Nelle fastose sale di Palazzo Ducale a Martina Franca, in provincia di Taranto si può ammirare ancora per tutte le festività natalizie, la collezione dei Duchi Caracciolo, che tra XVII e XVIII sec. hanno fatto della città un notevole centro d’arte e di cultura. La mostra, dal titolo “Viaggio attraverso le preziose collezioni del Duca di Martina” e patrocinata dal Comune a dalla Regione Puglia permette di immergersi nella bellezza e nel fascino di un’epoca, il Secolo dei Lumi.

Questi pregiati manufatti nell’allestimento sapientemente realizzato a Palazzo Ducale dalla curatrice Angela Savino e con il supporto della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale della Città di Napoli e della Reggia di Caserta, vengono dal Museo Duca di Martina nella Villa della Floridiana a Napoli .Copia di SAM_1329

Si parte dalle giade prodotte in Cina e Giappone e testimonianza della passione per l’Estremo Oriente della cultura europea del XVIII e XIX sec e passando per la collezione di orologi meccanici ottocenteschi, si giunge alla sala delle “galanterie” denominati come objet de vertu. Si tratta di oggetti prevalentemente in porcellana, in cui spiccano le tabacchiere, che illustrano abitudini e convenzioni sociali, come quella di offrire tabacco da fiuto, tipiche di un’epoca dominata dall’ossessione dell’apparire e dall’ostentazione del lusso. Forse proprio in questi piccoli oggetti, spesso impreziositi da rappresentazioni mitologiche già di gusto neoclassico, si esprimono meglio il vezzo e la civetteria decadente dell’aristocrazia del tempo. La tabacchiera col ritratto di Ferdinando IV di Borbone, ad esempio, testimonia il sopravvivere di queste “galanterie” nell’età della Restaurazione e la devozione alla dinastia di una classe sociale ormai al tramonto.

Copia di SAM_1307Da questi piccoli, ma fondamentali strumenti di seduzione-chissà se Casanova ne avrebbe potuto fare a meno- si passa nella Sala del Mito del Palazzo Ducale. Qui gli affreschi settecenteschi ispirati ai miti classici dialogano splendidamente con le porcellane provenienti dalle manifatture europee più prestigiose, come quelle del Buen Ritiro in Spagna, di Meissen in Germania, di Chelsea in Scozia. Un esempio di questo dialogo è il piattino col mito di Eracle che libera Esione, cui fa da pendant l’affresco settecentesco di analogo tema dipinto sulle pareti della sala. Databile al 1790-1800 il vaso testimonia l’attività di una manifattura d’eccellenza nel campo delle porcellane, quella della Real Fabbrica di Napoli, impiantata a Napoli da Borbone. Questo viaggio ideale nel bello si conclude con una sorpresa inattesa, i reliquiari e i dittici. Testimoni della devozione privata e della dimensione domestica del sacro, questi oggetti sono in assoluto i più antichi della collezione, come il cofanetto con santi, databile alla fine XII sec. in porfido, rame dorato e smalti di manifattura francese o il reliquiario con storie del martirio di Santa Valeria databile al 1220-1230 in rame, legno, smalti proveniente dalla regione francese del Limousin. Un reliquiario in avorio realizzato a Venezia nel 1420-1430 documenta rapporti ben noti rapporti a anche livello artistico tra la Serenissima e la Puglia.

Il dittico in avorio intagliato nella seconda metà del XIV sec. da artisti inglesi costituisce una rarità imperdibile e mostra nel suo affollarsi di figure attorno agli episodi della Passione, il gusto “nordico” della rappresentazione sacra. La mostra offre, dunque, un quadro affascinante delle “arti applicate” in Europa tra Medioevo e Neoclassicismo. Frutto della passione collezionistica coltivata tra XVIII e XIX sec. dai Caracciolo, la preziosa raccolta, costituiva certamente motivo di vanto e dimostrazione di prestigio per gli ospiti in visita a Palazzo Ducale. La mostra martinese impreziosisce ed arricchisce il panorama di eventi culturali che, anche in questo periodo dell’anno, la Puglia è in grado di offrire ai suoi visitatori.

Luigi Traverso

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