menphis

La mansion di Elvis Presley, Graceland è la dimora ove visse dal  1957 fino alla sua morte, vent’anni dopo. Un po’ artificiale, divertente, intrigante e senza dubbio emozionale. Ci sono candelabri di cristallo, tende di blu intenso e la leggendaria ‘Jungle Room’, con la parete a cascata, un soffitto con tappezzeria pelosa e un divano di finta pelliccia. Irriverente, Graceland va oltre il kitsch. Ha qualcosa a che fare con lo stuolo di fan che a migliaia vi giungono per ammirare l’ultimo posto ove riposa The King nel Meditation Garden, circondato dalle tombe della madre, padre e nonna paterna. Ha anche qualcosa a che vedere con la grandiosità stessa di  Elvis, un povero ragazzo del Mississippi che adottò la musica del profondo sud nero, il Black South, la mixò col White South e la traspose vocalmente.  Iniziata la carriera, la promessa a sua madre e suo padre fu quella di comprare la casa più grande della città. Graceland era il rifugio e la fuga di Elvis, un posto ove poteva rilassarsi in un’atmosfera che per lui era domestica.  Graceland divenne subito la mecca dei fan ed oggi è una della case maggiormente visitate negli USA. Perfettamente conservata, si visitano il salotto, la music room, la sala da pranzo, la cucina, la TV room, la sala del biliardo, la Jungle Room ed una camera da letto. Inoltre nel terreno del complesso di quasi 13 ettari si trovano l’ufficio di Elvis, un edificio per il racquetball e una sala di trofei decorata di dischi oro e platino, costumi di scena, chitarre, gioielli e ricordi. Di fronte alla casa, attraversata la strada, c’è la collezione di moto e di automobili, inclusa la famosa  Cadillac Fleetwood rosa del 1955 e i due jet privati. A soli 160 km. a sudest di  Memphis, veri e propri pellegrini possono visitare anche il luogo natale: una casetta semplice di due stanze a Tupelo, Mississippi, ove The King nacque l’8 Gennaio 1935. 

 Memphis: basta guardarsi intorno e ascoltare. La musica è dovunque, dai bar sulla Beale Street ai luoghi santificati dei sermoni gospel del Rev. Al Green’s Full Gospel Tabernacle.

 

 

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