I ritratti a Palazzo Morando sono duecento, selezionati dai curatori Maria Canella e Andrea Tomasetig dall’imponente archivio di 20.000 immagini catalogate, scattate tra l’inizio degli anni Settanta ai tempi recenti, da Maria Mulas, la mitica “fotografa dalla coda rossa”, capace di “cogliere i moti dell’animo”.

Ritratti di Maria Mulas esposti a Palazzo Morando

Ritratti di Maria Mulas esposti a Palazzo Morando

 

Contenitore perfetto è Palazzo Morando, Costume Moda Immagine, settecentesca dimora nobiliare, di fondazione tardo-cinquecentesca, sede non solo di un museo dedicato alla Città, ma anche della civica collezione di costumi e accessori di moda, da scoprire e da riscoprire nella centralissima via Sant’Andrea. Si passa dalla Sala dell’Olimpo, alla Galleria Cinese, dal Salottino Dorato alla galleria museo con splendidi dipinti ottocenteschi che ritraggono Milano com’era. E’ divertente curiosare tra quelli dove appaiono le antiche vie d’acqua scomparse, ponte ideale tra passato e futuro, oggi che si sogna un’avveniristica metropoli che qua e là si specchi nei canali.

 Maria Mulas con i ritratti da lei scattati alle figlie Patti e Caterina, 2010

Maria Mulas con i ritratti da lei scattati alle figlie Patti e Caterina, 2010

In questo spirito di “forte legame con Milano, laboratorio di iniziative e creatività” è stata pensata la mostra, promossa dal Comune, che ha per titolo “Obiettivo Milano”, centrata su “personaggi, volti e espressioni” di personaggi milanesi, milanesi d’adozione o di passaggio, colti con empatia, se non con complicità, da Maria Mulas, conscia di focalizzare qualcosa d’importante in ognuno dei suoi protagonisti e di darla al mondo.

 Da I borghesi sono gli altri, da destra, La velata 1973, Cappello con signora 1970, Perversione 1973, All'ombra di un sorriso 1970 e Lo sceicco bianco 1971

Da I borghesi sono gli altri, da destra, La velata 1973, Cappello con signora 1970, Perversione 1973, All’ombra di un sorriso 1970 e Lo sceicco bianco 1971

“Facendo di Milano l’epicentro, ha raccontato come nessun altro il mondo artistico italiano e internazionale. E insieme ha raccontato la città del design, della moda e dell’editoria . Le fotografie di Maria Mulas sono la memoria visiva di un’epoca, quella che va dagli anni Settanta al Duemila.”

Da destra, Maria Mulas, la mitica %22fotografa dalla coda rossa%22, Andrea Tomasetig, Claudio A.M. Salsi, Direttore Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici, Comune di Milano e Maria Canella.

Da destra, Maria Mulas, la mitica fotografa dalla coda rossa%22, Andrea Tomasetig, Claudio A.M. Salsi, Direttore Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici, Comune di Milano e Maria Canella.

Non ritratti gessati o imbalsamati, ma sciolti e spesso ironici, suffragati da un’esposizione di documenti, cartoline, scritti, disegni, dediche che ne testimoniano i back stage.

Da non perdere.

Giustamente ad ingresso libero.

www.comune.milano.it/cultura

www.civicheraccoltestoriche.mi.it

 

Testo e foto di Maria Luisa Bonivento

 

 

CONDIVIDI: