Percorrendo in auto la via per le Venezie in una sera d’autunno, quando la nebbia offusca un pò lo sguardo e il paesaggio appiattito e lineare della pianura padana delinea uno scenario a tratti surreale, raggiungerete un ristorante all’apparenza anonimo.

Esternamente è una semplice trattoria di campagna illuminata ancora da luci al neon e caratterizzata da una comunissima architettura rurale postbonifica.

Entrando, vi sembrerà di trovarvi in un luogo come tanti altri, tuttavia l’arredo di gusto fortemente retrò – autentico però e tutt’altro che ricostruito – e un’atmosfera ovattata, vi condurranno fuori dal tempo, quasi in una pellicola del neorealismo.
Poi, con in sottofondo una musicia soffusa e la voce di Ella Fitzgerrald che comincia a scaldare l’ambiente, finalmente seduti a tavola, vi renderete conto che il luogo è assai più particolare del previsto e che racchiude una magia.
L’accoglienza è del tutto speciale: tirotta alla cipolla, una gustosissima fritturina di gamberetti di laguna su un letto di polenta bianca e Franciacorta Mirabella. Questi assaggi anticipano tre elementi fondamentali della cucina de La Capanna: la tradizione locale nella scelta degli ingredienti, la raffinatezza nella presentazione delle portate e un’ottima carta dei
vini (scritta, in maniera singolare, a mano su un quaderno bianco).
Il menù è una gustosa tavolozza che sembra ritrarre le meraviglie della natura valliva. Fra gli antipasti, l’ormai famosa Passeggiata nel Delta del Po – una base di polenta bianca su cui sono adagiati, in un crescendo di sapore, gamberetti di laguna (schille) al vapore, bòsega (cefalo) alla brace e moleche fritte; granseola alla veneziana, servita ditrettamente nel suo guscio; canocchie, polipetti, mazzancolle al vapore e verdurine croccanti, con una sublime maionese fatta in casa e, infine, ostriche, servite con pane di segale della casa, burro salato e aceto allo scalogno.
Tra i primi – in buona parte si tratta di pasta stesa con il mattarello – spiccano i capellini con i giotoli (piccolissimi polipetti con le orecchie cotti con tutto il nero); gli spaghetti alla chitarra con aragosta, verdure croccanti e olio allo scalogno (ricetta condivisa dallo chef Igles Corelli, amico nonchè conterraneo della chef, Grazia Soncini). Tra i secondi, da non perdere l’anguilla aròst in umad (arrostita, preparata in umido e steccata con aglio e rosmarino) e il fritto della Wanda, misto con verdure, alghe e moleche; il patè di fegato d’anguilla; canestrelli e capesante gratinati; germano con cipolla al vino rosso (nel periodo da ottobre a marzo).
I dolci, infine, sublimeranno il vostro palato con sapori decisamente fuori dai canoni tradizionali: gelato di zucca, sorbetto allo zenzero, vellutati sugoli di uva fragola e uno strepitoso zabaione accompagnato da una delicata ciambella alle mandorle.

Rum e cioccolato fondente extra Amadei per deliziarsi ulteriormente ed abbandonarsi, complici, ad una piacevole conversazione, mentre fuori la penetrante umidità dell’autunno padano sprigiona dal terreno.
Il servizio ineccepibile, quasi babettiano, riesce a combinare discrezione e cordialità, in un risultato di indiscutibile professionalità. La tavola è austera ed essenziale, ma al tempo stesso molto curata. Il locale offre complessivamente la disponibilità di cinquanta coperti, distribuiti su tre piccole sale, e questo contribuisce a rendere l’atmosfera ancor più raccolta e familiare.
Concludendo si può dire che, anche se La Capanna – Osteria con cucina, non può più letteralmente definirsi tale, in quanto tramutata ormai in un pregevole ristorante di fama indiscussa, tuttavia Eraclio, capostipite culinario della famiglia Soncini, ormai non più attivo in cucina, rimane una presenza importante con i suoi insegnamenti ed il proprio profondo
sapere, magnificamente rielaborato dai familiari e dai loro collaboratori.

La Capanna di Eraclio
Via Per Le Venezie, 22 – Località Ponte Vicini
44021 Codigoro (FERRARA)

Elena Bazzanini

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