GHERDËINA,GRÖDEN,GARDENA…..

Val  Gardena, un nome che tutti gli sciatori conoscono ma che, troppo spesso, da  qualcuno viene collegato ad un rapido mordi e fuggi in giornata, per una sciata sulle piste e ad una conseguente coda interminabile sulla strada.

Altri lo identificano con il SELLARONDA, il fantastico, dal punto di vista panoramico, giro con gli sci attorno al gruppo del Sella, o al Dolomiti superski, modello unico al mondo di organizzazione perfetta, impianti di risalita al top mondiale della sicurezza e dell’efficacia.

Non è un caso se, quest’anno, il più importante sito web al mondo, che da anni valuta le stazioni sciistiche secondo criteri specifici e ben definiti, ha conferito alla Val Gardena il riconoscimento di “Stazione sciistica al TOP”, con cinque stelle in ben 16 dei 18 ambiti analizzati.
Ok, è vero, siamo in Alto-Adige, una regione votata al turismo, e lo si vede: 28 milioni, avete letto bene, 28 milioni di pernottamenti all’anno, come se un italiano su due passasse almeno una notte in un albergo della zona….incredibile.

Bene, ma adesso facciamo assieme un wash-out, cancelliamo tutto e cerchiamo di immaginare un posto completamente diverso e vedrete che vi si aprirà un mondo magico, una serie di paesaggi da fiaba che vi lasceranno incantati.

Per i  nostri lettori di VIAGGIARE NEWS, che già frequentano abitualmente questa splendida valle, una raccomandazione: non cliccate e andate oltre convinti di sapere già tutto; immergetevi idealmente nelle acque del Grödner bach, il rio Gardena e purificatevi da tutti gli stereotipi che fino ad oggi avevate fissi in testa. E risaliamolo assieme, dal suo sbocco nell’Isarco, sino alle sorgenti sulle nevi del passo Sella.

Facciamo uno sforzo in più, cominciamo a chiamare le cose con il loro nome: Gherdëina, è la versione ladina dell’italianizzato, spesso in modo affrettato e banale, Gardèna anche Gröden può andare, è la versione altoatesina, ma se ben state a sentire un colloquio fra la gente di qui li sentirete parlare spesso in ladino, la loro lingua madre che qui, come in tutte le altre enclavi ladine (livinallongo-fodom, badia, ampezzo-anpezo,fassa-fascia, ma ne esistono anche nei Grigioni svizzeri e nel Friuli ), viene parlata con orgoglio ed è materia di studio nelle scuole.

La vita di tutti i giorni, dalle attività manuali alla cura della casa, dei boschi, all’ospitalità, è pervasa di cultura ladina, che rende queste valli e questa gente magica. Se cerchiamo di conoscerla bene, se riusciamo stabilire con loro un rapporto che non sia da mero fruitore e sfruttatore turistico, tutto ciò non potrà che evolvere in un solido rapporto di amicizia che durerà nel tempo e ci porterà ad amare questa valle, e queste genti, come se fossero, da sempre, nostri cari amici ed, in egual modo, verremo, da loro, ripagati.

E cominciamo a visitare questa splendida valle sci o ciaspole ai piedi non dimenticando la versione estiva fatta di arrampicate ed escursioni a piedi o in mtbk che è altrettanto affascinante ed interessante ma….si sa….. noi, sciatori siamo…….

Lo so, per sapere tutto sulla Val Gardena, basta cliccare su un tasto del computer e si apre un mondo, ma è un mondo di pubblicità, peraltro veritiera, ma troppo fredda ed impersonale che non rende merito a queste splendide località.

Iniziate la vostra visita con un’ipotetica vacanza di qualche giorno in compagnia di alcuni amici ed iniziamo con un accesso diverso dal solito. Normalmente la fretta ci porta ad uscire dall’autostrada del Brennero a Chiusa e a risalire alti sul fondovalle sbucando già ad Utijei-Ortisei- Sankt Ulrich dove distrattamente notiamo una freccia che indica l’Alpe di Siusi ma noi, guardando l’orologio tiriamo, diritto sino a  Santa Cristina o peggio sino a Selva; parcheggiamo nel caos di scarponi, sci, biglietteria, e ci infiliamo sulla velocissima cabinovia del Ciampinoi per farci subito una Sasslong  appena battuta dai gatti……

Bene, noi oggi usciamo a Bolzano Nord, seguiamo le indicazioni per Ponte Gardèna, dove potremmo anche visitare Castel Forte, l’antica residenza di Oswald von Wolkenstein, dal quale tutti gli anni a Giugno parte la cavalcata medievale che dà il via ai festeggiamenti che culminano con le gare di destrezza a cavallo nel Castello di Prösels ( per info www.ovwritt.com)e qui, risaliamo la valle sin dal suo sbocco nell’ Isarco.

Attraversando una splendida forra, percorriamo tutto il fondovalle, raggiungiamo Ortisei ed andiamo a parcheggiare nel piazzale degli impianti del Secèda.

Siamo fuori dal percorso classico del Sellaronda e lo notiamo già dai ritmi più rilassati.

Qualcuno lo chiama Gherdëina skiring (anello sciistico di Gardèna) ma lasciamoci portare dagli sci.

Una funivia risale la verticale parete accanto al monte Pic  e ci scarica  sulle piste illuminate dal sole.

Il panorama è grandioso; siamo nel gruppo delle Odle ( aghi, in ladino ), vertiginose guglie che precipitano, verso nord, sulla meravigliosa e fiabesca Val di Funes. Di fronte a noi il Sassolungo, il Sella, la Marmolada e via via un susseguirsi di quinte innevate; da un lato le Tofane, il Lagazuoi, il 5 torri, il Pelmo e le Pale di S. Martino, dall’altra, Ortles, Adamello  ed il Brenta. Si capisce subito per quale motivo l’Unesco, nel giugno del 2009, ha dichiarato queste montagne Patrimonio naturale dell’umanità.

Ma siamo venuti qui per sciare e, allora, scendiamo “a canna”(siamo stati mattinieri, non c’è ancora nessuno) baciati dal sole, sino alla stazione a valle della seggiovia che ci riporta di nuovo su; pennelliamo tutto il versante prima di fermarci a tirare il fiato. E dove, se non alla baita  SOFIE, dove veniamo accolti calorosamente dai membri della famiglia Prinoth.

Qui è facile trovare  Eberhard Schmalzl, indimenticato componente della mitica valanga azzurra che, tutte le mattine, prima di aprire il suo negozio di articoli sportivi in piazza a Ortisei, sale a tirare due curve sul Secèda.

<< per me, questo è il posto più bello di tutta la valle, panorama stupendo, piste ripide quanto basta e tutte al sole e poi….. tolgo gli sci davanti alla porta di casa….anzi del negozio ! >>

A questo punto potrete scegliere di scendere a Santa Cristina  o tornare ad Ortisei lungo l’infinita discesa che percorre la Val d’Anna, ma questa opzione è consigliabile più tardi, all’ora di pranzo.

Arrivati in fondo alla pista che porta a Santa Cristina, il trenino in galleria ci porta in pochi minuti agli impianti del Sasslongh; saliamo sino in cima; evitiamo il  Sellaronda e optiamo per un percorso alternativo.

Intendiamoci, non ho nulla contro questa geniale trovata; dal punto di vista panoramico e commerciale, il giro dei quattro passi resta insuperabile, come, peraltro, gli altri giri organizzati nati negli ultimi anni: il giro della grande guerra,verso il Lagazuoi e Cortina o altri in Badia, ma, per degli sciatori accaniti come noi e voi, esistono valide alternative più tecniche e remunerative, dal punto di vista sciistico, pur rimanendo in zona.

Risaliamo a scaletta, con gli sci sulle spalle per qualche metro, sino alla croce di pino cembro che si vede sopra gli impianti, che già da sola merita una visita, e poi giù sotto la seggiovia del monte Pana sino ad incrociare la pista che scende a valle(per i pistaioli puri  la discesa è verso  Plan de Gralba , risalita in funivia sino al piz Sèla e da qui discesa al monte Pana).

Siamo entrati in un altro mondo, piste semideserte,fitti boschi di abeti, silenzio magico…..

Di fronte a noi il vallone nord del Sassolungo, splendida ed entusiasmante gita ad anello da fare con  le pelli. Poca fatica ma poi, in discesa, grande libidine.

Anche l’alpe di Siusi  è meravigliosa, ma più adatto a famiglie con bambini, piste dolci e splendido panorama sul Sasso Piatto e lo Sciliar; ideale per le ciaspole e le slitte trainate dai cavalli aveglinesi.

Durante la discesa, fermatevi a bere un caffè o un vin brulé al bancone bar scavato nel ghiaccio della baita Vallongia, caratteristica struttura in legno di cirmolo e larice sotto la strapiombante parete nord-est del Sassolungo.

Anche per l’apres-ski qui in Gardena non ci sono problemi: pattinaggio, partite di hockey, corse notturne con lo slittino, e molto altro.

Risalite al Piz Sèla e lungo il Sellaronda dirigetevi verso la città dei sassi, sino a qualche anno fa croce di tutti i “sellarondari” per la scarsa pendenza che ti obbligava a spingere e scalettare.

L’ottimo lavoro di livellamento e il prolungamento di una seggiovia hanno risolto il problema; l’organizzazione della Dolomiti Superski  cura anche i minimi particolari per renderti la giornata di sci divertente e remunerativa.

Fate assolutamente una deviazione fin sotto la parete sud del Sassolungo, per andare a sedervi ai tavoli di uno dei più bei ristoranti-baita di tutte le dolomiti: il rifugio Salei al passo Sella magistralmente gestito da Alex e Bruno”hollalàdioooò”.

Un vecchio fienile con stalle annesse trasformato in hotel ristorante dove potrete gustare i migliori piatti gardenesi accompagnati dai gorgheggi jödel ( hollalàdiooò appunto) di Bruno e dalla cortesia e la simpatia di suo figlio Alex, affacciati ad enormi finestre  o sulla terrazza con spettacolare vista sul Pordoi e sulla Marmolada.

Uova-speck e formaggio, prosciutto di cervo, canederli e per dolce, kaisersmarren e apfelsmarren

A seconda dell’orario potete optare anche per un aperitivo  al “ FIENILE”, poco a monte del Salei dove una fornitissima cantina ed una collezione di grappe e liquori tipici, vi faranno girare la testa quanto basta per fare meglio le ultime curve della giornata.( non c’è ancora l’etilometro sulle piste !!!)

Dunque, ricapitolando…… Ciampinoi e Sasslong fatte, Seceda fatto,monte Pana pure…..mmmh….Vi manca ancora tutta la zona del Dantercepies, quella verso la Vallunga e i Cir a Selva.

Per i più pigri ed i non sciatori, ciaspolata in Vallunga, per i malati di “polvere bianca”(non fraintendete intendiamo la Snow Powder), invece, sciatona sulle piste del Dantercepies(toponimo sicuramente ladino ). GHERDËINA

Salite al passo Gardena con la cabinovia del “danter”ed ammirate lo splendido panorama sotto di voi; verso ovest, Selva con tutta la val Gardena, l’alpe di Siusi,il Sella, il Latemar, il Catinaccio con le torri del Vajolet , un susseguirsi impressionante di guglie e pareti strapiombanti che, d’estate, sono dominio incontrastato di climbers ed alpinisti. Verso est la val Badia, con vista sulle Tofane di Cortina, il Lagazuoi ed il parco naturale Fanes-Sennes-Braies e la strapiombante gialla parete del Sass d’la Crusc

Alle nostre spalle gli aghi dei Cir, ultime propaggini delle già citate Odle.

Se poi siete fanatici del super ripido infinite sono le possibilità di discese(fatevi accompagnare da un guida alpina ) dai canalini che scendono dal gruppo del Sella: val Culéa, val Miara, val Setùs, val di Bòsli e le più note  Mezdì e Lastìes

Sbizzarritevi su tutte le varianti possibili delle piste che scendono a Selva; rosse, nere, azzurre va tutto bene, ce n’è per tutti i gusti e le capacità.  Spuntino d’obbligo al rifugio Panorama, una splendida baita situata lungo la pista rossa  e splendidamente gestita da Otto Mussner e dai suoi figli che ci accolgono in costume tipico, calzoni di pelle con tiracche e pettorina.

La Vallunga, lo dice il nome stesso, è una lunga vallata, pianeggiante, incastonata tra le pareti dei Cir, nel parco naturale Puez-Odle. Partendo a piedi da Selva ci si inoltra verso nord-est, controllati dall’alto dai ruderi del castello Wolkenstein, gli antichi signori di Gardena, in un fantastico mondo fatto di silenzio e di neve immacolata.

Purtroppo la nostra vacanza virtuale è finita, ma voi potrete sicuramente riprenderla, in modo reale, semplicemente recandovi in uno qualunque dei paesi della valle(Selva, Santa Cristina, Ortisei o in una delle numerose altre località) per scoprire le bellezze di questi luoghi e la cortesia della sua gente.

Un giro in val Gardena vale la pena  farlo, sia che sciate o siate semplici escursionisti, d’inverno o d’estate; troverete sempre panorami nuovi da scoprire e gente pronta ad accogliervi con calore e sicuramente vi innamorerete di questa meravigliosa vallata dolomitica.

……..a s’udëi te Gherdëina” (Ci vediamo in Val Gardena) GHERDËINA

 

Foto e testi di Adriano Gatta

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