Alla scoperta di Avella, la patria della nocciola, percorsi storici millenari e tipicità

Quello che potrebbe sembrare un bisticcio di parole è solo apparente, infatti Avella – la graziosa cittadina in provincia di Avellino – nei tempi antichi si chiamava proprio così: Labella. E mai nome fu più appropriato !

La località, aderente al Distretto Turistico del Partenio è stata  protagonista di un educational tour con visite ai monumenti ed aziende agroalimentari tipiche. L’iniziativa è stata promossa da una rete composta  dal Comune; dal Distretto Turistico Partenio; dalla coop di comunicazione integrata Media Leader diretta da Agostino Ingenito e dal Siat di Avella (servizi di informazione ed accoglienza turistica), primo in Campania ad essere istituito,  l’ufficio, sito nel Palazzo Baronale, sede del Municipio di Avella, al piano terra, eroga informazioni turistiche e di servizi con ambito cittadino  tramite utilizzo di rete internet, banche dati locali, utenza telefonica,  relative a ricettività, servizi della città, trasporti, itinerari storico-artistici, eventi, mostre, convegni, enogastronomia e ristorazione. Distribuisce inoltre materiale informativo – promozionale inerente alla città di Avella e predispone itinerari informativi. Ad accogliere gli ospiti, il sindaco Mimmo Biancardi  a nome dell’intera amministrazione. Durante l’ educational i giornalisti e gli esperti del settore  hanno visitato i mausolei romani, il palazzo baronale con il giardino vanvitelliano, il castello e l’anfiteatro.  Spazio poi è stato dato alle degustazioni dei prodotti tipici  presso  le aziende agricole: Noccioro, Sodano impegnate nella produzione e trasformazione della nocciola; la Forestella  di Antonietta Perillo  dedita ai prodotti caseari e, infine, la visita all’orto km 0 del ristorante Moera, specializzato nella coltivazione dell’aglio orsini.

Avella laBella

L’anfiteatro romano

La Campania delle aree interne è davvero spettacolare. Nel distretto del Partenio, in una valle abbracciata dagli Appennini meridionali, sorge la graziosa ed interessante località di Avella. Alla scoperta di un territorio che non ti aspetti, che trasuda di storia e cultura millenaria, tra tipicità agroalimentari di eccellenza come la nocciola e tante altre produzioni di qualità. La località si raggiunge facilmente da Napoli, percorrendo l’autostrada Napoli-Bari, uscendo a Tufino. La cittadina è nota per i suoi monumenti antichi, i mausolei funerari, l’anfiteatro romano e il castello di S. Michele, che domina la città di Avella da una collina che sovrasta la parte orientale della pianura campana e il fiume Clanio. Si tratta di una roccaforte longobarda eretta nel VII secolo, era destinata a controllare il confine. Subì numerosi attacchi, fra cui quello saraceno del 883. Ci si ritrova così immersi in noccioleti secolari e tipicità che rendono decisamente gratificante la sosta. La cittadina, attraverso l’avvio di una rete organizzativa, con il Siat e la sinergia tra istituzioni come Distretto Turistico del Partenio, recentemente costituito, Comunità Montana e Fondazione Avella, sta cercando di ritagliarsi un ruolo nei percorsi di valorizzazione turistica e culturale  per agganciare i  turisti che sempre più numerosi raggiungono la Campania. Una sfida che è al suo inizio ma che vede già interessanti azioni intraprese come ad esempio: la possibilità di disporre di una guida turistica particolarmente competente; un pacchetto di escursioni con visite guidate e azioni di comarketing su prodotti tipici, come la famosa  nocciola, il cui antico nome  scientifico prenderebbe origine proprio da questa località, con la trasformazione in varie forme, come creme spalmabili utilizzate per uso casalingo, in pasticceria e nella linea dei snack salati. Due le aziende artigianali che si occupano della trasformazione della nocciola: “Noccioro” e “Sodano” che puntano alla filiera corta e al biologico con produzioni di eccellente qualità. Durante il press tour organizzato sabato 14 aprile, con la condivisa sinergia della cooperativa di comunicazione Media Leader, l’ente locale e il suo Siat e alcuni produttori e trasformatori, i blogger e i giornalisti specializzati hanno potuto scoprire il territorio. Interessante anche la produzione e trasformazione casearia di latte di bufala in mozzarelle e formaggi freschi e stagionati compreso i caprini dell’azienda agricola “La Forestella” e le novità culinarie con l’uso sapiente del prezioso aglio orsino, un aglio selvatico le cui foglie vengono raccolte nelle montagne vicine alla quota di mille metri.

Avella laBella

Il nome deriva proprio dagli orsi che anticamente popolavano questi luoghi, al risveglio dal letargo  si cibavano delle foglie di aglio per purificare l’organismo.  L’aglio orsino, detto anche aglio selvatico, sta diventando un rimedio contro tutti i mali in quanto ricco di vitamina C e dalle proprietà dimagranti e disintossicanti. Usato da tempo in Germania, viene considerato una vera e propria prelibatezza. In Italia per la prima volta è stata lanciata una produzione di nicchia da portare a tavola  dallo chef Francesco Fusco che conduce con la moglie Diana l’azienda agricola  – orto a km 0 “Il Moera”. Lo chef ha deciso di far conoscere il suo nuovo prodotto, usato per creare il pesto di aglio orsino.

 

Harry di Prisco

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