L’Indonesia, formata da un’immensa corona di isole vulcaniche sparpagliate in un ampio tratto di mare tra l’oceano Indiano ad occidente e l’oceano Pacifico ad oriente, e tra i paesi del Sudest asiatico a nord e l’Australia a sud, è una delle nazioni più composite e frammentate della terra e alla quale spettano non pochi primati, a cominciare dalle 13.677 isole che la compongono (solo 6.000 abitate), disseminate in una mezzaluna lunga 5 mila km a formare il maggior arcipelago del pianeta.  Quinto per superficie con 1.890.754 kmq (sei volte l’Italia), si estende però su un tratto di mare di 8 milioni di kmq e vanta la quarta popolazione al mondo (223 milioni), con la maggior concentrazione di musulmani (87 %). Giava, l’isola più fertile grande metà dell’Italia, con il 7 % della superficie ne concentra da sola oltre la metà, con densità di 690 per kmq ma con punte che arrivano anche a 2.000.  Giacarta, la capitale, con 12 milioni di abitanti è la maggior metropoli del Sudest asiatico. Annovera ben 360 differenti gruppi etnici che parlano più di 250 tra lingue e dialetti diversi: ben difficile, se non impossibile, governare una nazione tanto disomogenea e frammentata, che non trova uguali sul pianeta. Per giunta si tratta anche della più intensa area vulcanica del mondo, soggetta a terra e in mare ad una fortissima attività tettonica e sismica: dei suoi 400 vulcani oltre un centinaio sono attivi. Il territorio si presenta in gran parte montuoso, con cime superiori anche ai 5 mila metri, ricoperte per una superficie grande tre volte l’Italia da foreste equatoriali e tropicali: sono indonesiane il 10 % delle risorse forestali della terra e vi vivono un terzo delle piante e degli animali esistenti al mondo. L’Indonesia, paese estremamente povero, è in realtà un enorme serbatoio di energia e di materie prime: maggior esportatore mondiale di gas liquido, tra i maggiori produttori di petrolio, legname, caucciù, cacao, caffè e riso, oltre a possedere i maggiori giacimenti di stagno.

Non appare ragionevole pensare di visitare una nazione tanto vasta e composita con un solo viaggio. Meglio piuttosto limitarsi ad una porzione, puntando ad esempio alle poco note piccole isole della Sonda, l’arcipelago di sud-est ad oriente di Giava e Bali, uno dei più affascinanti e interessanti angoli del paese, ricco di habitat tropicali e di foreste pluviali, affacciato su un mare da sballo e con enormi valenze etnografiche, naturalistiche e paesaggistiche; e anche la zona più secca del paese. Un possibile itinerario parte dall’esplorazione di Flores, isola montuosa dai panorami mozzafiato disseminata da foreste e vulcani, le cui acque sono considerate tra le più ricche di vita del pianeta. L’interno si presenta cosparso di risaie terrazzate sulle pendici dei vulcani e di villaggi tradizionali abitati da popolazioni melanesiane e animiste, assai legate ai loro antichi stili di vita e specializzate nell’arte millenaria della tessitura dei preziosi ikat. Conviene salire quanto meno sul vulcano Keli Mutu per ammirare nel cratere i suoi tre laghi dai diversi colori, una meraviglia a livello mondiale. Da Flores bisogna proseguire in barca per raggiungere le isole di Rinca, Komodo e varie isolette coralline minori, veri paradisi tropicali delizia di bagni, snorkeling ed immersioni, per visitare il Parco nazionale di Komodo, protetto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, e il Parco marino di Pulau Tujubelas. Il primo, ricco di cavalli bradi, cervi, bufali d’acqua, cinghiali, scimmie e tanti uccelli, è stato creato per proteggere il varano gigante, o drago di Komodo, il maggior rettile terrestre e una delle più antiche specie viventi, in quanto discendente dai dinosauri. Questo sornione lucertolone lungo tre metri, che nel primo anno di vita abita sugli alberi,  è un carnivoro dalla straordinaria voracità, capace di divorare cervi, maiali e capre, ma anche bufali, cavalli e uomini. Venne scoperto soltanto nel 1912 da una spedizione scientifica, incuriosita dalle narrazioni di marinai che parlavano di un mostro mangiatore di uomini; oggi ne sopravvivono soltanto 4 mila esemplari. Il secondo è uno sconosciuto parco marino che protegge una manciata di incantevoli isole coralline, abitate da un’enorme varietà di specie marine a cominciare da balene, delfini e tartarughe. In aereo si passa quindi a Sumba, una delle isole più tradizionaliste dove la popolazione pratica ancora attivamente il marapu, il culto animista degli antenati con tutte le relative cerimonie, gli stregoni e gli innumerevoli tabù. I villaggi nella foresta sono fortificati, a riprova dello spirito bellicoso, con tombe megalitiche e l’albero a cui venivano appese le teste dei nemici uccisi. Le donne girano a petto nudo e con i denti limati e gli uomini non si separano mai dai loro machete. Un mondo a sé per cultura e tradizioni, dove miti e realtà si mischiano. In compenso qui si producano i migliori ikat indonesiani, tessuti con telai primitivi e colorati con essenze naturali, i cui disegni riflettono i credi animisti della popolazione e sono dei veri amuleti portatori di poteri magici. Le enormi spiagge deserte, protette da barriera corallina, fronteggiano un incantevole mare turchese.

L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com),  specializzato da vent’anni in itinerari di scoperta a valenza etnografica e naturalistica in tutto il mondo, nel proprio catalogo “Alla scoperta dell’insolito” propone in Indonesia un percorso di 19 giorni incentrato sulla visita delle isole della Sonda di Sumba, Flores, Rinca e Comodo, queste ultime due raggiunte con una crociera di 7 giorni a bordo di un confortevole veliero di 30 m. Partenze con voli di linea Lufthansa da Milano e Roma l’ 1 e 18 agosto 2014, accompagnatore dall’Italia, quote da 3.860 euro con pensione completa nei migliori alberghi esistenti in doppia.  In Indonesia Viaggi Levi propone anche un itinerario di 16 giorni dedicato alla scoperta di Giava, Bali e Sulawesi, nonché una spedizione di interesse etnografico di 18 giorni nella misconosciuta West Papua – Irian Jaya.

 Giulio Badini

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