Emerge nel cuore di un territorio non molto esteso condiviso con la Georgia e l’Azerbaijan, i cui popoli sono molto diversi per la lingua e la cultura.

Questo “piccolo”Stato si distingue per la storia millenaria, la natura e dalla cultura incredibilmente ricche, che affondano le loro radici nella notte dei tempi, oltre alla suggestione dell’architettura religiosa e delle croci votive, alla visione del mitico Monte Ararat, dove si troverebbe l’arca di Noè, è famosa per il grande lago Seven. Tra gli altri elementi distintivi della “perla” del Caucaso:

Echmiadzin , la città sacra

Echmiadzin è una città di circa 56.900 abitanti (2007) della provincia di Armavir in Armenia. Echmiadzin è la città più sacra dell’Armenia, sede del catholikos, il capo della Chiesa apostolica armena e si trova a circa 20 chilometri a ovest della capitale Yerevan. La città venne fondata col nome di Vardkesavan nel IV o III secolo a.C. Il re Vagharsh (117-140) ne cambiò il nome in Vagharshapat,  che tuttora è il nome ufficiale della città. Alcuni decenni dopo la città divenne la capitale dell’Armenia e rimase la città più importante del paese fino al IV secolo. Il monumento più importante di Echmiadzin è la sua cattedrale, costruita originariamente da San Gregorio Illuminatore come una basilica a volta nel 301-303, quando l’Armenia era l’unica nazione del mondo a riconoscere il Cristianesimo come religione di stato. Secondo gli annali armeni del V secolo, San Gregorio ebbe una visione di Cristo che scendeva dal cielo e colpiva il suolo con un martello d’oro per mostrare il luogo dove sarebbe dovuta essere costruita la Cattedrale. Quindi il patriarca diede alla chiesa e alla città il nome di Echmiadzin, che significa “il luogo dove discese l’Unico Figlio”

 

Il lago Sevan

Il Lago Sevan , già mare di Gegham  nell’antichità o in turco Gokcha (o Goktscha), che vuol dire “lago blu”, è il più grande lago dell’Armenia ed uno dei più grandi laghi d’alta quota al mondo. Secondo la leggenda, nell’imminenza di una delle frequenti invasioni arabe, gli abitanti della città di Sevan, attraversando il lago gelato, si rifugiarono sulla vicina isola (oggi è una penisola) dove era situato il monastero di Sevanavank e qui si barricarono pregando Dio di salvare le loro vite. Quando gli arabi arrivarono, tentarono anch’essi di attraversare il lago ma il ghiaccio cedette facendoli affogare nelle acque ghiacciate. Gli armeni considerarono questo un intervento divino e poiché il lago ricoperto dai cadaveri degli arabi appariva nero lo chiamarono Sevan (Sev in armeno significa “nero”)

Il Lavash

Il pane tipico armeno di sottilissima sfoglia, nel quale viene avvolto il formaggio oppure il pesce, assomiglia alla piadina romagnola ma è piu’ insipido e
senza strutto . Il Lavash viene mangiato durante tutti i pasti della giornata e viene spesso utilizzato come ingrediente di altre preparazioni, per esempio mescolato al riso con pezzettini di cetriolo o altre verdure, erbe aromatiche fresche e spezie. Gli armeni mangiano il lavash per la prima colazione, accompagnato da formaggio fresco di capra oppure un ottimo yogurt locale ,  madzoon , con varie marmellate (sono molto
popolari le marmellate di more, di ciliegie bianche e di ribes rosso) e miele.

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