«L’idea è quella di creare un movimento turistico culturale in modo che ogni comunità che partecipa all’evento viva poi nel proprio territorio il suo carnevale». In questo modo Raffaele Limone presidente della pro-loco di Castelvetere, ci spiega l’idea di accorpare nei vari comuni irpini i gruppi in maschera dei vari territori, creando così un carnevale itinerante. « In tal modo facciamo conoscere le nostre antiche tradizioni anche fuori regione, siamo stati a Roma e a Perugia autofinanziandoci – continua D’Agnese – anche il museo del carnevale irpino sarà itinerante con la medesima logica, in definitiva vogliamo rilanciare la destinazione della nostra zona destagionalizzando il turismo e creando reddito». Le varie culture, dei piccoli centri montani, si incontreranno in questa occasione e verranno presentate ai visitatori che balleranno per le strade la tarantella con i figuranti e poi tutti insieme in un momento conviviale  in un capannone allestito a mensa. L’offerta del pranzo è l’unico onere che sopporta il comune ospitante. Sarà questa anche l’occasione di risvegliare l’identità irpina con un momento di aggregazione.

Per il direttore artistico  Roberto D’Agnese, il messaggio che trasmette il carnevale è quello dell’unione, del “Princeps” che era un eletto del popolo nel medioevo e quindi veniva dal basso, non si contestavano le leggi e le istituzioni ma solo tramite la cultura e con l’unione delle culture, come in questo caso, si può avere la pace e contrastare gli odi di ogni tipo. Quindi un chiaro messaggio che parte oggi dal piccolo centro di Castelvetere, non distante da Avellino, con i suoi poco più di mille abitanti ma rivolto al mondo intero. A dimostrazione di quanto detto il culmine della sfilata dei carri si avrà con quello dedicato a Tramp.Così chiarisce D’Agnese:«L’idea di creare un carro che raffiguri ironicamente il presidente USA è uno sfottò per dare un segnale di unione e non certo per ridicolizzare, come era all’origine del carnevale di Castelvetere». Secondo il sindaco Giovanni Remigio Romano:«Dobbiamo lavorare per portare avanti le tradizioni e fare sistema e rete per sfruttare ogni occasione come quella del Carnevale per dare speranza ai giovani».

Nella cittadina è stata creata anni addietro, nel borgo antico, un  albergo diffuso con 17 appartamenti che malauguratamente al momento è fermo per motivi vari, altre sistemazioni alberghiere non sono presenti sul territorio occorrerebbe quindi incrementare le infrastrutture e creare una molteplicità di eventi in modo di invogliare i turisti a visitare la ridente cittadina irpina per assaggiare così la “maccaronata” innaffiata dal vino che, come il Taurasi, è fra le eccellenze del territorio.

Harry di Prisco

Il Carnevale di Castelvetere nella storia

A Castelvetere il Carnevale è una tradizione che risale al 1683 e trovava espressione nelle rivalità artigianali dei due agglomerati del Castello e della Pianura che, dopo la seconda guerra mondiale, presero il nome di Piazza e via Roma. La divisione ha origini migratorie: la prima fazione, il centro storico del paese, era composta da famiglie castelveteresi da generazioni; la seconda, che prende il nome dalla via che unisce le varie zone artigianali, occupata dalle famiglie migrate dai paesi vicini. Il Carnevale metteva a confronto, quindi, le individualità artigianali, spronate dalla volontà goliardica di prendere in giro i personaggi di Spiccodella fazione avversaria. La satira feroce, sfociata a volte anche in scontri fisici, era gestita meticolosamente: i carri venivano costruiti in luoghi segreti, e segreti erano anche i soggetti cui si ispiravano per evitare che la controparte potesse rispondere con un altro carro allegorico allo sfottò di quello presentato.

Tra gli anni ’60 e ’70 il Carnevale castelveterese raggiunse il suo culmine. Oltre ai carri allegorici, si formavano numerosi gruppi mascherati, composti da varie fasce di età; c’era ad esempio il gruppo delle pacchiane, composto da ultrasessantenni, poi quello dei giovani, dei bambini, ecc. Col passare degli anni è andata crescendo sia la qualità dei carri allegorici che quella dei balletti e dei costumi.

Dopo gli anni ’70, con la fondazione delle Pro Loco, le due fazioni sono state unite, creando un unico gruppo carnevalesco a favore dei numerosissimi spettatori provenienti dai paesi e dalle città circostanti. Questo cambiamento ha portato alla fine (peraltro graduale) delle ostilità tra le due fazioni e della cultura dello “sfottò”, rendendo protagonisti della satira i politici nazionali e lasciando come unico stimolo la voglia di divertirsi tutti assieme e il piacere di offrire al pubblico uno spettacolo curato il più dettagliatamente possibile. Baluardo dell’antico splendore rimane la tarantella, il cui gruppo mascherato non può mai mancare in ogni edizione del Carnevale. Alla fine della sfilata tutti i gruppi, nonché gli spettatori, si riversano nella piazza di Castelvetere per scatenarsi in questo antico e coinvolgente ballo, tipico della  zona.

La manifestazione si svolge la domenica ed il successivo martedì grasso con sfilate per le principali strade cittadine di gruppi mascherati, balletti folcloristici e coloratissimi carri allegorici in cartapesta. Il Carnevale Castelveterese è tra i più artistici ed più rinomati Carnevali d’Irpinia e della Regione Campania.

Il sindaco Giovanni Remigio Romano

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