica Macchia. Le autorità egiziane, dice, sono consapevoli dell’impossibilità di rinunciare al turismo. ”Sin dalla rivoluzione, tutti i nostri interlocutori (i vari responsabili che si sono susseguiti al ministero del Turismo dalla caduta di Mubarak, ndr), hanno sempre, ripeto, sempre, avuto chiaro in mente il fatto che il comparto sia indispensabile per l’economia del Paese”. Il ritorno delle presenze italiane nella terra dei Faraoni è un ritorno graduale, rimarca. ”La realtà è che il mar Rosso e la costa mediterranea sono ancora ”isole felici”, dove i disordini che hanno coinvolto alcune città sono lontani”.

Negli ultimi 4 mesi, sottolinea, è stato cambiato programma solo per un’escursione su Luxor. Mai nulla, dice, ”ci ha fatto pensare di farci ritirare”. Presto, conclude, ”torneremo ai livelli pre-rivoluzione”. Gli operatori italiani dunque danno piena fiducia al mercato egiziano e anche la decisione adottata dalla Fiavet (Federazione italiana Associazione Imprese Viaggi e Turismo) di tenere la conferenza annuale proprio a Luxor in aprile va in questa direzione. Nel frattempo anche i vettori rafforzano la propria presenza. Come EasyJet, che con l’orario estivo, collegherà tre volte alla settimana Milano a Sharm El Sheikh.

Proprio dall’Egitto partirà poi il “multifrequenza” la possibilità cioè di effettuare soggiorni brevi di 3-4 giorni, invece della classica settimana, una delle importanti novità di Alpitour.

 

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